mercoledì 2 novembre 2022

La “ricca” pittura di Stefano Alisi in mostra a Velletri nei giorni 5 e 6 novembre 2022

La pittura di Stefano Alisi in mostra, presso la Sala Esposizione "Phoebus" di Vicolo Moscatelli 8 a Velletri (RM), nei giorni 5 e 6 novembre 2022.

Portare l’arte nelle sue varie forme sul territorio dando spazio e voce a quegli artisti che attraverso la propria capacità creativa hanno tanto da dire e da trasmettere attraverso le loro opere. Con questa finalità, l'Associazione Culturale “Phoebus”, situata in vicolo Moscatelli 8 a Velletri, mette a disposizione un'elegante Sala Esposizione dove si avvicendano eventi riguardanti le arti in generale, il prossimo dei quali, sarà dedicato alla mostra personale di un bravo e talentuoso artista del territorio.

giovedì 29 settembre 2022

La pittura che incontra la poesia


Capita spesso di imbattersi in concorsi di pittura nei quali viene richiesta una serie di versi a corredo di una immagine proposta dal pittore. "Phoebus Italia", ha pensato di rompere questa consuetudine invertendo le parti in questione. Non più quindi, almeno in questa circostanza, dedicare una poesia ad un quadro ma dipingere sulla base di un testo poetico al fine di proporre la propria prospettiva artistica. Via libera quindi a questo affascinante modo di creare, nell'ottica di una commistione di idee, creatività e fantasia. E a proposito del concorso entrando nel dettaglio?

Esiste una via immaginaria lungo la quale i pensieri fluiscono garbati. Una via che conduce dove l'onirico si mescola alla realtà del nostro quotidiano, creando sospensioni in costante evoluzione, dimensioni effimere e visioni affascinanti. Un mondo nel quale l’immaginazione inventa panorami ideali, paesaggi astratti, figure colorate pregne di profondità che la parola può sicuramente stimolare, comporre e costruire. Quella parola che dà voce alla poesia e che dipinge i luoghi del pensiero; che rivela territori della mente inesplorati e che si profonde nella fantasia disegnando sulla tela con i versi.

La poesia, è l'espressione dell'anima attraverso la quale la mente può vestirsi di figure e Leonardo, ne creò concetto quando affermò che la poesia è una pittura cieca e la pittura, una poesia senza la parola.

Ed è proprio la poesia che questa volta libererà soggetti da tradurre e interpretare, cercando di innescare un meccanismo creativo nel pittore, nella sua innata virtù di puro osservatore del mondo e testimone attivo dei propri sentimenti.

L’interpretazione personale del pittore nei confronti del testo, darà spazio alla  fantasia incarnando i valori della creatività e del genio, in stretta connessione con il livello di sensibilità che ogni artista possiede come patrimonio individuale. 

Il concorso di pittura denominato “L’immagine della poesia” indetto da "Phoebus Italia", si terrà nella sala esposizione Phoebus in Velletri (RM), in vicolo Moscatelli 8, dal 20 al 22 gennaio 2023.

Gli artisti partecipanti, potranno prendere visione del testo poetico dal titolo “Voci dalla mia terra”, prodotto da Vinicio Salvatore Di Crescenzo, e nei confronti del quale produrre le proprie opere a questa pagina Facebook

Iscrizione e regolamento a questo link

sabato 10 settembre 2022

In partenza la 1^ biennale di Velletri

È in arrivo la prima biennale d’arte e spettacolo di Velletri.  La manifestazione, diretta artisticamente da Albertino Spina, si svolgerà presso la sala esposizione Phoebus di vicolo Moscatelli 8 a Velletri, dal 20 al 27 novembre 2022

Un evento, che vedrà l’avvicendarsi di manifestazioni artistiche di varia natura: dalla pittura con allestimento di mostre da parte di importanti pittori del territorio e non solo, alle performance teatrali; dalle esibizioni musicali, alle sfilate di moda con capi dipinti e realizzati direttamente dagli artisti partecipanti.

Ma non finisce qui, vi saranno salotti, laddove gli artisti di varie discipline vorranno confrontarsi e parlare delle proprie arti sotto i profili estetico e sociologico ma soprattutto, e qui ci addentriamo anche nella scrittura, vi sarà una giornata dedicata alle presentazioni di libri. Quest’ultime, verranno proposte direttamente dagli autori nella giornata di sabato 26 novembre, a partire dalle ore 15,00.

Insomma, una kermesse che intende promuovere le arti in generale ponendo in evidenza l’importanza che queste hanno, in seno a una società che di arte - intesa nella sua più ampia accezione - ha sicuramente bisogno.

Inoltre, l’iniziativa tende non solo a dare voce e spazio alla fantasia, alla creatività e alla spiccata sensibilità che ogni artista possiede e alla quale si affida per creare opere di qualsia genere e livello, ma vuole essere anche veicolo di trasmissione di facoltà e ingegno umano verso potenziali e geniali artisti non ancora sbocciati. 

Infine, giusto rimarcare che tale iniziativa vuole e deve essere portatrice di un messaggio chiaro: avvicinare anche i più giovani alle arti mettendoli a diretto contatto con le stesse e con i loro creatori, affinchè vengano innescati gli stimoli giusti per creare in loro un primo, concreto interesse verso l'arte.

Gli artisti interessati alla partecipazione, potranno visionare regolamento, modulo iscrizione e materiale informativo attinente a questo link, o richiedere informazione scrivendo direttamente a: biennaledivelletri@gmail.com  

Appuntamento dunque presso la sala esposizione Phoebus Italia, dal 20 al 27 novembre 2022 per ascoltare le voci dell’arte.

sabato 27 agosto 2022

Libri e lettura: la forza dell'Associazione Culturale Clemente Riva

È proprio il caso di dire che l'Associazione "Clemente Riva" di Ostia, capitanata dal giornalista in Rai Gianni Maritati non conosce soste nell'organizzazione di eventi a favore della cultura, ma soprattutto della solidarietà. 
Infatti, il prossimo 4 settembre 2022, ad Ostia, presso la "Piccola Oasi di Stella Polare", in via Simone Straticò (fermata  Stella Polare trenino Roma  - Ostia lido), si svolgerà la "Mini festa del libro e della lettura" dalle ore 10,00 alle ore 19,00.
 
La manifestazione culturale offrirà, oltre alla presentazione di libri, la possibilità di poter accedere a centinaia di libri usati, ma in ottimo stato,  attraverso un'offerta libera che andrà comunque in beneficenza. 

Ancora una volta quindi, ma ormai è un'abitudine per la "Clemente Riva", si darà spazio alla cultura, corroborata, anche questa volta, da intenti solidali a favore delle fasce sociali più deboli e meno abbienti.
 
All'interno della kermesse, vi sarà spazio anche per la mia ultima raccolta poetica "Vimini freschi" (Pav Edizioni 2022), che tante soddisfazioni mi ha regalato in questa primavera/estate attraverso le numerose presentazioni effettuate. 

Un appuntamento dunque da non mancare, dacché sarà una nuova occasione per conoscere opere nuove, autori e vivere in serenità una domenica di letture tra mare e natura.




martedì 2 agosto 2022

Quando pensi che ...

Una prerogativa certa della poesia è che non smette mai di meravigliare, soprattutto quando deve farsi conoscere in ambienti, giudicati dal pensiero comune, molto più idonei e attrezzati a forme propriamente diverse dalla poesia. Ci sono luoghi, infatti, deputati alla realizzazione di manifestazioni letterarie per antonomasia: parlo di biblioteche, librerie, circoli, associazioni ecc. Non solo ben attrezzati a questo tipo di eventi, ma in grado di proporre la giusta atmosfera, affinché tutto risulti perfettamente coeso e ben connesso col fine che si prefigge l’evento.
E poi, ci sono anche luoghi dove immaginare un connubio tra arte ed ambiente nel quale la stessa si vuole portare potrebbe sembrare un’impresa. Eppure, questi luoghi hanno il sapore del dolce travaglio che porta alla luce nuove creature. Insospettabili ambienti dove ciò che ne nasce, è accolto come qualcosa di sorprendente, inaspettato e prezioso.

Il tour che in primavera ho voluto organizzare  per dare voce alla mia recente raccolta poetica “Vimini freschi” (PAV Edizioni), e che ha toccato varie regioni d’Italia si è chiuso proprio nel territorio che ha dato spunto e forma a molti dei componimenti in essa inseriti. Parlo naturalmente di Fondi, esteso comune del basso Lazio e più in generale della mia terra pontina.  Ultima data, prima della sosta di agosto, quella di Terracina, realizzata lo scorso 29 di luglio. 

L’Enoteca Futura del caro amico Aldo Nigro situata in via Fratelli Rosselli 33 in questo splendido centro marino, mi ha accolto con grande rispetto: sia nella figura di portatore di un’arte, ma anche e soprattutto nei confronti della poesia, nella sua più ampia accezione, e riferita al valore che essa rappresenta e conserva ancora oggi. Una forma espressiva che nella  società contemporanea certamente  fatica a mantenere i livelli che le competono nell’ambito della letteratura d’élite, ma che tuttavia è forte di un pubblico selezionato, assai rigoroso ed estremamente fedele.

E così, tutto è andato secondo le più ottimistiche previsioni. Accompagnato dalla brava e competente Giovanna Marchetti, conduttrice della TV MediaSud, facente parte inoltre, in collaborazione con  Renato Spaziani della GMRS Production 2 (realizzazione programmi tv e film), alla quale va tutto il mio ringraziamento per come è riuscita a raccontare con me la bella poesia della vita, l’evento si è rivelato un grande successo che ha dimostrato ancora una volta, quantunque ce ne fosse stato bisogno, che cultura e buon cibo sanno convivere e integrarsi senza creare pasticci; che poesia e buon vino sono i giusti compagni dell’arte la quale si esalta attraverso una riflessione distesa e addolcita dal nettare d’uva. Insomma, e lo dico con franchezza ed estremo piacere, presso l’Enoteca Futura, la mia poesia ha saputo parlare, farsi conoscere ed entrare nell’animo di tutti i presenti. Appassionati che non smetterò mai di dover ringraziare per la fiducia e  l’amore reso palese  per la poesia.

La storia del vecchio che narra la vita mentre intreccia dei vimini d’oro, è una storia del nostro tempo; una storia universale che appartiene ad ognuno e che contiene i giusti valori: umani e civili. Se ogni storia, ogni racconto, oppure ogni poesia non cede al ricatto della malinconia e vuole con forza il suo lieto fine, con la chiusura del tour a Terracina io l’ho potuto ottenere. 

Grazie di cuore all’Enoteca Futura che consiglio di frequentare, non solo per i prossimi eventi, e grazie a tutti coloro che mi hanno permesso di fare arrivare, anche in questo splendido posto, la poesia di "Vimini Freschi".

Quando pensi che… forse la strada è sempre in salita, ti accorgi di avere la forza della poesia dalla tua parte  e gli strumenti adeguati per poter arrivare sino al punto più alto.

sabato 23 luglio 2022

La "garbata" pittura di Patrizia Fatale

Continuando ad approfondire la conoscenza dell'arte nelle sue molteplici forme e dei suoi interpreti, in questa occasione ho voluto invitare nello spazio che dedico alle interviste Patrizia Fatale. Veliterna d'origine,  genzanese di adozione, Patrizia è una pittrice ormai conosciuta e affermata nel mondo della pittura, grazie alle sue opere di assoluto spessore artistico frutto di comprovata capacità creativa. Soggetti comuni quali spiagge, panorami campestri e paesaggi, non sono scontati nella stesura su tela ma anzi, fioriscono di particolari e dettagli che ne impreziosiscono forma e contenuto. Immagini coinvolgenti che bisogna guardare e riguardare più volte per comprenderne a pieno i propri segreti. Ogni nuova osservazione vede il susseguirsi di nuovi elementi e rivela particolari prima sfuggiti. 

Ma scopriamo qualcosa di più rivolgendole qualche domanda:

Da sempre, mi piace pensare all’arte quale veicolo che trasporta e coinvolge. Spesso alcune immagini appartenenti al mondo reale, offrono uno spunto deciso: sia per la riflessione, della quale il poeta – per esempio - fà largo uso, sia per la fantasia, appannaggio spesso del pittore ma non solo. In entrambi i casi tuttavia la creazione, che sia pittura o poesia, diventa elemento di piacere, Una sorta di gancio in mezzo al nulla al quale aggrapparsi per definire che in fondo, l’artista, ha l’arma in più per saper interpretare il mondo sotto varie prospettive. Vincent Van Gogh diceva testualmente: «Così il pennello sta alle mie dita come l'archetto al violino, e assolutamente per mio piacere». Proprio questa celebre citazione di uno dei pittori più famosi al mondo, mi offre lo spunto per chiederti se anche per te il piacere di creare, di dipingere il mondo su una tela, abbia la stessa valenza e raggiunga la stessa intensità di piacere di cui parla Van Gogh.

Certamente Vinicio per me il piacere di dipingere si trasforma in uno stato, direi, quasi di estasi dove riesco, con un po’ di difficolta a causa dei molti impegni familiari, a immedesimarmi ed isolarmi. Essenzialmente, come tu hai detto, la pittura o poesia che sia è uno strumento al quale aggrapparsi per poi creare quello che di più bello hai dentro di te. L’anima gioisce sprigionando scintille di pace, serenità e bellezza. Una soddisfazione impagabile.

Ho avuto la fortuna di assistere alla tua mostra personale, tenutasi recentemente presso la sala esposizione Phoebus di Vicolo Moscatelli 8 a Velletri. Una tre giorni assolutamente ricca di visitatori consistenti perlopiù in estimatori dell’arte in generale, amanti della pittura, ma anche in gente comune che ha potuto godere e ammirare le tue opere. Nella circostanza, ci tengo a dirlo, ho personalmente notato una scioltezza nell’immagine che inventi, una ricerca del dettaglio ma soprattutto una sperimentazione ingegnosa e intelligente nell’accostamento delle tonalità al fine di rapire lo sguardo del fruitore portandolo verso un vorticoso effetto cromatico espresso nella sua totalità. Quanto è importante per te l’elemento colore nell’espressione concettuale che vuoi creare e trasmettere, e quanto contano le sfumature, non solo quelle intese quali tecnica pittorica, ma anche come elemento di ricerca artistica?

Per me l’elemento colore è importantissimo perché proprio con i colori possiamo dipingere la nostra anima e tutto quello che la circonda. Ho bisogno di vedere il mondo colorato, anche se un’immagine o una situazione davanti ai miei occhi si presenta grigia e buia; comincio, allora, subito a pensare come posso renderla colorata, contornandola il più possibile di luce viva. Credo nel profondo del mio cuore che rendere colorata la vita, come anche il sorriso, aiuta a superare le difficoltà, certamente non ad evitarle, ma a diminuirne l’effetto negativo. Quando cerco di creare con i colori ad olio su una tela per me conta molto la tecnica delle sfumature, solo così posso fondere i colori amalgamandoli entrambi tra di loro, creando un effetto cromatico e scegliendo l’armonia dei colori e l’abbinamento da svolgere con diverse stesure.

Mi fa piacere infine entrare, anche se solo per un attimo, nella tua vita privata. Vieni da una famiglia che ha lavorato con tessuti e stoffe in ambito sartoriale e nel contempo, so che anche tu sei un’appassionata del settore, dacché produci opere che realizzi col ricamo e il cucito in generale, attività che in un certo senso richiamano fantasia ed espressione creativa. Ecco, quanto di tutto questo può rientrare a pieno titolo nella pittura, cioè, esiste un denominatore comune che possa collegare fantasia del ricamo con quella della pittura?

Io penso che l’espressione creativa sia una delle basi della vita di tutti i giorni anche nelle piccole cose che ci circondano. So che per ricamare serve un disegno, per cucire serve un disegno ecc. per cui sostanzialmente per creare è necessario un disegno che sia nella nostra testa, su un foglio di carta o una tela. Quindi io collego pienamente la creatività con la pittura. Certo nel mio bagaglio personale dall’età infantile all’adolescenza la tradizione familiare ha contribuito a dare vita ad un pezzo di stoffa, a un colore, a un filo e ciò può far comprendere quanto è importante l’empatia. Infatti, e credo non sia solo una mia opinione, qualsiasi artista voglia stabilire un collegamento più o meno evidente a prima vista con il mondo esterno.

Bene, ringrazio Patrizia Fatale per averci fatto conoscere qualcosa di lei e della sua pittura. Soprattutto per il suo contributo a favore della diffusione delle arti in un'accezione generale, perchè è proprio parlandone che possono nascere nuovi interessi e stimolare soprattutto, quelle menti capaci che hanno solo bisogno di essere accompagnate verso l'ingresso nel mondo della creazione. 


sabato 25 giugno 2022

I nuovi racconti che sanno di vita

È da poco in circolazione la nuovissima raccolta di racconti che Maria Teresa De Donato, ha messo a disposizione dei propri lettori e non solo, dal titolo "Racconti di vita e dintorni".  

Dalla sinossi: "Racconti di Vita e Dintorni è una raccolta di venti racconti pieni di gratitudine, empatia, umorismo, nostalgia, amore, sincero affetto, comicità e quant’altro rende la Vita degna di essere vissuta attraverso l’incontro con gli altri, attraverso il reciproco scambio culturale e personale che insegna ed arricchisce le nostre esistenze. Apprezzare la Vita e le sue lezioni intrinseche nella forma più piena, ricca di avventure, disavventure, colpi di scena, imprevisti ed incontri inaspettati che a volte sorprendono, altre fanno riflettere o sorridere ed altre ancora riempiono il cuore di gioia. Carpe diem! ‘Afferra l’attimo’ e vivi la Vita in piena consapevolezza continuando a guardarla con gli occhi di un bambino in grado di imparare sempre cose nuove  rimanendone affascinato".

Sorprendono già, in una loro visione ottimistica e positiva, le  riflessioni che l'autrice si promette di esporre attraverso le storie che narra, affascinanti spaccati di vita sociale e di pura condivisione di storie di vita. 

Ma di cosa si parla in questa serie di freschi racconti di vita? Lo leggiamo nell'introduzione che la stessa autrice ha curato: 

"La Vita è la più Grande Insegnante.  Tutte le esperienze che viviamo, così come tutte le persone con cui veniamo in contatto – che sia per un attimo fuggente o per breve o lungo tempo non fa differenza – rappresentano preziose opportunità per crescere, migliorarci ed arricchirci spiritualmente e culturalmente.  Ci aiutano ad espandere i nostri orizzonti e a vedere cose, situazioni e persone da una prospettiva diversa. Questo significa vivere la Vita con piena consapevolezza!  Se non lo si fa, ogni circostanza, persona, istante o avvenimento che ci si presenta diventa solo una occasione di apprendimento perduta e che forse non si ripeterà mai più. È così che una cena insieme, un viaggio in treno, una interessante conversazione nata con qualcuno appena incontrato, l’ascoltare attentamente gli altri quando parlano, l’aiutare spontaneamente una persona nel bisogno, l'osservare con cura ciò e chi ci sta intorno, inclusi i paradossi della Vita, le avventure e disavventure in cui ci imbattiamo, le possibilità che percepiamo come ‘perse’ o quelle che prendiamo al volo, l’immaginare il pensiero di un animale e cosa ci direbbe in certe occasioni e lo scrutare nelle profondità abissali del nostro Io, non costituiscono solo eventi. Al contrario, possono trasformarsi in straordinarie e significative esperienze da tesoreggiare, in opportunità per arricchire tanto la nostra esistenza quanto quella degli altri. Essi sono, infatti, tutti strumenti per farci comprendere che, in fondo, siamo tutti una grande famiglia e, a volte, non occorre neanche andare in giro per il Mondo,  perché è il Mondo che viene a te … se sei pronto a riceverlo: “Quando l’allievo è pronto, il Maestro appare” recita infatti un proverbio orientale buddhista. Immedesimarsi negli altri ci riscalda il cuore ed apre la porta ad una reciproca, migliore comprensione delle nostre rispettive vite, culture e modi diversi di percepire il Mondo e la realtà con cui ci confrontiamo. Racconti di Vita e Dintorni penetra queste realtà alla luce dell’attenta osservazione, dell’ascolto attivo, ma anche dell’empatia, dell’amore incondizionato, dell’introspezione ed anche del senso dell’umorismo.  Aiuta il lettore ad identificare quale sia la vera ricchezza della Vita, ricchezza che gli viene offerta, così abbondantemente ed altrettanto generosamente, ogni giorno.  Basta solo coglierne le opportunità, afferrarne l’attimo: Carpe Diem, ci incoraggia, infatti, il poeta latino Orazio. Racconti di Vita e Dintorni è un libro scritto con amore, rispetto, empatia e profonda gratitudine per tutti coloro che ‘incrociamo’ nella nostra Vita o che hanno percorso un tratto del loro cammino insieme a noi.  È anche grazie a loro che la nostra Vita si arricchisce e la nostra comprensione del Mondo e dell’Umanità viene raffinata, permettendoci di continuare ad avanzare nel nostro progresso personale".

Romana di nascita, dopo aver studiato lingue straniere e giornalismo in Italia, Maria Teresa De Donato si è trasferita negli USA dove vive da oltre 27 anni ed ha ultimato i suoi studi giornalistici presso l’American College of Journalism e conseguito cum laude il Dottorato di Ricerca in Salute Olistica presso Global College of Natural Medicine.  Scrittrice eclettica, olistica e multidisciplinare è anche autrice di numerose pubblicazioni, tra cui due romanzi.     

I suoi libri sono disponibili su tutti i canali di distribuzione Amazon, librerie incluse. 

"Racconti di vita e dintorni", di cui ne riporto i dettagli è in vendita qui 

  • ASIN ‏ : ‎ B0B2TYM299
  • Editore ‏ : ‎ Independently published (4 giugno 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 132 pagine
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 979-8833983324
  • Peso articolo ‏ : ‎ 254 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 15.24 x 1.24 x 22.86 cm

  • Disponibile nei formati cartaceo (copertina rigida o flessibile), Kindle e Kindle illimitato.

    E per chi volesse approfondire la sua conoscenza, di seguito i link di sua pertinenza:

    Profilo autore Amazon 

    Profilo autore Goodreads

    Storia del Prog di Fabio Rossi

    Segnalo con piacere questa seconda edizione di "Quando il Rock divenne musica colta: Storia del Prog" edito da "Officina di Hank", pubblicazione che segue la prima edizione, messa a disposizione degli appassionati sin dal 2015 a cura di Chinaski Edizioni. 
    Si legge dall'introduzione curata dall'autore stesso: «Quando nel mese di settembre 2015 la casa editrice Chinaschi pubblicò per la prima volta "Quando il Rock divenne musica colta: Storia del Prog", non avrei mai ipotizzato l'uscita di una seconda edizione. A dire il vero non avrei neppure previsto le sei ristampe...» Fabio Rossi, rende chiara l'idea di quanto questa passione "vissuta sul campo", lo abbia trasportato in maniera totale, e lo si capisce da come approccia gli argomenti, da come descrive il fenomeno progressive Rock neelle sue varie tappe fondamentali e da come dà voce alle proprie passioni, ponendo a disposizione degli amanti del genere, soprattutto di quelli che non hanno vissuto più da vicino gli anni esplosivi del prog, una guida semplice e ordinata, nella quale traccia genuinamente la rotta per giungere a un nuovo sapere nell'ampio mondo della musica.

    L'autore, ci regala così,  un saggio sulla musica progressive (inglese e non solo) degli anni '70, traendo spunto dalla propria esperienza personale e tracciando la storia del genere nel suo periodo fulgido (1969/1975). Egli analizza il fenomeno, parte dai prodromi che hanno determinato le basi su cui il prog svilupperà, per poi passare alle caratteristiche basilari, ai migliori dischi, alle cause del declino e ai nuovi scenari. 
    Il testo include un ampio capitolo sulla scena italiana, monografie dettagliate sui gruppi inglesi principali (Genesis, Emerson, Lake & Palmer, Jethro Tull, Pink Floyd, Van Der Graaf Generator, King Crimson, Gentle Giant, Yes), una vasta discografia per neofiti, oltre duecento note esplicative, traduzioni di alcuni testi o parte di essi, testimonianze, sitografia e bibliografia.

    Un lavoro a tutto campo che rende il giusto onore a un fenomeno unico per come nasce e si sviluppa in un contesto storico in continuo fermento quale  quello degli anni '70. Un tributo importante nei confronti di un fenomeno che ha incontrato e spesso cambiato il senso del gusto della società del periodo.

    Fabio Rossi (Roma 1961) ha pubblicato:
    • Quando il Rock divenne musica colta: Storia del Prog (Chinaski 2015);
    • Rory Gallagher: il bluesman bianco con la camicia a quadri (Chinaski 2017);
    • Emotion Love & Power - l'epopea degli Emerson Lake & Palmer (Chinascki 2019) ed altro.

    Il volume è acquistabile qui

    Dettagli prodotto:

    • ·         ASIN ‏ : ‎ B08DSZ322R
    • ·         Editore ‏ : ‎ Officina di Hank; 2° edizione (18 novembre 2020)
    • ·         Lingua ‏ : ‎ Italiano
    • ·         Copertina flessibile ‏ : ‎ 156 pagine
    • ·         ISBN-13 ‏ : ‎ 979-1280133113
    • ·         Peso articolo ‏ : ‎ 230 g
    • ·         Dimensioni ‏ : ‎ 14.6 x 1.5 x 20.7 cm



    giovedì 16 giugno 2022

    Il Palazzo del Nazareno - Storie nascoste nel palazzo

     

    È con estremo piacere che desidero segnalare ai cultori della buona lettura, quella che sprigiona il profumo del sapere, questo splendido volume intitolato “Il Palazzo del Nazareno” – Storie nascoste nel palazzo. L’autrice dell'opera è Rossana Cosci, prima segretaria donna nella lunga storia del collegio Nazareno, all'interno del quale, presta la sua opera anche  come insegnante di italiano per stranieri con certificazione Ditals. 
    Laureata in legge, entra nell’Ordine dei Padri Scolopi attraverso la frequenza di un corso - tenutosi presso il detto collegio -  abilitante all'esercizio forense.

    Sia come avvocato che come insegnante di italiano, Rossana si è sempre prodigata a favore dei diritti degli stranieri nel nostro paese e della loro integrazione sociale e, pur continuando a supportare queste iniziative, non ha mai smesso di alimentare anche la sua innata passione per la ricerca. In particolare, nei confronti del Palazzo del Nazareno, le cui radici sono assai più profonde di quanto si possa immaginare. 

    Ma di cosa si parla in questo libro? Rossana, afferma di avere sempre avuto una grande soddisfazione nel poter varcare  ogni giorno l'ingresso del palazzo del Nazareno, questo grande edificio d’architettonico pregio, adibito a civile abitazione dall’alto clero, ma anche spazio di elevata importanza artistica, dacché al suo interno sono presenti opere  di grande spessore estetico e di elevato valore culturale e soprattutto storico. Posizionato in zona prestigiosa e centrale nella città di Roma, il palazzo mostra tutta la sua austerità, la sua potenza ed una ricchezza unica che risplende del suo fascino antico ancorché inserita in contesto ormai contemporaneo. Al suo interno non mancano, nel rispetto tipico di uno stile rinascimentale, sale private e di ricevimento e numerose, sono le vie di fuga che immettono nelle vie circostanti quali via del Tritone verso Piazza Barberini e Fontana di Trevi.

    Come Rossana stessa afferma parlando di questo paazzo: "Mi è sempre apparso un grande gigante, che fiero aspetta di essere ascoltato, e per questo motivo ho scritto della sua lunga vita". 

    Non ci resta quindi che scoprire l’itinerario che Rossana Cosci ha preparato per noi, per entrare nelle stanze del palazzo e scoprirne fascino, storie e verità.

    • Editore ‏ : ‎ Opzioni Editions Projects; Illustrated edizione (15 maggio 2022)
    • Lingua ‏ : ‎ Italiano
    • Copertina flessibile ‏ : ‎ 64 pagine
    • ISBN-10 ‏ : ‎ 8894697606
    • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8894697605
    • Peso articolo ‏ : ‎ 128 g
    • Dimensioni ‏ : ‎ 17 x 0.6 x 24 cm
    • Per l'acquisto del volume cliccare qui

    giovedì 2 giugno 2022

    Gli "Anelli Mancanti" di Maria Teresa De Donato

     

    Bella e avvincente storia questa di Maria Teresa De Donato. Un vero percorso attraverso la storia e le generazioni che, a ben considerare, ci hanno reso ciò che siamo oggi e cioè, il risultato di un insieme di elementi coincidenti nello scorrere del tempo, negli incontri e negli eventi che si sono realizzati.

    Il valore del tempo passato è senz’altro un valore da tenere in debita considerazione nella vita di ognuno, e questa entità, la si apprezza solo nel momento in cui vengono a mancare, come in un mosaico, tessere di vita non più fruibili che inesorabilmente sono destinate a scomparire dalla mente e dalla materiale quotidianità.

    Maria Teresa De Donato si racconta, e lo fa con la semplicità che le appartiene per natura. L'autrice di "Anelli mancanti", discende da una famiglia dalle nobili origini e di elevato spessore sociale e culturale. Mostra gratitudine per le opportunità che la vita le ha concesso tra le quali quella di viaggiare, ma anche di poter apprezzare e di godere di una natura affascinante, dell’arte in generale e della comunicazione nella sua più ampia ed estesa accezione.  

    Maria Teresa sostiene, a ragion veduta, che le passioni, l’educazione e le naturali tendenze, acquisite in parte e impartite fin dalla più tenera età, sono quelle che maggiormente sono da considerare nella vita e che successivamente, troveranno una serena e spontanea condivisione con la società durante l'esistenza. Con saggezza l’autrice, all'interno di quest'opera, pone l’accento su quanto lo studio della quotidianità, oltre quello operato sui suoi avi, abbia un certo peso su ogni scelta o avvenimento storico, e rechi in sé la componente della ciclicità influenzando, in maniera più o meno efficace, anche le scelte delle generazioni future. Per la scrittrice infatti, nessuna azione è casuale, ma frutto di un proprio patrimonio genetico, sociale e culturale.

    Ed è proprio sulla base di quanto affermato che - a parere dell’autrice - nasce l’esigenza di afferrare i ricordi, le consuetudini lacerate dal tempo, le antiche regole e le tradizioni familiari, affinché il loro pieno recupero, abbia un sostanziale significato nell’attribuzione di un valore aggiunto alla propria esistenza e al proprio percorso di vita in virtù delle quali, poter individuare e mettere a frutto il proprio potenziale.

    Dal romanzo - avvincente nella sua narrazione - emergono incomprensioni e contrasti, ma anche affinità e sembianze con i propri familiari, il tutto, coeso e sintetizzato nei loro pregi e/o difetti.

    Anelli mancanti” è un viaggio nel labirinto del proprio inconscio che conduce necessariamente alla consapevolezza di quanto sia importante e fondamentale un'analisi relativa alle proprie origini; di come sia spesso necessaria una valutazione oggettiva, finalizzata al recupero dei valori trasmessi tra generazioni, ma soprattutto, di quanto sia necessario un ritorno alla semplicità delle azioni quotidiane nel rispetto della natura -  non solo umana - e della socialità.

    L'opera in questione può essere acquistata qui, mentre per qualsiasi informazione bibliografica e/o  biografica, Maria Teresa De Donato è raggiungibile a questo link! 


    venerdì 27 maggio 2022

    Nei "Vimini freschi" la vita e la poesia

     "Vimini freschi"

    (racconti di vita nei circoli della memoria)


    La storia della vita è una storia estremamente affascinante. Tutto ha inizio nel momento in cui si viene alla luce. Non si conosce il mondo in cui si andrà a vivere, né cosa ci riserva un’esistenza che si ignora durante sue varie fasi. Di sicuro inizia un cammino, che via via sarà sempre più intenso di episodi, di fatti più o meno piacevoli, di esperienze, di amori esplosivi e spesso tormentati dal dolore quando consumati sono poi dispersi al vento.

    Un percorso insomma, da domare attraverso la ragione, il carattere e la fortuna perché no, poiché nella vita anche la fortuna aiuta nelle imprese più pericolose. E tutto questo, al fine di arrivare al giorno in cui la vita ci abbandona con l’unica soddisfazione di poter pronunciare la frase: “Ho fatto ciò che dovevo nella mia esistenza”.

    Il protagonista di questa raccolta poetica è un uomo come tanti, un uomo che ha vissuto la sua vita e nella quale ha incamerato tutto quello che ogni essere umano prova e percepisce in vita. Giunto alla fine dei suoi giorni non si rassegna al declino della mente e del suo corpo, e per passare le giornate, crea con l’aiuto di vimini dorati delle belle ceste. Lo fa con passione, con creativa intensità, e mentre lo fa mette in moto i ricordi. 

    Sappiamo bene quanto le persone anziane, spesso dedite a queste attività, abbiano sempre tanto da raccontare, soprattutto ai giovani, che spesso si appassionano a queste storie che appartengono a mondi passati e a loro sconosciuti. Parlano di pace, di guerra, di amore e di lotte. Ricordi dicevamo, che ripescano dentro la memoria e che si fondono col lavoro di intreccio dei vimini.

    Questa vita inserita, gettata e confusa coi vimini, è racchiusa simbolicamente in un giorno in cui l’alba rappresenta la nascita e la sua infanzia, il meriggio il pieno splendore nel mezzo della  vita, il tramonto lo scemare lieve del corpo e della mente e infine la notte, dove egli potrà solo narrare cosa rimane dopo la morte. Tutto questo con versi che descrivono una poesia che è imago picta, Immagini dipinte attraverso le parole.

    "Vimini freschi" (PAV Edizioni 2022) può essere acquistato qui, oltre che sui vari canali di vendita on line


    lunedì 2 maggio 2022

    Immagini e luoghi di un romano Cesare Pavese

     Una corsa dentro la poesia del 900


    Con la terza poesia di Cesare Pavese, si chiude il nostro ricco viaggio dentro la poesia del 900. Ho scelto per l'ccasione una poesia che Pavese scrisse nel marzo del 1950 e che dedicò, come molte altre sue composizioni a Constance Dowling, l’attrice americana della quale si era perdutamente innamorato e che tanto lo fece soffrire, tal com’era fortemente animato da una passione quasi incontrollabile.  

    Con “Passerò per Piazza di Spagna” - questo il titolo della sua poesia – egli collega con naturalezza  immagini romane, in particolare quella di una delle piazze più belle della capitale, a sensazioni nate in quella circostanza e convergenti verso la speranza di riuscire a contenere la mancanza della sua amata, nell’illusione, di incontrarla magari lì, proprio in quella piazza di fiori e colori. 

    Ma leggiamo insieme questa splendida poesia:  


    Sarà un cielo chiaro.

    S’apriranno le strade

    sul colle di pini e di pietra.

    Il tumulto delle strade

    non muterà quell’aria ferma.

    I fiori spruzzati

    di colori alle fontane

    occhieggeranno come donne

    divertite. Le scale

    le terrazze le rondini

    canteranno nel sole.

    S’aprirà quella strada,

    le pietre canteranno,

    il cuore batterà sussultando

    come l’acqua nelle fontane –

    sarà questa la voce

    che salirà le tue scale.

    Le finestre sapranno

    l’odore della pietra e dell’aria

    mattutina. S’aprirà una porta.

    Il tumulto delle strade

    sarà il tumulto del cuore

    nella luce smarrita.

    Sarai tu – ferma e chiara.

     

    Cesare non nasconde certamente una volontà precisa: quella di poter intravedere tra le persone, la fontana e le scale di Trinità dei Monti, quel volto e quella donna che egli adora, e che gli sfugge di continuo. 

    La cerca tra le rondini, il sole e la pietra. La immagina e la desidera nello scrutare l’antica piazza. E proprio in quest’angolo di Roma, egli colma questo vuoto, e lo fa saziando le sue emozioni con le luci, con i colori e con la tiepida atmosfera che solo una città dall’antico calore riesce ad erogare e a fare percepire. Nel cuore del poeta l’assenza della sua amata è colmata con la ritrovata armonia tra lui e la città in un connubio di reciproco scambio di emozioni.


    lunedì 4 aprile 2022

    Le estati vestite d'amore

     Una corsa dentro la poesia del 900

    "Estate"

    Siamo ancora in compagnia di Cesare Pavese, in questo ipotetico viaggio dentro la poesia del 900. Traduttore, saggista, scrittore ma soprattutto poeta dall’animo sensibile che attraverso i suoi spiccati e percettivi sensi, ci ha raccontato della vita attraverso la poesia che egli sente innata tra le sue passioni.

    La vita, filtrata dalle sensazioni di un uomo che ha vissuto intensi ardori, di portata tali, da segnarne irrimediabilmente il proprio destino. Questa volta si rivolge a una delle stagioni più amate: l’estate. 

    Un Componimento che troviamo inserito nella raccolta “Lavorare stanca”. Ma leggiamola insieme questa delicata poesia per poterne godere a pieno ogni suo verso.

     

    C’è un giardino chiaro, fra mura basse,

    di erba secca e di luce, che cuoce adagio

    la sua terra. È una luce che sa di mare.

    Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli

    e ne scuoti il ricordo.

     

    Ho veduto cadere

    molti frutti, dolci, su un’erba che so,

    con un tonfo. Così trasalisci tu pure

    al sussulto del sangue. Tu muovi il capo

    come intorno accadesse un prodigio d’aria

    e il prodigio sei tu. C’è un sapore uguale

    nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.

     

    Ascolti.

    Le parole che ascolti ti toccano appena.

    Hai nel viso calmo un pensiero chiaro

    che ti finge alle spalle la luce del mare.

    Hai nel viso un silenzio che preme il cuore

    con un tonfo, e ne stilla una pena antica

    come il succo dei frutti caduti allora.

     

    Vero che il poeta percepisce la stagione estiva come un susseguirsi di prospettive che aderiscono a una visione affascinata della terra, della luce e del mare. Vero anche tuttavia, che attribuisce a questi elementi che egli identifica come distintivi segni dell’estate, significati più ampi e variamente interpretabili. Assegna loro valori che oserei definire unici rispetto a ciò che descrive, nel loro intrecciarsi amabilmente tra la natura e il sentimento, e scanditi dallo schietto susseguirsi di versi, nei quali intravede e descrive la sua amata mentre aziona i movimenti della natura col suo corpo. E lo fa con l’armonia di cui egli ne descrive ogni passaggio e suono immaginario, avvalendosi del suo strumento preferito: la poesia.

    Pavese, riesce a creare una sorta di fresco connubio, nel quale sposa l’incanto e i colori di un‘estate che "cuoce la terra" – come egli stesso afferma - e la sua donna che la definisce ed appella “prodigio”.

    E la racconta, questa stagione d’amore, dalla sua prospettiva di uomo incantato, di uomo innamorato della vita, della natura e della sua donna.

    (per la fruizione del video cliccare sul titolo)


    domenica 13 marzo 2022

    Cesare Pavese e le sue passioni

    Una corsa dentro la poesia del 900

     "Ritorni sempre col mattino"


    Scritta il 20 Marzo del 1950 “In the morning you always come back”, (Ritorni sempre col mattino), fa parte della silloge “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi“, la  raccolta, pubblicata postuma, comprende   dieci poesie (otto in lingua italiana e due in inglese), scritte tra l'undici marzo e il dieci aprile del 1950 tra Roma e Torino, e ritrovate successivamente alla sua morte, tra i suoi scritti. 

    Leggiamoli allora questi versi per capire di cosa parla l’autore e che cosa esprime il suo animo illuminato:

    Lo spiraglio dell'alba

    respira con la tua bocca

    in fondo alle vie vuote.

    Luce grigia i tuoi occhi,

    dolci gocce dell'alba

    sulle colline scure.

     

    Il tuo passo e il tuo fiato

    come il vento dell'alba

    sommergono le case.

    La città abbrividisce,

    odorano le pietre -

    sei la vita, il risveglio.


    Stella sperduta

    nella luce dell'alba,

    cigolio della brezza,

    tepore, respiro -

    è finita la notte.

     

    Sei la luce e il mattino

    Profondamente intrisi d’amore e passione sono questi versi, che fin dalle prime righe richiamano forti emozioni. Appare tra l’altro evidente quanto la volontà di Pavese sia quella di creare un connubio tra la nascita di un nuovo giorno e l’essenza spirituale della sua amata. 

    Lo si capisce da come descrive quest’alba al suo arrivo, che a mano a mano inizia a vestire le vie e le colline ancora assopite, con il respiro e con gli occhi della sua musa, sensi di lei, che non può fare a meno di unire agli elementi enunciati e confusi con la natura che sorge di nuovo.

    Lo si intuisce ancora, da come sposa il passo e il fiato del suo amore al vento dell’alba, in virtù della quale anche le pietre, inermi e immobili, odorano di fresche passioni e dove tutto si erge a risveglio. Compara infine  la luce dell’alba a una stella sperduta  che nel suo intimo cuore è  luce del suo mattino.


    giovedì 17 febbraio 2022

    Nei risvegli di Ungaretti

     Una corsa dentro la poesia del 900

    "Risvegli"


    Abbiamo ancora qui con noi a farci compagnia Giuseppe Ungaretti il quale ci regala un altro piccolo frammento della sua straordinaria poesia.

    Non v’è dubbio, come specificato nei precedenti appuntamenti, che il primo conflitto mondiale lo abbia toccato nella coscienza, lasciando in lui un segno che spesso – seppur magari in parte in questo caso - ritroviamo nella sua scrittura. Rievocazioni, visioni e ricordi che tingono i suoi pensieri di pregresse esperienze, delle quali ne rende palesi le immagini attraverso la poesia. 

    Risvegli” è un componimento contenuto nella raccolta poetica “Il Porto sepolto”, prodotta per intero durante la campagna militare e pubblicata nel 1916.

    Con "Risvegli", Ungaretti resta fedele al suo stile ermetico, utilizzando un linguaggio elegante e allo stesso tempo carico di quei sentimenti umani che traboccano attraverso la poesia, e che egli eleva a voce inquieta della propria coscienza. Ma leggiamo questa sua poesia che si intitola appunto "Risvegli":

    Risvegli

    Ogni mio momento

    io l’ho vissuto

    un’altra volta

    in un’epoca fonda

    fuori di me

     

    Sono lontano colla mia memoria

    dietro a quelle vite perse

     

    Mi desto in un bagno

    di care cose consuete

    sorpreso

    e raddolcito

     

    Rincorro le nuvole

    che si sciolgono dolcemente

    cogli occhi attenti

    e mi rammento

    di qualche amico

    morto

     

    Ma Dio cos’è?

     

    E la creatura

    atterrita

    sbarra gli occhi

    e accoglie

    gocciole di stelle

    e la pianura muta

     

    E si sente

    Riavere.

    Ungaretti sembra sdoppiarsi, moltiplicarsi dentro i suoi pensieri dove si ritrova in altre vite, in altre epoche dove non si riconosce, e dalle quali è ormai distante.

    Quasi a voler bonificare, o meglio, addolcire queste spontanee riflessioni, si aggrappa alle care cose che sono sue; legate alla sua vita come gli affetti e le cose che lo rendono sereno. E mentre lo fa, osserva la natura di cui purtroppo qualche amico morto non potrà godere.

    Nella sua ricerca introspettiva si interroga su Dio, cercando di capire la sua essenza. Dio cos’è? L’interrogativo trova una risposta nel suo cercarsi dentro, nel suo sentirsi una creatura dentro l’universo immenso e per questo, sembra patirne un terrore lieve ma poi, nutrendo l’anima di gocciole di stelle si sente vivo sopra la pianura che lo accoglie.


    domenica 13 febbraio 2022

    Arte e libri in vetrina

     

    Sono queste le belle cose che si costruiscono per amore verso la cultura. Un amore che ha preso forma e vita attraverso uno spazio che Leonarda Brancato e Marilù Murra, da circa un anno e mezzo, hanno messo settimanalmente a disposizione di chi ama l’arte nelle sue espressioni più ampie e multiformi. In particolare faccio cadere l'attenzione sull'ultimo appuntamento andato in rete.

    Dalla pittura di Lucia Santucci alla poesia di Vinicio Salvatore Di Crescenzo, passando per gli aforismi di Leonarda Brancato, co-conduttrice del piacevole salotto d’arte assieme a Marilù, arrivando al fantasy di Luca O’Connor e alla fresca produzione di Francesca Broso, appena uscita e già disponibile dal 14 febbraio. Naturalmente, solo per citare alcuni dei partecipanti, senza tuttavia sminuire la presenza di tutti gli ospiti che, con la loro creativa fantasia, hanno arricchito di interesse l’appuntamento culturale.  

    Durante la puntata, andata on line nel pomeriggio del 12 febbraio 2022, sono stati affrontati argomenti di carattere generale riguardanti la scrittura, non disdegnando - tra le altre cose - di porre il giusto accento verso temi sociali quali il bullismo da una parte, e la lettura sotto diversa prospettiva di un rapporto di coppia dall'altra. Fatti e circostanze che, benché già ampiamente presenti nella comune coscienza della nostra società, sono stati ulteriormente trattati, almeno in parte, nelle opere presentate e illustrate dai rispettivi autori/autrici presenti alla riunione culturale. 

    Una condivisione del video relativo alla puntata è d’obbligo! Non tanto perché rappresenta un momento di nutrimento per le nostre passioni, ma anche per dare modo a chi, per un motivo e per un altro, non ha potuto seguire l’evento condiviso sui social. 

    Naturalmente, invito coloro che vogliano approfondire la conoscenza di questo spazio culturale, a iscriversi al canale YouTube "Tertuliaweb Leomar" cliccando qui, oppure attingere notizie e informazioni collegandosi direttamente alla pagina Facebook  cliccando qui


    lunedì 31 gennaio 2022

    Eppure, dentro una guerra.

     Una corsa dentro la poesia del 900

    I Fiumi


    Naturalmente siamo ancora in viaggio e da qualche tempo ci fa compagnia Giuseppe Ungaretti. La poesia che oggi ci conduce dentro il suo mondo, e soprattutto, che continua a raccontarci in che modo e con quale profondità emotiva ha vissuto la guerra, esperienza che il poeta come sappiamo ha affrontato  in prima persona, si intitola I Fiumi:

    Mi tengo a quest’albero mutilato
    Abbandonato in questa dolina
    Che ha il languore
    Di un circo
    Prima o dopo lo spettacolo
    E guardo
    Il passaggio quieto
    Delle nuvole sulla luna
     
    Stamani mi sono disteso
    In un’urna d’acqua
    E come una reliquia
    Ho riposato
     
    L’Isonzo scorrendo
    Mi levigava
    Come un suo sasso
    Ho tirato su
    Le mie quattro ossa
    E me ne sono andato
    Come un acrobata
    Sull'acqua
     
    Mi sono accoccolato
    Vicino ai miei panni
    Sudici di guerra
    E come un beduino
    Mi sono chinato a ricevere
    Il sole
     
    Questo è l’Isonzo
    E qui meglio
    Mi sono riconosciuto
    Una docile fibra
    Dell’universo
     
    Il mio supplizio
    È quando
    Non mi credo
    In armonia
     
    Ma quelle occulte
    Mani
    Che m’intridono
    Mi regalano
    La rara
    Felicità
     
    Ho ripassato
    Le epoche
    Della mia vita
     
    Questi sono
    I miei fiumi
     
    Questo è il Serchio
    Al quale hanno attinto
    Duemil’anni forse
    Di gente mia campagnola
    E mio padre e mia madre.

    Questo è il Nilo
    Che mi ha visto
    Nascere e crescere
    E ardere d’inconsapevolezza
    Nelle distese pianure
     
    Questa è la Senna
    E in quel suo torbido
    Mi sono rimescolato
    E mi sono conosciuto
     
    Questi sono i miei fiumi
    Contati nell'Isonzo
     
    Questa è la mia nostalgia
    Che in ognuno
    Mi traspare
    Ora ch'è notte
    Che la mia vita mi pare
    Una corolla
    Di tenebre

    Non c’è dubbio, che Ungaretti in questo componimento ostenta uno dei pochi momenti di relativa tranquillità in un contesto in cui è difficile che ciò avvenga. Una parentesi dentro un conflitto che egli, attraverso il suo racconto, fa intendere come una fugace riconciliazione con la vita e con l’universo seppur tra morti e distruzione. 

    Questa esperienza maturata attraverso un momento di riposo lungo il fiume Isonzo, riesce in qualche modo a sospendere il tempo e le sue angustie, conducendolo verso i ricordi all’interno dei quali vede ed elenca i tutti suoi fiumi passati. Quelli dei suoi genitori, quelli che lo hanno visto crescere e maturare, della sua vita e lungo il corso del tempo. Tutti racchiusi in quell’Isonzo che pungola la sua nostalgia. Si, perché proprio questo è il sentimento che prevale nella sofferenza del presente.