Portare l’arte nelle sue varie forme sul territorio dando spazio e voce a quegli artisti che attraverso la propria capacità creativa hanno tanto da dire e da trasmettere attraverso le loro opere. Con questa finalità, l'Associazione Culturale “Phoebus”, situata in vicolo Moscatelli 8 a Velletri, mette a disposizione un'elegante Sala Esposizione dove si avvicendano eventi riguardanti le arti in generale, il prossimo dei quali, sarà dedicato alla mostra personale di un bravo e talentuoso artista del territorio.
La libertà di raccontare sentimenti ed emozioni attraverso le parole
mercoledì 2 novembre 2022
La “ricca” pittura di Stefano Alisi in mostra a Velletri nei giorni 5 e 6 novembre 2022
giovedì 29 settembre 2022
La pittura che incontra la poesia
Capita spesso di imbattersi in concorsi di pittura nei quali viene richiesta una serie di versi a corredo di una immagine proposta dal pittore. "Phoebus Italia", ha pensato di rompere questa consuetudine invertendo le parti in questione. Non più quindi, almeno in questa circostanza, dedicare una poesia ad un quadro ma dipingere sulla base di un testo poetico al fine di proporre la propria prospettiva artistica. Via libera quindi a questo affascinante modo di creare, nell'ottica di una commistione di idee, creatività e fantasia. E a proposito del concorso entrando nel dettaglio?
La poesia, è l'espressione dell'anima attraverso la quale la mente può vestirsi di figure e Leonardo, ne creò concetto quando affermò che la poesia è una pittura cieca e la pittura, una poesia senza la parola.
Ed è proprio la poesia che questa volta libererà soggetti da tradurre e interpretare, cercando di innescare un meccanismo creativo nel pittore, nella sua innata virtù di puro osservatore del mondo e testimone attivo dei propri sentimenti.
L’interpretazione personale del pittore nei confronti del testo, darà spazio alla fantasia incarnando i valori della creatività e del genio, in stretta connessione con il livello di sensibilità che ogni artista possiede come patrimonio individuale.
Il concorso di pittura denominato “L’immagine della poesia” indetto da "Phoebus Italia", si terrà nella sala esposizione Phoebus in Velletri (RM), in vicolo Moscatelli 8, dal 20 al 22 gennaio 2023.
Gli artisti partecipanti, potranno prendere visione del testo poetico dal titolo “Voci dalla mia terra”, prodotto da Vinicio Salvatore Di Crescenzo, e nei confronti del quale produrre le proprie opere a questa pagina Facebook.
Iscrizione e regolamento a questo link.
sabato 10 settembre 2022
In partenza la 1^ biennale di Velletri
Ma non finisce qui, vi saranno salotti, laddove gli artisti
di varie discipline vorranno confrontarsi e parlare delle proprie arti sotto i
profili estetico e sociologico ma soprattutto, e qui ci addentriamo anche nella
scrittura, vi sarà una giornata dedicata alle presentazioni di libri. Quest’ultime,
verranno proposte direttamente dagli autori nella giornata di sabato 26 novembre,
a partire dalle ore 15,00.
Insomma, una kermesse che intende promuovere le arti in
generale ponendo in evidenza l’importanza che queste hanno, in seno a una
società che di arte - intesa nella sua più ampia accezione - ha sicuramente
bisogno.
Inoltre, l’iniziativa tende non solo a dare voce e spazio alla fantasia, alla creatività e alla spiccata sensibilità che ogni artista possiede e alla quale si affida per creare opere di qualsia genere e livello, ma vuole essere anche veicolo di trasmissione di facoltà e ingegno umano verso potenziali e geniali artisti non ancora sbocciati.
Infine, giusto rimarcare che tale iniziativa vuole e deve essere portatrice di un messaggio chiaro: avvicinare anche i più giovani alle arti mettendoli a
diretto contatto con le stesse e con i loro creatori, affinchè vengano innescati gli stimoli giusti per creare in loro un primo, concreto interesse verso l'arte.
Gli artisti interessati alla partecipazione, potranno visionare regolamento, modulo iscrizione e materiale informativo attinente a questo link, o richiedere informazione scrivendo direttamente a: biennaledivelletri@gmail.com
Appuntamento dunque presso
la sala esposizione Phoebus Italia, dal 20 al 27 novembre 2022 per ascoltare le
voci dell’arte.
sabato 27 agosto 2022
Libri e lettura: la forza dell'Associazione Culturale Clemente Riva
martedì 2 agosto 2022
Quando pensi che ...
Il tour che in primavera ho voluto organizzare per dare voce alla mia recente raccolta poetica “Vimini freschi” (PAV Edizioni), e che ha toccato varie regioni d’Italia si è chiuso proprio nel territorio che ha dato spunto e forma a molti dei componimenti in essa inseriti. Parlo naturalmente di Fondi, esteso comune del basso Lazio e più in generale della mia terra pontina. Ultima data, prima della sosta di agosto, quella di Terracina, realizzata lo scorso 29 di luglio.
La storia del vecchio che narra la vita mentre intreccia dei vimini d’oro, è una storia del nostro tempo; una storia universale che appartiene ad ognuno e che contiene i giusti valori: umani e civili. Se ogni storia, ogni racconto, oppure ogni poesia non cede al ricatto della malinconia e vuole con forza il suo lieto fine, con la chiusura del tour a Terracina io l’ho potuto ottenere.
Quando pensi che… forse la strada è sempre in salita, ti
accorgi di avere la forza della poesia dalla tua parte e gli strumenti adeguati per poter arrivare sino al
punto più alto.
sabato 23 luglio 2022
La "garbata" pittura di Patrizia Fatale
Ma scopriamo qualcosa di più rivolgendole qualche domanda:
Certamente Vinicio per me il piacere di dipingere si
trasforma in uno stato, direi, quasi di estasi dove riesco, con un po’ di
difficolta a causa dei molti impegni familiari, a immedesimarmi ed isolarmi.
Essenzialmente, come tu hai detto, la pittura o poesia che sia è uno strumento
al quale aggrapparsi per poi creare quello che di più bello hai dentro di te.
L’anima gioisce sprigionando scintille di pace, serenità e bellezza. Una
soddisfazione impagabile.
Per me l’elemento colore è importantissimo perché proprio con i colori possiamo dipingere la nostra anima e tutto quello che la circonda. Ho bisogno di vedere il mondo colorato, anche se un’immagine o una situazione davanti ai miei occhi si presenta grigia e buia; comincio, allora, subito a pensare come posso renderla colorata, contornandola il più possibile di luce viva. Credo nel profondo del mio cuore che rendere colorata la vita, come anche il sorriso, aiuta a superare le difficoltà, certamente non ad evitarle, ma a diminuirne l’effetto negativo. Quando cerco di creare con i colori ad olio su una tela per me conta molto la tecnica delle sfumature, solo così posso fondere i colori amalgamandoli entrambi tra di loro, creando un effetto cromatico e scegliendo l’armonia dei colori e l’abbinamento da svolgere con diverse stesure.
Io penso che l’espressione creativa sia una delle basi della vita di tutti i giorni anche nelle piccole cose che ci circondano. So che per ricamare serve un disegno, per cucire serve un disegno ecc. per cui sostanzialmente per creare è necessario un disegno che sia nella nostra testa, su un foglio di carta o una tela. Quindi io collego pienamente la creatività con la pittura. Certo nel mio bagaglio personale dall’età infantile all’adolescenza la tradizione familiare ha contribuito a dare vita ad un pezzo di stoffa, a un colore, a un filo e ciò può far comprendere quanto è importante l’empatia. Infatti, e credo non sia solo una mia opinione, qualsiasi artista voglia stabilire un collegamento più o meno evidente a prima vista con il mondo esterno.
Bene, ringrazio Patrizia Fatale per averci fatto conoscere qualcosa di lei e della sua pittura. Soprattutto per il suo contributo a favore della diffusione delle arti in un'accezione generale, perchè è proprio parlandone che possono nascere nuovi interessi e stimolare soprattutto, quelle menti capaci che hanno solo bisogno di essere accompagnate verso l'ingresso nel mondo della creazione.
sabato 25 giugno 2022
I nuovi racconti che sanno di vita
Dalla sinossi: "Racconti di Vita e Dintorni è una raccolta di venti racconti pieni di gratitudine, empatia, umorismo, nostalgia, amore, sincero affetto, comicità e quant’altro rende la Vita degna di essere vissuta attraverso l’incontro con gli altri, attraverso il reciproco scambio culturale e personale che insegna ed arricchisce le nostre esistenze. Apprezzare la Vita e le sue lezioni intrinseche nella forma più piena, ricca di avventure, disavventure, colpi di scena, imprevisti ed incontri inaspettati che a volte sorprendono, altre fanno riflettere o sorridere ed altre ancora riempiono il cuore di gioia. Carpe diem! ‘Afferra l’attimo’ e vivi la Vita in piena consapevolezza continuando a guardarla con gli occhi di un bambino in grado di imparare sempre cose nuove rimanendone affascinato".
Sorprendono già, in una loro visione ottimistica e positiva, le riflessioni che l'autrice si promette di esporre attraverso le storie che narra, affascinanti spaccati di vita sociale e di pura condivisione di storie di vita.
Ma di cosa si parla in questa serie di freschi racconti di vita? Lo leggiamo nell'introduzione che la stessa autrice ha curato:
"La Vita è la più Grande Insegnante. Tutte le esperienze che viviamo, così come tutte le persone con cui veniamo in contatto – che sia per un attimo fuggente o per breve o lungo tempo non fa differenza – rappresentano preziose opportunità per crescere, migliorarci ed arricchirci spiritualmente e culturalmente. Ci aiutano ad espandere i nostri orizzonti e a vedere cose, situazioni e persone da una prospettiva diversa. Questo significa vivere la Vita con piena consapevolezza! Se non lo si fa, ogni circostanza, persona, istante o avvenimento che ci si presenta diventa solo una occasione di apprendimento perduta e che forse non si ripeterà mai più. È così che una cena insieme, un viaggio in treno, una interessante conversazione nata con qualcuno appena incontrato, l’ascoltare attentamente gli altri quando parlano, l’aiutare spontaneamente una persona nel bisogno, l'osservare con cura ciò e chi ci sta intorno, inclusi i paradossi della Vita, le avventure e disavventure in cui ci imbattiamo, le possibilità che percepiamo come ‘perse’ o quelle che prendiamo al volo, l’immaginare il pensiero di un animale e cosa ci direbbe in certe occasioni e lo scrutare nelle profondità abissali del nostro Io, non costituiscono solo eventi. Al contrario, possono trasformarsi in straordinarie e significative esperienze da tesoreggiare, in opportunità per arricchire tanto la nostra esistenza quanto quella degli altri. Essi sono, infatti, tutti strumenti per farci comprendere che, in fondo, siamo tutti una grande famiglia e, a volte, non occorre neanche andare in giro per il Mondo, perché è il Mondo che viene a te … se sei pronto a riceverlo: “Quando l’allievo è pronto, il Maestro appare” recita infatti un proverbio orientale buddhista. Immedesimarsi negli altri ci riscalda il cuore ed apre la porta ad una reciproca, migliore comprensione delle nostre rispettive vite, culture e modi diversi di percepire il Mondo e la realtà con cui ci confrontiamo. Racconti di Vita e Dintorni penetra queste realtà alla luce dell’attenta osservazione, dell’ascolto attivo, ma anche dell’empatia, dell’amore incondizionato, dell’introspezione ed anche del senso dell’umorismo. Aiuta il lettore ad identificare quale sia la vera ricchezza della Vita, ricchezza che gli viene offerta, così abbondantemente ed altrettanto generosamente, ogni giorno. Basta solo coglierne le opportunità, afferrarne l’attimo: Carpe Diem, ci incoraggia, infatti, il poeta latino Orazio. Racconti di Vita e Dintorni è un libro scritto con amore, rispetto, empatia e profonda gratitudine per tutti coloro che ‘incrociamo’ nella nostra Vita o che hanno percorso un tratto del loro cammino insieme a noi. È anche grazie a loro che la nostra Vita si arricchisce e la nostra comprensione del Mondo e dell’Umanità viene raffinata, permettendoci di continuare ad avanzare nel nostro progresso personale".
I suoi libri sono disponibili su tutti i
canali di distribuzione Amazon, librerie incluse.
"Racconti di vita e dintorni", di cui ne riporto i dettagli è in vendita qui
E per chi volesse approfondire la sua conoscenza, di seguito i link di sua pertinenza:
Profilo autore AmazonStoria del Prog di Fabio Rossi
- Quando il Rock divenne musica colta: Storia del Prog (Chinaski 2015);
- Rory Gallagher: il bluesman bianco con la camicia a quadri (Chinaski 2017);
- Emotion Love & Power - l'epopea degli Emerson Lake & Palmer (Chinascki 2019) ed altro.
- · ASIN : B08DSZ322R
- · Editore : Officina di Hank; 2° edizione (18 novembre 2020)
- · Lingua : Italiano
- · Copertina flessibile : 156 pagine
- · ISBN-13 : 979-1280133113
- · Peso articolo : 230 g
- · Dimensioni : 14.6 x 1.5 x 20.7 cm
giovedì 16 giugno 2022
Il Palazzo del Nazareno - Storie nascoste nel palazzo
Sia come avvocato che come insegnante di italiano, Rossana si è sempre prodigata a favore dei diritti degli stranieri nel nostro paese e della loro integrazione sociale e, pur continuando a supportare queste iniziative, non ha mai smesso di alimentare anche la sua innata passione per la ricerca. In particolare, nei confronti del Palazzo del Nazareno, le cui radici sono assai più profonde di quanto si possa immaginare.
Non ci resta quindi che scoprire l’itinerario che Rossana Cosci ha preparato per noi, per entrare nelle stanze del palazzo e scoprirne fascino, storie e verità.
- Editore : Opzioni Editions Projects; Illustrated edizione (15 maggio 2022)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 64 pagine
- ISBN-10 : 8894697606
- ISBN-13 : 978-8894697605
- Peso articolo : 128 g
- Dimensioni : 17 x 0.6 x 24 cm
- Per l'acquisto del volume cliccare qui
giovedì 2 giugno 2022
Gli "Anelli Mancanti" di Maria Teresa De Donato
Il valore del tempo passato è senz’altro un valore da tenere in debita considerazione nella vita di ognuno, e questa entità, la si apprezza solo nel momento in cui vengono a mancare, come in un mosaico, tessere di vita non più fruibili che inesorabilmente sono destinate a scomparire dalla mente e dalla materiale quotidianità.
Maria Teresa De Donato si racconta, e lo fa con la semplicità che le appartiene per natura. L'autrice di "Anelli mancanti", discende da una famiglia dalle nobili origini e di elevato spessore sociale e culturale. Mostra gratitudine per le opportunità che la vita le ha concesso tra le quali quella di viaggiare, ma anche di poter apprezzare e di godere di una natura affascinante, dell’arte in generale e della comunicazione nella sua più ampia ed estesa accezione.
Maria Teresa sostiene, a ragion veduta, che le passioni, l’educazione e le naturali tendenze, acquisite in parte e impartite fin dalla più tenera età, sono quelle che maggiormente sono da considerare nella vita e che successivamente, troveranno una serena e spontanea condivisione con la società durante l'esistenza. Con saggezza l’autrice, all'interno di quest'opera, pone l’accento su quanto lo studio della quotidianità, oltre quello operato sui suoi avi, abbia un certo peso su ogni scelta o avvenimento storico, e rechi in sé la componente della ciclicità influenzando, in maniera più o meno efficace, anche le scelte delle generazioni future. Per la scrittrice infatti, nessuna azione è casuale, ma frutto di un proprio patrimonio genetico, sociale e culturale.
Dal romanzo - avvincente nella sua narrazione - emergono incomprensioni e contrasti, ma anche affinità e sembianze con i propri familiari, il tutto, coeso e sintetizzato nei loro pregi e/o difetti.
“Anelli mancanti” è un viaggio nel labirinto del proprio
inconscio che conduce necessariamente alla consapevolezza di quanto sia
importante e fondamentale un'analisi relativa alle proprie origini; di come sia spesso necessaria
una valutazione oggettiva, finalizzata al recupero dei valori trasmessi tra
generazioni, ma soprattutto, di quanto sia necessario un ritorno alla
semplicità delle azioni quotidiane nel rispetto della natura - non solo umana - e della socialità.
L'opera in questione può essere acquistata qui, mentre per qualsiasi informazione bibliografica e/o biografica, Maria Teresa De Donato è raggiungibile a questo link!
venerdì 27 maggio 2022
Nei "Vimini freschi" la vita e la poesia
"Vimini freschi"
La storia della vita è una storia estremamente affascinante.
Tutto ha inizio nel momento in cui si viene alla luce. Non si conosce il mondo
in cui si andrà a vivere, né cosa ci riserva un’esistenza che si ignora durante sue varie fasi. Di sicuro inizia un cammino, che via via sarà sempre più intenso
di episodi, di fatti più o meno piacevoli, di esperienze, di amori esplosivi e
spesso tormentati dal dolore quando consumati sono poi dispersi al vento.
Un percorso insomma, da domare attraverso la ragione, il
carattere e la fortuna perché no, poiché nella vita anche la fortuna aiuta
nelle imprese più pericolose. E tutto questo, al fine di arrivare al giorno in cui la
vita ci abbandona con l’unica soddisfazione di poter pronunciare la frase: “Ho
fatto ciò che dovevo nella mia esistenza”.
Sappiamo bene quanto le persone anziane, spesso dedite a queste attività, abbiano sempre tanto da raccontare, soprattutto ai giovani, che spesso si appassionano a queste storie che appartengono a mondi passati e a loro sconosciuti. Parlano di pace, di guerra, di amore e di lotte. Ricordi dicevamo, che ripescano dentro la memoria e che si fondono col lavoro di intreccio dei vimini.
Questa vita inserita, gettata e confusa coi vimini, è
racchiusa simbolicamente in un giorno in cui l’alba rappresenta la nascita e la
sua infanzia, il meriggio il pieno splendore nel mezzo della vita, il
tramonto lo scemare lieve del corpo e della mente e infine la notte, dove egli
potrà solo narrare cosa rimane dopo la morte. Tutto questo con versi che
descrivono una poesia che è imago picta, Immagini dipinte attraverso le parole.
"Vimini freschi" (PAV Edizioni 2022) può essere acquistato qui, oltre che sui vari canali di vendita on line
lunedì 2 maggio 2022
Immagini e luoghi di un romano Cesare Pavese
Una corsa dentro la poesia del 900
Con la terza poesia di Cesare Pavese, si chiude il nostro ricco viaggio dentro la poesia del 900. Ho scelto per l'ccasione una poesia che Pavese scrisse nel marzo del 1950 e che dedicò, come molte altre sue composizioni a Constance Dowling, l’attrice americana della quale si era perdutamente innamorato e che tanto lo fece soffrire, tal com’era fortemente animato da una passione quasi incontrollabile.
Con “Passerò per Piazza di Spagna” - questo il titolo della sua poesia – egli collega con naturalezza immagini romane, in particolare quella di una delle piazze più belle della capitale, a sensazioni nate in quella circostanza e convergenti verso la speranza di riuscire a contenere la mancanza della sua amata, nell’illusione, di incontrarla magari lì, proprio in quella piazza di fiori e colori.
Ma leggiamo insieme questa splendida poesia:
Sarà un cielo chiaro.
S’apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell’aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l’acqua nelle fontane –
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l’odore della pietra e dell’aria
mattutina. S’aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu – ferma e chiara.
Cesare non nasconde certamente una volontà precisa: quella di poter intravedere tra le persone, la fontana e le scale di Trinità dei Monti, quel volto e quella donna che egli adora, e che gli sfugge di continuo.
lunedì 4 aprile 2022
Le estati vestite d'amore
Una corsa dentro la poesia del 900
"Estate"
Siamo ancora in compagnia di Cesare Pavese, in questo ipotetico viaggio dentro la poesia del 900. Traduttore, saggista, scrittore ma soprattutto poeta dall’animo sensibile che attraverso i suoi spiccati e percettivi sensi, ci ha raccontato della vita attraverso la poesia che egli sente innata tra le sue passioni.La vita, filtrata dalle sensazioni di un uomo che ha vissuto intensi ardori, di portata tali, da segnarne irrimediabilmente il proprio destino. Questa volta si rivolge a una delle stagioni più amate: l’estate.
Un Componimento che troviamo inserito nella raccolta “Lavorare
stanca”. Ma leggiamola insieme questa delicata poesia per poterne godere a
pieno ogni suo verso.
C’è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.
Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un’erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d’aria
e il prodigio sei tu. C’è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
Ascolti.
Le parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.
Pavese, riesce a creare una sorta di fresco connubio, nel
quale sposa l’incanto e i colori di un‘estate che "cuoce la terra" – come egli
stesso afferma - e la sua donna che la definisce ed appella “prodigio”.
E la racconta, questa stagione d’amore, dalla sua
prospettiva di uomo incantato, di uomo innamorato della vita, della natura e
della sua donna.
(per la fruizione del video cliccare sul titolo)
domenica 13 marzo 2022
Cesare Pavese e le sue passioni
Una corsa dentro la poesia del 900
"Ritorni sempre col mattino"
Scritta il 20 Marzo del 1950 “In the morning you always come back”, (Ritorni sempre col mattino), fa parte della silloge “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi“, la raccolta, pubblicata postuma, comprende dieci poesie (otto in lingua italiana e due in inglese), scritte tra l'undici marzo e il dieci aprile del 1950 tra Roma e Torino, e ritrovate successivamente alla sua morte, tra i suoi scritti.
Leggiamoli allora questi versi per capire di
cosa parla l’autore e che cosa esprime il suo animo illuminato:
Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre -
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro -
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino
Profondamente intrisi d’amore e passione sono questi versi, che fin dalle prime righe richiamano forti emozioni. Appare tra l’altro evidente quanto la volontà di Pavese sia quella di creare un connubio tra la nascita di un nuovo giorno e l’essenza spirituale della sua amata.
Lo si capisce da come
descrive quest’alba al suo arrivo, che a mano a mano inizia a vestire le vie e
le colline ancora assopite, con il respiro e con gli occhi della sua musa, sensi di lei, che non può fare a meno di unire agli elementi enunciati e confusi con la
natura che sorge di nuovo.
Lo si intuisce ancora, da come sposa il passo e il fiato del suo amore al vento dell’alba, in virtù della quale anche le pietre, inermi e
immobili, odorano di fresche passioni e dove tutto si erge a risveglio. Compara
infine la luce dell’alba a una stella
sperduta che nel suo intimo cuore è luce del suo mattino.
giovedì 17 febbraio 2022
Nei risvegli di Ungaretti
Una corsa dentro la poesia del 900
"Risvegli"
Abbiamo ancora qui con noi a farci
compagnia Giuseppe Ungaretti il quale ci regala un altro piccolo frammento
della sua straordinaria poesia.
Non v’è dubbio, come specificato nei precedenti appuntamenti, che il primo conflitto mondiale lo abbia toccato nella coscienza, lasciando in lui un segno che spesso – seppur magari in parte in questo caso - ritroviamo nella sua scrittura. Rievocazioni, visioni e ricordi che tingono i suoi pensieri di pregresse esperienze, delle quali ne rende palesi le immagini attraverso la poesia.
“Risvegli” è un componimento contenuto nella raccolta poetica “Il Porto sepolto”, prodotta per intero durante la campagna militare e pubblicata nel 1916.
Con "Risvegli", Ungaretti resta fedele al suo stile ermetico, utilizzando un linguaggio elegante e allo stesso tempo carico di quei sentimenti umani che traboccano attraverso la poesia, e che egli eleva a voce inquieta della propria coscienza. Ma leggiamo questa sua poesia che si intitola appunto "Risvegli":
Risvegli
Ogni mio momento
io l’ho vissuto
un’altra volta
in un’epoca fonda
fuori di me
Sono lontano colla mia memoria
dietro a quelle vite perse
Mi desto in un bagno
di care cose consuete
sorpreso
e raddolcito
Rincorro le nuvole
che si sciolgono dolcemente
cogli occhi attenti
e mi rammento
di qualche amico
morto
Ma Dio cos’è?
E la creatura
atterrita
sbarra gli occhi
e accoglie
gocciole di stelle
e la pianura muta
E si sente
Riavere.
Ungaretti sembra sdoppiarsi, moltiplicarsi dentro i suoi
pensieri dove si ritrova in altre vite, in altre epoche dove non si riconosce,
e dalle quali è ormai distante.
Quasi a voler bonificare, o meglio, addolcire queste spontanee
riflessioni, si aggrappa alle care cose che sono sue; legate alla sua vita come
gli affetti e le cose che lo rendono sereno. E mentre lo fa, osserva la natura
di cui purtroppo qualche amico morto non potrà godere.
Nella sua ricerca introspettiva si interroga su Dio, cercando
di capire la sua essenza. Dio cos’è? L’interrogativo trova una risposta nel suo
cercarsi dentro, nel suo sentirsi una creatura dentro l’universo immenso e per
questo, sembra patirne un terrore lieve ma poi, nutrendo l’anima di gocciole di
stelle si sente vivo sopra la pianura che lo accoglie.
domenica 13 febbraio 2022
Arte e libri in vetrina
Sono queste le belle cose che si costruiscono per amore verso la cultura. Un amore che ha preso forma e vita attraverso uno spazio che Leonarda Brancato e Marilù Murra, da circa un anno e mezzo, hanno messo settimanalmente a disposizione di chi ama l’arte nelle sue espressioni più ampie e multiformi. In particolare faccio cadere l'attenzione sull'ultimo appuntamento andato in rete.
Dalla pittura di Lucia Santucci alla poesia di Vinicio Salvatore Di Crescenzo, passando per gli aforismi di Leonarda Brancato, co-conduttrice del piacevole salotto d’arte assieme a Marilù, arrivando al fantasy di Luca O’Connor e alla fresca produzione di Francesca Broso, appena uscita e già disponibile dal 14 febbraio. Naturalmente, solo per citare alcuni dei partecipanti, senza tuttavia sminuire la presenza di tutti gli ospiti che, con la loro creativa fantasia, hanno arricchito di interesse l’appuntamento culturale.
Una condivisione del video relativo alla puntata è d’obbligo! Non tanto perché rappresenta un momento di nutrimento per le nostre passioni, ma anche per dare modo a chi, per un motivo e per un altro, non ha potuto seguire l’evento condiviso sui social.
Naturalmente, invito coloro che vogliano approfondire la conoscenza di
questo spazio culturale, a iscriversi al canale YouTube "Tertuliaweb Leomar"
cliccando qui, oppure attingere notizie e informazioni collegandosi direttamente alla pagina Facebook cliccando qui.
lunedì 31 gennaio 2022
Eppure, dentro una guerra.
Una corsa dentro la poesia del 900
I Fiumi
Naturalmente siamo ancora in viaggio e da qualche tempo ci
fa compagnia Giuseppe Ungaretti. La poesia che oggi ci conduce dentro il suo
mondo, e soprattutto, che continua a raccontarci in che modo e con quale
profondità emotiva ha vissuto la guerra, esperienza che il poeta come sappiamo
ha affrontato in prima persona, si intitola I Fiumi:
Abbandonato in questa dolina
Che ha il languore
Di un circo
Prima o dopo lo spettacolo
E guardo
Il passaggio quieto
Delle nuvole sulla luna
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato
Mi levigava
Come un suo sasso
Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
Sull'acqua
Vicino ai miei panni
Sudici di guerra
E come un beduino
Mi sono chinato a ricevere
Il sole
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo
È quando
Non mi credo
In armonia
Mani
Che m’intridono
Mi regalano
La rara
Felicità
Le epoche
Della mia vita
I miei fiumi
Al quale hanno attinto
Duemil’anni forse
Di gente mia campagnola
E mio padre e mia madre.
Che mi ha visto
Nascere e crescere
E ardere d’inconsapevolezza
Nelle distese pianure
E in quel suo torbido
Mi sono rimescolato
E mi sono conosciuto
Contati nell'Isonzo
Che in ognuno
Mi traspare
Ora ch'è notte
Che la mia vita mi pare
Una corolla
Di tenebre
Non c’è dubbio, che Ungaretti in questo componimento ostenta uno dei pochi momenti di relativa tranquillità in un contesto in cui è difficile che ciò avvenga. Una parentesi dentro un conflitto che egli, attraverso il suo racconto, fa intendere come una fugace riconciliazione con la vita e con l’universo seppur tra morti e distruzione.
Questa esperienza maturata attraverso un momento di riposo lungo il fiume Isonzo, riesce in qualche modo a sospendere il tempo e le sue angustie, conducendolo verso i ricordi all’interno dei quali vede ed elenca i tutti suoi fiumi passati. Quelli dei suoi genitori, quelli che lo hanno visto crescere e maturare, della sua vita e lungo il corso del tempo. Tutti racchiusi in quell’Isonzo che pungola la sua nostalgia. Si, perché proprio questo è il sentimento che prevale nella sofferenza del presente.