Nel suo curriculum, nei 78 anni da chierichetto, ha servito la "Santa Messa" ai Parroci, a P. Quirico Pignalberi ora venerabile, a Cardinali, a Vescovi, a Padri Francescani, a Padri Passionisti e a Padri Oblati.
E’ infatti un vero e proprio record dei chierichetti quello di Pacetti, storico locale, giornalista pubblicista (è anche collaboratore di ArtHera TV Multimedia Art Projects) e memoria delle vicende storiche, artistiche e religiose del suo paese.
Ma lasciamo che sia il diretto interessato a raccontarci un po’ della sua longevità da chierichetto:
«Correva l’anno 1947, il giorno 6 del mese di gennaio per la precisione, quando da bambino per la prima volta ho indossato la “cotta” per servire la Messa nella collegiata Santa Maria Assunta. Il parroco di allora, don Pio Appetecchia, era circondato da uno stuolo di chierichetti che prestavano servizio all’altare. Il numero delle Messe della domenica a Piglio erano al mattino tre: si iniziava con la Messa “prima” delle 6, alla quale partecipavano gli artigiani e tutte le persone che dovevano aprire le botteghe di generi alimentari, ora scomparse; per proseguire poi con la Messa del fanciullo delle 9 e con quella delle 11. I battesimi venivano fatti nel pomeriggio della domenica alla presenza dell’ostetrica condotta, del parroco, dei genitori del bambino, dei padrini e di due chierichetti che ricevevano una piccola ricompensa in denaro e un “cantoccio” di pane che veniva poi deposto nell’armadio della sagrestia a disposizione dei bisognosi. Le persone defunte venivano portate in chiesa alla vigilia del funerale e posizionate nella navata sinistra per tutta la notte. Il giorno dopo veniva celebrato il funerale e, terminata la funzione, veniva poi accompagnato al cimitero su un “carrettone” trainato da due cavalli. Anche per questo servizio i chierichetti venivano retribuiti dai familiari del defunto. Nel periodo della Pasqua i chierichetti avevano alcune incombenze: dovevano procurare la legna da ardere che serviva alla vigilia per il fuoco e dovevano accompagnare il sacerdote per la benedizione delle case. Per l’occasione ricevevano dalle famiglie uova e dolci».
Gran bei ricordi quelli di Giorgio Alessandro Pacetti. Frammenti di un mondo ormai scomparso ma che sarebbe utile tramandare per quanto possibile più a lungo, per non dimenticare ciò che siamo stati e farci riflettere su quanto il mondo intorno a noi muti così velocemente.A fianco: Convento di San Lorenzo
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