La cerimonia in questione, ha riguardato il Premio Internazionale di Letteratura e Arti Visive denominato “Ciò che Caino non sa”, giunto ormai alla sesta edizione e per quest'ultima assorbito dell’Accademia delle Arti e delle Scienze Filosofiche di Bari di cui Massimo Massa ne è ideatore e Pro Rettore.
Il premio, fondato e presieduto da Maria Teresa Infante La Marca, ha raccolto, di edizione in edizione grandi consensi, sia da parte degli addetti ai lavori che da coloro che nel tempo vi hanno preso parte a vario titolo.
L’impegno dell’organizzazione, all'interno della quale sono stato inserito quale membro di commissione per l’articolo giornalistico, è di quelli che si possono annoverare tra i più nobili e importanti e allo stesso tempo, più appaganti. Un sacrificio che è valso la pena patire non fosse altro per il tema che il Premio ha inteso trattare: la violenza di genere e sui minori.
Una grande passione per la diffusione dell'arte e della cultura è stata sicuramente la dote principale mostrata e messa in campo dall'intero organico del Premio, ma allo stesso tempo lodevole e pregna di significato, la scelta di proporre, fin dalla prima edizione, un tema quanto mai attuale e di estrema gravità nella nostra società contemporanea che mai come adesso, ha urgente bisogno che il livello di attenzione sia posto sempre più in alto allo scopo di poter adeguatamente combattere un male che può e deve essere sconfitto.
Complimenti quindi all’intera organizzazione che proprio facendo leva sulle molteplici applicazioni nelle quali le attività artistiche trovano fertile terreno continuano a lanciare segnali allarmanti riguardo il fenomeno in questione nella speranza che in ognuno, possa emergere una capacità d’analisi che non sia solo un termine fine a sé stesso ma maturazione individuale e convinzione che il valore della vita, propria e degli altri, sia e debba rimanere elemento sacro e inviolabile.
Foto: Viki Ders
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