venerdì 30 ottobre 2020

Dialogando con Sara Marino alla scoperta dei suoi personaggi

Ho sempre sostenuto che l’ambiente familiare è come una sorta di aula didattica dove gli insegnanti sono i nostri cari, e coloro che seguono le lezioni,  quelli che più sono animati da interessi e da molteplici curiosità. Non a caso, se in famiglia si mastica musica è facile che qualcuno intraprenda la carriera musicale; se vi sono attori, i deputati a diventarlo saranno spesso i propri figli. Ma molte volte questo accade anche in ambito sportivo e in tante altre attività: artistiche e non.

A conferma di questa mia tesi, le vicende che hanno investito la formazione letteraria di Sara Marino, una bravissima scrittrice di Prato. 

Sara, con la quale ho fatto due chiacchiere, ci tiene a precisare che la passione per i libri è stata ereditata da suo nonno. Con lui, passava interi pomeriggi immersa nella lettura. E sempre dai nonni, gli insegnamenti volti all’impegno e alla costanza, prerogative essenziali per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo, e sebbene, come lei stessa riferisce, abbia  toccato vari ambiti occupazionali, la sua vera passione è sempre stata solo la scrittura; il gusto di raccontare le storie che attraverso le proprie emozioni prendevano vita. 

I suoi libri

A tutt'oggi, nella sua bibliografia sono presenti quattro romanzi intriganti, affascinanti e dal gusto assolutamente originale:

Sara, racconta storie fantastiche incarnate da demoni e vampiri in felice associazione con gli esseri viventi del mondo terreno. I toni in uso negli intrecci narrativi sono a tinte fosche,  assai suggestivi e carichi di emozioni forti che fanno vibrare un sottile tormento in chi legge. 

Alla luce di quanto finora descritto, qualche curiosità arriva spontanea, per questo ho posto a Sara alcune domande tese a conoscere più da vicino quali siano i caratteri che contraddistinguono il proprio stile e come nascono le sue idee durante la scrittura. 

Sara, curiosando tra le tue produzioni e dopo aver letto qualcosa di tuo, mi convinco che ami trattare più di ogni altra, una determinata materia, quella del mondo dei demoni, interpreti del male e quello degli umani, fautori del bene e della razionale coerenza. Demoni e umani quindi, sono gli assoluti protagonisti, e le loro storie si intrecciano, si mescolano fino a disorientare la propria appartenenza a una precisa dimensione. Come nasce questa passione per il fantastico mondo dei demoni e dei vampiri? E quale sentimento prevale in te  nel momento in cui racconti di  forze umane e demoniache che si contrappongono sfidandosi nel bene e nel male?

In effetti, amo molto il genere fantasy, specialmente il mondo dei vampiri fin da adolescente. Ho amato la loro interpretazione nella storia e il loro essere e non essere. Quella leggera linea sottile del: non possono esistere… ma. Quando scrivo di loro, mi perdo in un mondo unico, dove tutto è nuovo, assoluto e spesso portato all’eccesso. Immergo i miei personaggi in lotte interiori, battaglie ma mai definiti in bene contro il male. Nelle mie storie non è mai tutto bianco o nero, ma gioco con le mille sfumature che anche un mostro, può avere.

Le tue storie parlano anche d’amore. Un amore che a volte sembra impossibile tra personaggi che di umano hanno  poco e coloro i quali invece fanno di questo sentimento l’arma del risveglio e della consapevolezza del proprio essere. È possibile secondo te che nelle tue storie possa nascere questo tipo di rapporto? E mi riferisco alla storia di Rebecca e Marcus in ”Destino di sangue”.

Nella saga Di Rebecca&Marcus, parlo proprio di quell’amore tormentato e impegnativo. Di un amore che non dovrebbe esistere, ma che nasce, come dopo un rogo, dalla polvere di una vita di sofferenza. La lotta per avere un pezzo di felicità. Il momento in cui quell’amore, ti cambia la vita e il giuramento di proteggerla da tutto e tutti.

Tornando a temi più distesi e meno cruenti dal punto di vista narrativo, ci racconti quando è iniziata in te la convinzione che dalla tua fantasia potessero nascere delle storie emotivamente coinvolgenti e con una continua  suspense che tiene il lettore incollato ad ogni singola pagina? E infine, come vivi la scrittura delle tue opere nel momento in cui pensi che chi leggerà il tuo romanzo sposerà le tue stesse emozioni?

Le mie storie, bussano spesso inaspettatamente nella mia mente e vogliono essere scritte. Sono sempre cariche di emozione, che spesso, grazie ai miei personaggi rilassano me, sono la mia valvola di sfogo, ma sono anche creature a se. Loro vivono in quelle pagine, amano, sorridono, piangono e vivono come vere persone ed è quello che spero passi dalla pagina alla mente di chi lo legge. Sapere, da chi me lo ha detto, che leggendo si sono emozionati, si sono ritrovati nelle vesti di uno o dell’altro personaggio, mi rende euforica  e felice di essere riuscita nel mio intento di renderli reali. Sapere che le emozione di una lettura, possa rallegrare o far passare un attimo di felicità al lettore, credo sia il miglior traguardo.

Dove acquistare: 

Bene, dopo aver esplorato, seppur in maniera sommaria il mondo segreto dei romanzi di Sara, l'invito è quello di scoprirne di più, naturalmente leggendo i suoi libri. I romanzi sono  quelli elencati e basterà cliccare su ogni singolo titolo. La pagina che si aprirà, sarà utile non solo all'acquisto, ma anche a scoprire la trama ed il contenuto d'ogni singola opera. Ringraziamo Sara Marino per sua gentile disponibilità e buona lettura.

  1. "Destino di Sangue";
  2. "La freccia del diavolo";
  3. "L'Ombra del demone";
  4. "Il mio demone".




 

 

 

 

mercoledì 28 ottobre 2020

Andrea Ansevini: cuore e passione

Ospito oggi nell'angolo dedicato alle interviste e alle curiosità sul mondo della scrittura un personaggio la cui “iperattività” nello specifico settore culturale, mostra caratteristiche inconfutabili, e riconducibili senza dubbio a doti quali creatività e fantasia illimitati. Sto parlando di Andrea Ansevini, scrittore più volte già premiato sia a livello regionale che nazionale.  Leggendo la sua biografia,  prendo nota di ben 1400 poesie prodotte, più di 150 racconti stesi, cinque libri pubblicati e altrettanti in cantiere in attesa di prossima ultimazione e pubblicazione. In altri undici libri di varia natura inoltre, ha offerto la propria collaborazione su vari livelli. 
Insomma la prolificità è una risorsa fondamentale nella sua attività di scrittore, e lo dimostra la considerevole quantità di produzioni che in pochi anni di attività ha messo a disposizione dei propri lettori.


I riconoscimenti 


I premi letterari sono molti e l’ultimo, in ordine di tempo, è stata la menzione speciale come scrittore emergente nel panorama nazionale con il romanzo “Oltre la porta”, alla serata “Gli Oscar delle Stelle” con vari ospiti nazionali di rilievo.

Questo romanzo pubblicato nel 2017, è stato più volte  presentato a livello locale nella sua regione, le Marche, ma anche in molte altre città italiane. Pensate, in poco più di tre anni, tra librerie, biblioteche, radio e tv, ma anche in privato e online, ha raggiunto un tetto record di ben 150 presentazioni, numero che, sommato a quelli relativi alle presentazioni di ulteriori sue opere, ha raggiunto quota 327 dal 2010 ad oggi. Cifre queste che parlano chiaro. Sempre a proposito di incontri con i lettori, nel 2019,  in collaborazione con Alessandra Piccinini, ha progettato un programma,  ideato e organizzato da entrambi, denominato “Tour Letterario” in cui hanno sono state messe a punto e realizzate una moltitudine di presentazioni letterarie che hanno toccato varie città d’Italia quali  Roma, Milano e Firenze, solo per citarne alcune. 

Ma quali sono i libri già pubblicati?


Il suo esordio come autore risale 2010, quando pubblica  il suo primo libro: una silloge poetica intitolata “Poesia nel diario - 50 pensieri nel tempo” edita da Marcelli Editore. Nel 2015, il suo primo romanzo “La porta misteriosa” da gli stesso prodotto, cui fa seguito il già citato e premiato “Oltre la porta” nel 2017, edito da “Le Mezzelane Edizioni”Edito da quest'ultimo è anche “Delitto in Casa”, pubblicato nel 2019 a quattro mani con Alessandra Piccinini. Nel 2020 ritorna nuovamente al self con “Vietato dormire (20 racconti per restare svegli)”, una raccolta di venti racconti appunto, scritti negli anni precedenti.

Una moltitudine di attività diversificate 

Componente di giuria in varie associazioni culturali, appassionato di fotografia con partecipazione a varie esposizioni fotografiche, ma soprattutto, esperto intenditore di musica Rap, genere nel quale, assieme alla moglie Adele, compone testi di denuncia sui “malesseri” della società contemporanea. Testi che, opportunamente musicati, sono stati diffusi attraverso radio e mezzi di comunicazione quali RTL 102.5, R.101 e Radio M02 tra le altre.

Numerose sono state anche le serate artistiche da egli stesso ideate e organizzate  con lo scopo di raccogliere fondi per le  popolazioni del centro Italia  colpite dal sisma e non solo. 

Mi piace infine ricordare che unitamente a Sara Marino, dopo alcune presentazioni congiunte, istituisce e manda in onda dal 30 luglio 2020,  il “salotto culturale di Andrea e Sara ”, un ambiente virtuale in cui ogni venerdì, vengono intervistati e fatti conoscere autori ed autrici emergenti con le loro novità letterarie.

Ma scopriamo qualcosa in più sul suo conto:

Andrea, dalla tua biografia e da ciò che produci, si evince senza alcun dubbio l’esistenza di una proficua attività tutta dedicata non solo alla scrittura, ma anche alla musica, alla fotografia e soprattutto all'organizzazione di  eventi culturali in generale, spesso con fini dedicati e sicuramente nobili.  In particolare, dai forte risalto al ruolo che  ogni opera, sia letteraria che figurativa, si assume con lo scopo di poter dare voce, in termini di innalzamento del livello di attenzione a contenuti sociali (vedi l’impegno musicale e la raccolta fondi) forse poco considerati e magari anche un po’ dimenticati dalla sensibilità comune. Come spieghi questo connubio tra forma artistica e utilità sociale da te scelto in qualche circostanza? E quanto pensi possa essere utile  mettere a disposizione le proprie capacità individuali sul tavolo dei temi  che sono più a cuore alla nostra comunità quali il dissesto sociale, l’emarginazione ecc.??

Facile! Mi piace tutta l’arte di per sé a prescindere che sia la scrittura, la musica e la fotografia. Mescolandole assieme tra loro, essendo le mie tre passioni più grandi, si genera questa alchimia di elementi che è il mio stile. Avendo anche un passato come animatore in cui stavo in mezzo al pubblico, ho sempre amato sentire il loro calore e affetto. Da li ho iniziato le mie prime esperienze e man mano sono arrivate le altre (la musica e la fotografia). Essendo poi le tre arti, elementi che portano gente comune e benestante o altolocata mi sono detto: “questa gente ha tutto e non gli manca nulla, allora perché non aiutare anche chi ha bisogno e non ha nulla?” Tutto è partito nel 2010 quando ho ideato e condotto una serata benefica per i bambini del Darfur. Avevo sentito del loro disagio in un documentario e così ho voluto fare qualcosa per loro. Durante quella serata ho fatto un concerto benefico per loro recitando mie poesie o rappando brani rap.

A seguito del terremoto 2016 invece ho ideato e organizzato con una mia amica bibliotecaria un reading poetico per le popolazioni colpite dal sisma.

Mi piace molto aiutare chi ha bisogno, ha sempre fatto parte di me e sempre lo farà.

E lo stile?


Spesso nascono questioni, tornando all’arte,  circa l’eventuale unione immagine-scrittura. Siamo ormai certi che in molti casi l’immagine stimola in un certo senso la creazione di versi poetici, di frasi e/o di riflessioni; e più questa risulta essere affascinante per i suoi toni estremamente cupi,  o felicemente gioviali, più la composizione poetica o qualsiasi altra forma espressiva,  assume caratteri fortemente aderenti al suo contenuto. Essendo tu, come detto, anche un appassionato di fotografia, credi che questa teoria trovi conferme anche nella produzione artistica che ti appartiene (romanzi, racconti ecc.)?

Sì! Adoro molto nel tempo libero che ho andare a passeggiare con mia moglie Adele in mezzo alla natura. La calma e la tranquillità mi rigenera e mi da ispirazione per scrivere una poesia o un racconto, oppure anche idea per comporre una musica che rispecchia il mio stato d’animo di quel momento.

Nei miei romanzi o racconti c’è sempre qualcosa di me, dei piccoli frammenti autobiografici che mi riguardano, così in questo modo mi sento parte integrante di ciò che ho attorno e la natura stessa mi avvolge in tutto generando e scatenando emozioni di idee e spunti ogni volta per qualcosa di nuovo.

Il "salotto culturale"

Ho sperimentato personalmente il tuo “salotto culturale” (condotto unitamente alla brava Sara Marino), a cui ho personalmente partecipato come vostro ospite. Nella circostanza, ho potuto constatare quale fosse l’obiettivo primario della sua creazione: quello cioè, di far conoscere, nell'ormai immenso panorama editoriale italiano, quegli autori  sconosciuti - o meno noti -  le cui opere sono spesso vere e proprie creazioni di elevato spessore.  Inoltre, in questo progetto, risulta lampante la semplicità insita nella realizzazione: sia per quanto concerne la descrizione dell'opera,  sia nella conversazione con l’autore stesso. Tale procedura, a mio avviso apprezzata,  permette  di raggiungere ogni lettore attraverso un’enunciazione naturale e genuina dei fatti, senza alcun particolare artificio. Come nasce l’idea di questo progetto che tanto successo ha ottenuto in questi tre mesi?


Sara, come dico e chiamo in simpatia a lei, è la mia socia con la quale si è creato un bellissimo feeling letterario per via delle numerose idee che ci accomunano e che pensiamo allo stesso modo. Lei inoltre è anche un’ottima amica e compagna di viaggio in questo mondo letterario. Ho letto i suoi libri e sono rimasto molto colpito dalle sue storie descritte elegantemente e in molti passaggi mi sono ritrovato anche io parte integrante.

Ci siamo conosciuti a Milano quasi un anno fa in una giornata dedicata a delle presentazioni e da subito, sentirla presentare i suoi libri in modo brillante e simpatico mi sono detto “con lei devo organizzare qualcosa”. Eravamo già amici da qualche tempo in facebook; così una sera di marzo durante il periodo del lock-down, vedendo che in molti facevano presentazioni online dei propri libri, per pura casualità ci siamo scritti a vicenda di ideare e presentare qualcosa assieme e per gli altri. Così dopo esserci accordati su come organizzare il tutto, alla fine di comune accordo abbiamo deciso di chiamarlo “salotto culturale” per trovarci a nostro agio come se fossimo in un salotto vero e proprio e oltre alla nostra presentazione di apertura, ci siamo detti di comune accordo di intervistare anche altri e la gente ha risposto in modo più che positivo e all’inizio di tutto nonostante eravamo molto scettici prima della nostra presentazione online su come sarebbe andata, invece la gente ci ha seguito molto numerosa e si è prenotata.

Grazie al salotto, a cui dobbiamo tanto entrambi, ci ha fatto scoprire, a parte chi già conoscevamo, anche nuova gente e nuovi libri a noi sconosciuti, tutti molti interessanti. Anche per noi è stato un piacere averti avuto e ti ringrazio a nome mio e suo, soprattutto grazie a questa intervista che ci hai fatto.

domenica 11 ottobre 2020

Federica Sanguigni: la poesia che segue l'istinto



Ho il piacere di ospitare, nell’angolo riservato alle novità e le interviste del mio blog, una poetessa la cui scrittura fluida e profonda, sonda con tenacia natura e sentimenti  alla ricerca dei significati della vita. E lo fa analizzando soprattutto forme, colori e stati d'animo. Una ricerca la sua, che la porta a contatto con le innumerevoli influenze che l’esistenza profonde, e all’interno delle quali si immerge con viva contemplazione  e autentica riflessione attraverso le sue poesie. Federica Sanguigni vive a Fondi ed è membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Culturale "Musicinecultura" all’interno della quale, oltre a collaborare all’organizzazione di eventi, si occupa anche di recensione di testi narrativi e poetici, nonché di presentazioni di libri in generale. Membro di giuria in concorsi letterari, è anche autrice dell’atto unico teatrale “È solo colpa mia”, tratto dall’omonimo proprio racconto risultato  vincitore di un  premio letterario a Reggio Calabria. Uno sguardo attento anche a temi sociali, quali la violenza sulle donne e la condizione patita dalle persone diversamente abili e sicuramente bisognevoli di maggiori attenzioni,  fanno di Federica un’autrice completa. Un'artista che sa mettere a disposizione dei propri lettori, non solo l’arte intesa come forma espressiva quale frutto di raffinata creazione, ma l'arte come strumento di sensibilizzazione in ambito sociale e culturale. 

Ma cerchiamo di conoscerla meglio.  

Federica ti dichiari apertamente appassionata di lettura e soprattutto amante della poesia di cui hai iniziato ad apprezzarne versi e autori fin da bambina.  Immagino che tu, autrice di poesia ormai affermata, l’abbia scelta quale espressione artistica che meglio poteva “illuminare” le tue emozioni e le sensazioni ad esse connesse. Quando, nel corso della tua vita, ti sei resa conto che avresti potuto anche tu mettere il tuo animo in condizioni di poter esprimersi attraverso questa nobile e antica forma di scrittura?

Ho scritto qualche poesia già da bambina, lo ricordo bene, e mi dispiace non averne più traccia. Ma è nell’adolescenza, l’età dei primi turbamenti e delle prime delusioni, che ho dato grande sfogo alle mie emozioni portandole su carta attraverso la sublime forma della poesia. Nel corso degli anni, essa è stata una compagna fedele in ogni momento della mia vita, soprattutto quelli più difficili e dolorosi. Solo nell’età matura, però, la poesia mi ha dato quel coraggio necessario a comunicare, attraverso di essa, con un pubblico. Trasmettere emozioni, permettere alle persone di identificarsi nei miei versi e di trovarne conforto, a volte, è la soddisfazione più grande che mai avrei creduto di poter provare.   

La polifunzionalità della scrittura
Il tuo impegno nel sociale lascia trasparire una certa sensibilità verso le fasce più a rischio in tema di violenza ma non solo, direi soprattutto verso quelle categorie di persone che affrontano un disagio dato dalla loro diversa abilità. Me lo fa capire la tua ultima pubblicazione “Da me a te andata e ritorno”, in collaborazione con Roberta Recchia, dove questo importante argomento viene trattato attraverso racconti e poesie.  Sai coniugare agevolmente quindi, arte e impegno morale e civile. Come sei riuscita a proiettare la tua creatività poetica in questo mondo e come ha inciso questo impegno nella tua esperienza di poetessa?

Credo che l’arte in generale, oltre a svolgere una funzione di intrattenimento e di piacere, debba mettersi al servizio della società. Un brano musicale, un dipinto, una poesia possono comunicare messaggi di pace, di speranza, possono informare, spronare le anime a una riflessione attenta e partecipata di qualsiasi situazione. Personalmente, avverto continuamente una sorta di dovere morale nell’impiegare la mia creatività per dar voce a persone e vicende che spesso, purtroppo, non hanno possibilità di farsi sentire. Non sono capace di rispondere alla domanda “come ci sei riuscita” perché è qualcosa che parte dal mio animo e che mi “obbliga” a farlo. Posso, però, citare le parole di una persona che ha detto di riconoscere in me un particolare talento nel riuscire a interpretare situazioni e stati d’animo che, anche se non mi appartengono, vengono fuori nei miei scritti. E tutto ciò ha inciso profondamente nella mia poetica e nell’esperienza sempre forte con la poesia, arricchendola e facendomi ogni volta capire che quello che ricevo è sempre maggiore di ciò che dono.

Abbiamo entrambi a cuore un tema assolutamente importante e sempre molto sentito all’interno della nostra società ed è quello della violenza sulle donne. Con i tuoi testi, hai partecipato a incontri e convegni nelle scuole allo scopo di sensibilizzare le comunità locali - e non solo - a porgere la dovuta attenzione a un fenomeno che non conosce pause e particolarmente sentito sia a livello nazionale che in tutto il mondo femminile. Lo hai fatto coinvolgendo organi competenti quali il “Centro antiviolenza Nadyr di Fondi” e la “FIDAPA” sez. di Fondi.  Pensi che la poesia e la scrittura in generale possa raggiungere dei buoni risultati in termini di invito alla riflessione, come deterrente a questo triste e inarrestabile susseguirsi di eventi e/o come campagna di sensibilizzazione libera?

Il drammatico argomento della violenza sulle donne è un tema ricorrente nei miei scritti, siano essi in poesia che in prosa. E sono state proprio le associazioni a coinvolgere me nelle loro iniziative. Ritengo anche questo una sorta di dovere morale, un compito che sento di dover svolgere attraverso la mia creatività. Sono consapevole che non sarà una poesia a cambiare la situazione ma parlare di questo tema, informare soprattutto i ragazzi e le ragazze, è fondamentale per una visione ampia e seria del problema. Ripongo, dentro di me, la speranza che le mie parole vengano lette da chi vive simili situazioni e che esse possano essere la spinta necessaria a reagire. Più di una volta mi è capitato di essere contattata da persone che, seppur indirettamente, avevano bisogno di un aiuto in quanto riconoscevano in me una “addetta ai lavori”. Non solo, mi è stato chiesto di parlare di vicende di vita vissuta, attraverso la mia creatività artistica. Fungere da tramite, in situazioni del genere, essere la voce di chi non sa o non può parlare, mi rende fiera del piccolissimo contributo che sto dando a questa causa. Credo che la cultura, la corretta informazione, l’impegno di artisti anche in altre discipline, possano dare una particolare visione del dramma della violenza sulle donne e, di conseguenza, un aiuto concreto alla sensibilizzazione in questo ambito.

Sfumature "In cammino" tra i versi
La poesia, sotto il profilo artistico, è il mezzo attraverso il quale spontaneamente diamo libero sfogo ai nostri sentimenti.  Tra i suoi versi, esiste la consapevolezza e la concreta certezza che risponda fedelmente agli stimoli trasmessi dal mondo circostante, decodificando i messaggi che ci invia attraverso le sue manifestazioni naturali. La poesia, intesa quindi come filtro tra mondo e coscienza, è inquietudine e malinconia, ma diventa anche euforia ed esuberanza dell’anima subito dopo. Come interpreti i segnali che la tua sensibilità ti palesa in relazione a questi elementi della nostra esistenza? E quanto ritieni importante il rapporto ispirazione – stato d’animo che in molti sostengono essere alla base della produzione poetica individuale?

Sono quotidianamente, incessantemente soggetta a stimoli interni ed esterni che la mia sensibilità poetica coglie a volte con grande sofferenza. Tutto ciò che mi circonda mi rimanda alla poesia. Un fiore non è solo un fiore, per me. Un volo di rondine non è solo il movimento meccanico delle ali. Una confidenza di un amico, seppur nella massima discrezione e nel rispetto più assoluto, non resta in superficie ma sedimenta nel mio animo e diviene riflessione e spunto di scrittura. Ogni sfumatura dell’essere umano attecchisce dentro di me come seme pronto a germogliare. Ogni malinconia, ogni inquietudine, ogni euforia diventa verso. Credo non possa esserci poesia senza ispirazione legata ai moti dell’animo. Un poeta è continuamente ispirato perché la sua percezione delle cose è altissima, non comune. Non c’è presunzione nelle mie parole, ma credo che il poeta abbia una sensibilità quasi ultraterrena. Ed è grazie a questa sensibilità, e a causa di essa, che gioisce e soffre in maniera diversa. I poeti non travisano il mondo, risposi una volta a una persona. I poeti lo salvano perché guardano attraverso e arrivano oltre.  

Link per l'acquisto:

Ringrazio Federica per la sua gentile disponibilità e, per chi volesse acquistare i suoi libri, o semplicemente saperne di più, potrà servirsi dei link seguenti:

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martedì 25 agosto 2020

Dopo il fermo anti-Covid torna dal vivo la "Festa del Libro e della Lettura di Ostia"


In occasione delle prossime Festività di S.Monica e di suo figlio S. Agostino, patrono di Ostia, si svolgerà i prossimi giovedì 27 e venerdì 28 agosto pp vv., la ventottesima edizione della Festa del libro e della lettura di Ostia con ingresso, come sempre, libero e gratuito. 

L’importante manifestazione culturale del Litorale Romano si terrà per la prima volta in questo 2020  (in genere sono tre gli appuntamenti annuali) all’aperto e nel rispetto delle norme anti-Covid.

La Festa si terrà nell’ampio e accogliente Giardino della Famiglia, che si trova nell’area retrostante la Chiesa di S.Monica (piazza S.Monica), di fronte alla “Vasca”,  centro culturale dell’AssociazioneClemente Riva, organizzatrice dell’iniziativa. Il tema: “Parole per ripartire”. 

Migliaia di libri usati saranno disponibili ad offerta libera per raccogliere fondi di solidarietà, e per festeggiare i dieci anni della festa, tante le offerte speciali in programma. Altri argomenti importanti sono la candidatura del Parco archeologico di Ostia Antica a patrimonio dell’Unesco, risultati e prospettive dell’Ostia Liber Fest, il primo Festival delle librerie di Ostia e infine un omaggio a Gianni Rodari nel centenario della sua nascita.

Durante i due giorni è previsto inoltre l’allestimento di uno “Speech Corner” dalle 16 alle 19: interventi liberi e gratuiti di autori, scrittori, artisti, musicisti e fotografi sul loro ultimo libro, sulla loro nuova opera o sulla loro attività. La Festa ospiterà anche la Mostra itinerante del fotografo Pino Rampolla “Dalla solitudine al Sole": Ostia e la sua lotta al coronavirus”. Verrà altresì annunciato ufficialmente il giorno dell’inaugurazione della Mostra con l’esposizione delle opere che hanno partecipato al Concorso Nazionale “Fotolibrando online”, organizzato dalle Associazioni culturali Clemente Riva e Alta Marea: sabato 10 ottobre presso la Galleria Artedegas di Ostia (l’evento proseguirà fino al 17 ottobre), gestita da Cristina Casavecchia. Orari dei due giorni della Festa: 10-13 e 16-19. Media partner Canale 10.

Ma per chi volesse saperne di più o interagire con l'organizzazione, può servirsi dei seguenti riferimenti telefonici e informatici:

Telefono: 3273590986

Mail: assclementeriva@gmail.com


giovedì 4 giugno 2020

Panorami culturali - con Maria Teresa De Donato

Dal Texas in Italia per raccontarci dei suoi libri

Molto spesso mi capita di essere incuriosito e affascinato da ciò che può rappresentare un'occasione di scoperta fuori dall'ordinario quotidiano. La nostra conoscenza in questo tempo, ha senz'altro ampliato ogni confine, soprattutto con l'ausilio della rete, la quale ci mette a disposizione un intero pianeta - e non solo -  con tutte le sue realtà e i suoi segreti da scoprire. Con un semplice clic insomma,  siamo in grado di soddisfare con immediatezza, ogni nostra semplice curiosità e spaziare in ambiti a noi più affini e preferiti. Ed è proprio in quest'ottica, fenomeno  ormai affermato nella società contemporanea,  che mi è capitato spesso di raggiungere persone che pur distanti dal punto di vista geografico, si sono rivelate assai vicine  in quello dell'intesa culturale. Soprattutto, nella facilità con la quale si viene a stabilire  una connessione emozionale finalizzata non solo alla condivisione di interessi comuni in ambito scientifico e/o letterario, ma anche sotto il profilo umano e squisitamente passionale. 

Ho qui con me infatti, come apprezzato risultato di quanto enunciato, un personaggio che oserei definire dalle mille risorse e al quale proporrò una breve intervista. Stiamo parlando di  Maria Teresa De Donato.

Ma chi è Maria Teresa De Donato?


Maria Teresa De Donato è Dottoressa in Salute Olistica, Naturopata, Life Coach e Autrice di saggi, articoli, romanzi e molto altro ancora che non sto ad elencare per questioni di spazio. Nasce a Roma e vi rimane fino al 1995, anno in cui si trasferisce definitivamente negli USA.  Nel nuovo continente, Maria Teresa consegue il diploma di giornalista presso l’“American College of Journalism”. Successivamente, consegue le lauree Bachelor, Master e Dottorato in Salute Olistica presso "Global College of Natural Medicine", specializzandosi in Naturopatia, Alimentazione ed Erbalismo, sia Occidentali sia Orientali (incluse, quindi, l’Ayurveda e la Medicina Tradizionale Cinese), e in Omeopatia Classica Hahnemanniana.   Inoltre, da circa 40 anni svolge attività di Coaching, con certificazioni in Gestione dell’Ira, Analisi del Conflitto, Negoziazione e Gestione del Conflitto, e Comunicazione Strategica per Coppie. 


È stata autrice di alcune poesie tra cui "Darkness" (Tenebre), "Ocean of Senses" (Oceano di Sensi) e "Night of Love" (Notte d'Amore). Le prime due sono state pubblicate negli USA dalla Cader Publishing sull'antologia "Etchings" nel 2000. "Ocean of Senses" ha ottenuto una Honorable Mention nell'estate del 2000 ed è stata pubblicata anche sull'antologia "Ovations" nell'estate del 2001 ottenendo, sempre nel 2001, il President's Award of Literary Excellence, ed è apparsa anche sul n.13 del periodico italiano L'"Etruria" (15/08/2002), nello spazio dedicato alla cultura. Ha collaborato negli anni in qualità di scrittrice e giornalista freelance, content manager, editor-in-chief (caporedattrice), ricercatrice bibliografica, e/o traduttrice, con periodici e giornali sia americani che europei,  appartenenti all’area culturale nei settori beni culturali, diritti umani, salvaguardia ambiente e animali, salute e benessere con particolare attenzione alla medicina naturale. Insomma un elenco di attività in molteplici aree di grande interesse e, talmente ampio da non poter certamente essere riassunto in poche righe. 

Una sensibilità a tutto campo

Esaminando il suo corposo curriculum, la prima considerazione che mi nasce naturale riguarda la formidabile capacità di applicazione  delle proprie competenze nei vari contesti e settori di impiego in cui eroga il suo contributo. Al riguardo, appare del tutto evidente che quando si mettono in campo conoscenze su discipline dedicate alla salute e al benessere psico-fisico in generale, assieme a quelle dedicate all'informazione scientifica, spesso riferita ad argomenti e tematiche socialmente sensibili in ambito mondiale, si assumono prerogative che sono di fondamentale importanza nel raccontare le proprie storie: sia in poesia, sia attraverso racconti e romanzi. Ed è proprio su queste ultime espressioni artistiche che andiamo a concentrarci.

Le sue pubblicazioni:

In particolare, è autrice di varie pubblicazioni che trattano temi legati alla salute e di un libro di carattere motivazionale di cui è coautrice unitamente a Denis Gorce Bourge dal titolo "Dare to Rise –Reshaping Umanity by Reshaping Yourself(disponibile solo in inglese). Inoltre, è autrice anche di un libro a carattere religioso dal titolo A caccia dell’Albero della vita" – un viaggio spirituale nelle tradizioni del giardino. E ancora, un romanzo fiction -  storico erotico intitolato Oceano di Sensi". Un romanzo autobiografico- storico- genealogico dal titolo Anelli Mancanti” - capire chi siamo attraverso coloro che ci hanno preceduti e infine un libro intitolato “L'AUTISMO visto da una PROSPETTIVA DIVERSA” - La storia di successo di Cesare, di cui è autrice insieme a Giovanni Tommasini, Educatore.

Ma chiediamo a Maria Teresa:

Io: Maria Teresa, al di là di una certa e garantita dote naturale nel sapere abbracciare con adeguata competenza tematiche legate non solo alla salute, settore nel quale disponi di una vasta preparazione, ma anche quelle che spaziano dall'ambiente alla salvaguardia degli animali, dai diritti umani ai beni culturali ecc., quanto ha influito il trasferimento negli USA alla tua crescita professionale? E quanto ti ha dato in termini di esperienza nei vari campi l’ambiente in cui vivi?

M.T.: Il trasferimento negli USA è stato fondamentale.  Gli USA mi hanno permesso, grazie alla loro mentalità più aperta e disponibile, ad internet che si è diffuso in primis proprio in questo Paese negli anni in cui sono emigrata, alla facilità di reperire informazioni e alla possibilità di entrare in contatto con ambienti a cui in Italia non avevo avuto accesso, di cimentarmi in attività che nel mio Paese di nascita mi erano state precluse. Malgrado le differenze culturali che naturalmente esistono e l’allontanamento da un ambiente perfettamente conosciuto, l’America mi ha permesso di arricchirmi culturalmente (nel senso di immergermi, abbracciare e capire meglio una cultura diversa dalla mia), professionalmente ed anche spiritualmente. Sono, infatti, il confronto, il rispetto e l’accettazione e comprensione della diversità che allargano i nostri orizzonti e la nostra mente insegnandoci a vedere le cose da prospettive completamente diverse da quelle cui siamo abituati. Avendo una natura eclettica ed essendo intellettualmente curiosa e naturalmente portata a confrontarmi con altre culture, a studiare ed imparare sempre cose nuove, qui ho trovato l’ambiente ideale per realizzare molti dei miei sogni. In Italia, purtroppo, molti ambienti ed attività sono ancora tristemente legati alla politica e al clientelismo piuttosto che alla meritocrazia. Ecco perché spesso si fa riferimento alla ‘fuga di cervelli’ dall’Italia: perché tanta gente in gamba, preparata e competente e che merita veramente trova tutte le porte chiuse nel proprio Paese mentre, al contrario, ha successo all'estero dove talento e preparazione ancora hanno valore.

Io: Tra le moltissime tue attività troviamo, nel campo della scrittura artistica, tuoi componimenti poetici di cui tra l’altro sei anche traduttrice e romanzi. Quale di queste due forme espressive ritieni possa meglio identificarti e per quale motivo.

M.T.: Pur essendomi cimentata, ed anche con successo, nella poesia (ho ottenuto Honorable Mentions ed un President’s Award of Literary Excellence), avendo uno stile giornalistico e piuttosto descrittivo mi sento più portata per narrativa e saggistica e, di conseguenza, anche per i romanzi.

Io: Ci puoi parlare delle differenze che hai trovato in relazione alla sensibilità nei confronti della scrittura in generale tra le culture Americana e italiana? Insomma, il mondo editoriale a stelle e strisce     regge bene la sfida con la rete, la tv e tutte le altre forme di intrattenimento rispetto al classico buon libro da leggere e conservare nella propria libreria?

M.T.: Queste due domande richiederebbero delle risposte più articolate e complesse che non possiamo fare in questo contesto. Cerco di rispondere nel modo più sintetico possibile e, quindi, approssimativo.

Prima di parlare di scrittura, di cultura e di arte in generale o di qualsiasi altro argomento, dobbiamo tener conto di una differenza fondamentale tra Stati Uniti e Italia e che è alla base di tutto: gli USA sono un Paese ancora relativamente giovane; l’Italia, al contrario, ha una cultura millenaria. Questa profonda differenza si riflette in ogni cosa, situazione, ambito, disciplina. Essendo molto più giovane, l’America è più aperta al futuro. L’informazione è più facilmente accessibile anche e soprattutto per un discorso di mentalità. Da noi tante cose vengono ancora gestite come fossero segreti di stato quando invece dovrebbero essere alla portata di tutti, perché è così – a mio modesto avviso – che un popolo progredisce. La situazione comunque, anche se molto lentamente, sta cambiando in Italia, forse proprio grazie ai giovani. Le moderne tecnologie, la sperimentazione a tutti i livelli, quelle che tu chiami “forme di intrattenimento” e qualsiasi altro strumento che la moderna tecnologia – che sta viaggiando alla velocità della luce e con cui è una sfida e di fatto impossibile tenersi al passo – qui trovano immediatamente terreno fertile e vengono accolte con entusiasmo.

L'Italia, proprio perché ha una sua storia, una sua cultura e tradizioni millenarie – di cui dobbiamo essere fieri e che dobbiamo tesoreggiare perché ce le invidia il mondo intero – si muove più lentamente su tutti i fronti.

La situazione dell’editoria americana, almeno al momento, non mi sembra molto diversa da quella italiana: se differenze ci sono, si tratta di metodologie di approccio e maggiore disponibilità nei confronti dell’interlocutore, chiunque egli sia, e sicuramente di una migliore organizzazione a tutti i livelli, piuttosto che di strumenti utilizzati.

Ci sarebbe molto altro da dire, ma mi fermo qui. Aggiungo solo che per quanto riguarda la ‘sensibilità nella scrittura’ a cui fai riferimento tu, posso solo parlare della mia personale percezione della cosa, anche qui in generale, perché poi dipende sempre dall’autore: quando leggo un libro (o qualsiasi altra cosa) in inglese, mi sembra che ci sia sempre una sorta di ‘leggerezza’ nello scritto. Con questo non intendo dire affatto che il testo sia superficiale o che manchi di contenuti profondi, ma che lo stile è diverso, quasi sempre giornalistico, e quindi spesso lontano dai quei toni ‘colti’ della letteratura classica italiana cui siamo abituati noi, almeno in passato. Un secondo aspetto è sicuramente la lingua: l’inglese è la lingua ‘business’ per eccellenza; l’italiano ha una vastità di toni, di sfumature ed una ricchezza linguistica che – non me ne vogliano gli amici di madrelingua inglese – l’inglese non ha.

Per quanto riguarda le ‘librerie’, comunque, anche qui ci tengono e soprattutto le generazioni nate dopo la Seconda Guerra Mondiale ed entro la fine degli anni ’60 vanno alla ricerca di testi antichi (per loro un libro – o qualsiasi altro oggetto – che ha 40 anni è di per sé ‘antico’. Inutile fare confronti proprio per gli aspetti che abbiamo considerato prima. La cultura, comunque, a qualsiasi livello sia ed in qualsiasi forma si presenti, è apprezzata ovunque proprio per la sua universalità.

Oltre tutto questo, Maria Teresa De Donato gestisce con successo anche un blog, consultabile in varie lingue, dove pubblica i suoi interessanti articoli e che può essere visitato qui

Inoltre, coloro che volessero saperne di più, possono visitare la sua Pagina di Autore Amazon   e contattarla attraverso i suoi siti, blogs e sui vari social networks tra cui Facebook, LinkedIn e Twitter. Maria Teresa sarà ben lieta di entrare in contatto con i suoi lettori.

Prima di salutarla e ringraziarla per la sua gradita disponibilità, ricordo che tutte le sue pubblicazioni sono disponibili su tutti i canali di distribuzione mondiale di Amazon. 

Un caloroso  saluto a Maria Teresa nella speranza di ritrovarla presto a raccontarci di lei, non prima di averle fatto  un grosso in bocca al lupo per tutte le sue attività che ritengo essere un valido contributo alla cultura internazionale.  


                

          


 


venerdì 17 aprile 2020

La costruzione di un’autrice: Tiziana Mignosa e la sua scrittura.


L’intervista che in questo articolo  di oggi vi propongo, è dedicata ad un’artista sensibile e sempre pronta a cogliere le sfumature nascoste nella vita. Una creatrice di emozioni dalla consolidata esperienza, costruita negli anni con tenacia e con passione.

Ma conosciamola meglio e più da vicino.

Tiziana Mignosa è nata a Siracusa da una famiglia dove l’arte si mescolava ai profumi di salsedine e mare sotto i caldi soli del sud. La maggior parte dei componenti del suo nucleo famigliare infatti, era formata da artisti. La vediamo avvicinarsi in età precoce a questa umana virtù, e lo fa attraverso la frequentazione delle gallerie ove la madre, pittrice, allestiva ed esponeva le proprie opere pittoriche. Ben presto quindi, si  rende conto che quel mondo, quello dell’arte appunto, le appartiene a pieno titolo.

Dalla spiccata sensibilità, si appassiona a tutto ciò che le tocca l’anima: la musica, un tramonto, il profumo dei fiori. Tutti elementi questi che trovano, in quel suo modo di osservare il mondo, una cassa di risonanza dove propagarsi e prendere la via della libertà attraverso la scrittura. Tutto ciò che riesce a far vibrare le sue  corde emozionali le scatena entusiasmo e voglia di mettere in cantiere progetti sempre nuovi e più ambiziosi.

Il suo incontro con la poesia inizia da bambina: i primi versi li compone addirittura a nove anni. Non si ferma e in adolescenza continua a fissare sulla carta i suoi momenti che sente più importanti affidandoli, come spesso accade, a un cassetto che ne manterrà in gran segreto il contenuto. Oggi Tiziana ha sicuramente incrementato la sua produzione letteraria apportando una ventata di fresche soluzioni, molte delle quali, impreziosite anche da riconoscimenti e premi. Non solo poesie quindi, ma favole per bambini, romanzi ed opere dal sapore innovativo e tutto questo, lo si evince chiaramente dalla sua nutrita bibliografia.

Un fornitissimo archivio quello che Tiziana mette a disposizione dei lettori

Nel 2007 pubblica la sua prima silloge poetica, I segreti del cielo. Nel 2008 è la volta del suo primo romanzo, La storia senza fine, seguito nel 2009 dalla prima edizione di Perché, un altro romanzo; nello stesso anno pubblica Piume d’Anima, una silloge scritta insieme ad altri 3 poeti. Nel 2010 è la volta di una raccolta di favole, Le 7 favole per imparare a sorridere, opera vincitrice del 3° premio letterario “Favole, cammini e percorsi 2010”. Nel 2011 una nuova silloge, trentatresospiri, scritta insieme a Maria Grazia Vai, in italiano e in francese, ispirata al tema della sensualità, nel 2012 un’altra silloge ancora, Rossocosì, che si affianca a Verdeinperfetto di Maria Grazia Vai con la quale, in quegli anni, organizza e presenta serate artistico-culturali denominate Poesia sotto le stelle, Profumo di poesia, Sfumature in Jazz, Sognando l’Infinito, che vedono coinvolti autori provenienti da tutta Italia. Nel 2013 pubblica la seconda edizione, riveduta e corretta, di Perché e nel 2014 un’altra silloge, Il misterioso potere che la bellezza emana. Luci ed ombre di una missione flash, opera vincitrice del concorso letterario “Premio 13”, edizione 2013. Nel 2017è la volta di L’attimo e il piacere, sempre una silloge poetica, scritta insieme a Roberto Ioannilli, nel  2018 pubblica la terza edizione del romanzo Perché. Nello stesso anno vede la luce il saggio Perle d’Arcobaleno. Piccolo manuale per viandanti smemorati.
Stanotte ho fatto un sogno. La vita di un angelo chiamato Tony e i suoi segnali di Luce e di Amore è il suo terzo romanzo che è attualmente in stampa.

Ma dicci Tiziana:

Il desiderio di scrivere è iniziato in età precocissima. Le prime poesie addirittura scritte all’età di nove anni. Che importanza ha avuto nel tuo sviluppo artistico il fatto di essere cresciuta in una famiglia dove l’arte era assai presente sotto varie forme?

I bambini, come del resto ogni creatura “piccola”, sperimentano la vita attraverso le esperienze che fanno come l’unica realtà possibile e neanche si chiedono se potrebbe esserci qualcuno che vive altro. Per me è stato assai normale sin da subito, infatti, vivere in un ambiente “coloratamente artistico e creativo”, se posso osare mi spingo anche oltre … Credo comunque che sia stata la mia “natura creativa” non solo a farmi scegliere di nascere in una terra meravigliosa e controversa come la Sicilia ma anche a spingermi proprio verso quella famiglia dove l’arte e i contrasti accesi si sono sempre respirati con assoluta naturalezza nell’aria. Anche per altro, ovviamente, ma non mi soffermerò su questo punto perché non me lo hai chiesto ma soprattutto perché rischierei di dilungarmi troppo.
La sintetizzo così: diciamo che non mi è mai piaciuto annoiarmi e se avessi scelto una famiglia priva di senso artistico e creatività molto probabilmente mi sarei annoiata a morte e questo non poteva di certo accadere!

Molto spesso chi fa poesia è fortemente influenzato dall’ambiente in cui è nato ed è cresciuto appunto. Soprattutto, svolgono un ruolo di primaria importanza le vicende storico-sociali del momento, ma anche, fatti privati personali che in qualche modo emergono e si rendono palesi all’interno delle opere composte. Quanto e quali di questi elementi hanno esercitato un influsso più o meno importante al tuo modo di creare?

Credo che l’ambiente in cui siamo nati e cresciuti, ma anche quello che scegliamo di vivere nel presente, influenzi, chi più chi meno,  ognuno di noi. Scegliere di essere liberi da condizionamenti vari implica una presa di coscienza e un grande lavoro su se stessi che, se fatti con consapevolezza e amor del vero, danno  sempre i loro buoni frutti. Per quanto riguarda me credo di essere sempre stata una creatura che in un certo senso, consentimi l’espressione, “ha viaggiato sempre un po’ per conto proprio”. Sicuramente sono stata influenzata dal mio mondo, come chiunque, ma a livello conscio non ho mai badato né alle mode né alle correnti del momento, piuttosto ho sempre cercato di dare ascolto a quello che è il mio “sentire più profondo”, quella piccola lucina che brilla dentro ognuno di noi e che fa da bussola a chi decide di seguirla.
Nel tempo la mia creatività, sia letteraria che artistica, si è evoluta da un iniziale bisogno irrefrenabile di esternare le mie emozioni a una vera e propria ricerca del sacro e del mistero della vita sulla terra e dell’UniVerso attraverso la via della Bellezza e dell’Amore con la consapevolezza che senza questi elementi base la vita stessa non avrebbe avuto  alcun senso.  

Noi tutti, quando abbiamo fra le mani un buon libro, ci chiediamo spesso quali siano le fonti e le origini  dalle quali nascono romanzi e poesie, che riescono in maniera spesso naturale a coinvolgere e catturare anche il più ostico dei lettori. Ci vuoi svelare il tuo segreto?

Sorrido, ogni libro scritto e pubblicato ha una sua storia individuale, un suo percorso e un suo epilogo differente; lo stesso accade per ogni poesia, ogni favola, ogni musica, ogni qualsiasi forma espressiva possibile, è questa una delle magie della vita; ogni sua manifestazione è sempre differente da tutte le successive! Per natura non mi piace forzare nulla e nessuno ma preferisco “scorrere dolcemente” nel flusso che, con amorevolezza e in maniera del tutto naturale, mi conduce dove sono attesa. La poesia viene a me esattamente come la prosa, non faccio assolutamente niente per attrarla, non la cerco nemmeno ma quando arriva l’accolgo a braccia aperte. Diciamo che semplicemente mi faccio da parte e lascio che sia la vita stessa a esprimersi attraverso di me, quando e come lo decide lei! Il mio romanzo “Perché” ne è l’esempio lampante, l’ho scritto in soli due mesi e soltanto nei ritagli di tempo perché in quel periodo lavoravo molto. Ricordo perfettamente quei momenti di grande trepidazione, friggevo letteralmente e non vedevo l’ora di mettermi al computer perché sentivo un bisogno impellente e prorompente che mi portava a scrivere senza sosta e senza intoppi fiumi e fiumi di parole. So che la cosa potrebbe ad alcuni sembrare strana ma è come se qualcuno me lo avesse dettato; io stessa ero assai sorpresa anche perché mentre scrivevo vedevo anche le immagini nella mente come se fosse un film. Seguivo quel magnifico flusso come se stessi vivendo tutto seduta in prima fila al cinema, insomma un’esperienza assolutamente magnifica! Ho scritto altri libri allo stesso modo ma il mio “Perché” ha un valore particolare per me, per questo lo cito spesso. Con la poesia accade la stessa cosa, non sono mai io a dire, quasi quasi adesso scrivo una poesia, è lei che viene da me, io semplicemente, e con infinita umiltà, permetto a quelle emozioni di vedere la luce arrivando, attraverso me, sulla terra.Sono convinta del fatto che ogni “opera che incanta” abbia radici profonde nel cielo e che chi scrive, dipinge, crea musica o qualsiasi altra forma d’arte attinga all’anima del mondo attraverso l’intervento celeste per poi, a mani aperte, donarne il frutto con Amore a chi vorrà coglierlo.

Bene salutiamo Tiziana che ci ha gentilmente onorato della sua presenza, seppur virtuale,  e le auguriamo di continuare a scrivere tante belle storie, ma soprattutto, a dedicare la sua sensibilità matura e consapevole alla creazione di storie sempre più coinvolgenti e di poesie affascinanti. 

Naturalmente chi volesse approfondire la sua conoscenza, può senz'altro farlo attraverso la sua pagina Facebook e il suo blog.