Mauro Federici, Giorgio Alessandro Pacetti e Mario Felli |
Il Comune di Piglio ha ottenuto un finanziamento dalla Regione Lazio pari a 80.000 euro per la manutenzione straordinaria dell’area esterna della chiesa di "san Rocco-Madonna della Valle."
Il finanziamento regionale che abbiamo ottenuto -commentano con grande soddisfazione il sindaco di Piglio avv. Mario Felli-e Mauro Federici vice sindaco con deleghe Lavori pubblici-urbanistica. edilizia privata, rappresenta per noi una doppia opportunità: la prima è quella di renderci un paese ospitale nei confronti dei tanti turisti che decideranno di visitare gli affreschi di scuola giottesca e di Raffaello; la seconda nel rendere attrattiva e fruibile, agli occhi dei tanti turisti, la nostra meravigliosa cittadina".
Molto soddisfatto è anche Giorgio Alessandro Pacetti nella doppia veste storico di Piglio e copritore delle opere d’arte custodite nella chiesa di san Rocco-Madonna della Valle, così denominata in un atto notarile dei Colonna del 1599, che si trova all’ingresso del centro abitato di Piglio, sull’antica via francigena che porta a valle.
L’edificio ingloba una antica edicola, da cui si accede dalla porta a sinistra dell’altare, contenente un affresco del 1300, raffigurante la Madonna delle Rose in trono con il Bambino, attorniata dal Beato Andrea Conti, da San Giovanni Evangelista, da San Leonardo e da Sant’Antonio Abate, attribuito alla scuola giottesca napoletana, rimesso in vista dal sottoscritto nel 1984.
Nella parete sinistra dell’aula ecclesiale, un altro affresco cinquecentesco della Madonna con il Bambino e S. Giovannino della Croce, rimesso in luce nel 2002.
La chiesa doveva essere ancora molto frequentata nel 1826, quando il Preposto della Collegiata espose al Santo Padre che nella Chiesa di S. Rocco si venerava una antichissima immagine di Maria SS.ma detta della Valle, “tenuta in grandissima venerazione non solo dai abitanti, ma dai forestieri dei limitrofi paesi”, e che desiderando incrementarne la devozione “e a mantenerla anco in futuro molto vi giova il Tesoro delle Indulgenze”, chiese la facoltà di poter conseguire l’indulgenza plenaria perpetua, che papa Leone XII, accordò solo per sette anni dal 1826 al 1833.
Sembrano cose di poco conto, ma io sono convinto che tutto ciò che parla del passato, che è testimonianza di storiche tradizioni, vanto e gloria della nostra Italia faro, un tempo lontano, di civiltà per popoli del mondo intero, meriti di essere valorizzato e… tanto più salvato per il bene della collettività”.
Giorgio Alessandro Pacetti
Nessun commento:
Posta un commento