domenica 13 marzo 2022

Cesare Pavese e le sue passioni

Una corsa dentro la poesia del 900

 "Ritorni sempre col mattino"


Scritta il 20 Marzo del 1950 “In the morning you always come back”, (Ritorni sempre col mattino), fa parte della silloge “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi“, la  raccolta, pubblicata postuma, comprende   dieci poesie (otto in lingua italiana e due in inglese), scritte tra l'undici marzo e il dieci aprile del 1950 tra Roma e Torino, e ritrovate successivamente alla sua morte, tra i suoi scritti. 

Leggiamoli allora questi versi per capire di cosa parla l’autore e che cosa esprime il suo animo illuminato:

Lo spiraglio dell'alba

respira con la tua bocca

in fondo alle vie vuote.

Luce grigia i tuoi occhi,

dolci gocce dell'alba

sulle colline scure.

 

Il tuo passo e il tuo fiato

come il vento dell'alba

sommergono le case.

La città abbrividisce,

odorano le pietre -

sei la vita, il risveglio.


Stella sperduta

nella luce dell'alba,

cigolio della brezza,

tepore, respiro -

è finita la notte.

 

Sei la luce e il mattino

Profondamente intrisi d’amore e passione sono questi versi, che fin dalle prime righe richiamano forti emozioni. Appare tra l’altro evidente quanto la volontà di Pavese sia quella di creare un connubio tra la nascita di un nuovo giorno e l’essenza spirituale della sua amata. 

Lo si capisce da come descrive quest’alba al suo arrivo, che a mano a mano inizia a vestire le vie e le colline ancora assopite, con il respiro e con gli occhi della sua musa, sensi di lei, che non può fare a meno di unire agli elementi enunciati e confusi con la natura che sorge di nuovo.

Lo si intuisce ancora, da come sposa il passo e il fiato del suo amore al vento dell’alba, in virtù della quale anche le pietre, inermi e immobili, odorano di fresche passioni e dove tutto si erge a risveglio. Compara infine  la luce dell’alba a una stella sperduta  che nel suo intimo cuore è  luce del suo mattino.