Una corsa dentro la poesia del 900
"Ritorni sempre col mattino"
Scritta il 20 Marzo del 1950 “In the morning you always come back”, (Ritorni sempre col mattino), fa parte della silloge “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi“, la raccolta, pubblicata postuma, comprende dieci poesie (otto in lingua italiana e due in inglese), scritte tra l'undici marzo e il dieci aprile del 1950 tra Roma e Torino, e ritrovate successivamente alla sua morte, tra i suoi scritti.
Leggiamoli allora questi versi per capire di
cosa parla l’autore e che cosa esprime il suo animo illuminato:
Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre -
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro -
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino
Profondamente intrisi d’amore e passione sono questi versi, che fin dalle prime righe richiamano forti emozioni. Appare tra l’altro evidente quanto la volontà di Pavese sia quella di creare un connubio tra la nascita di un nuovo giorno e l’essenza spirituale della sua amata.
Lo si capisce da come
descrive quest’alba al suo arrivo, che a mano a mano inizia a vestire le vie e
le colline ancora assopite, con il respiro e con gli occhi della sua musa, sensi di lei, che non può fare a meno di unire agli elementi enunciati e confusi con la
natura che sorge di nuovo.
Lo si intuisce ancora, da come sposa il passo e il fiato del suo amore al vento dell’alba, in virtù della quale anche le pietre, inermi e
immobili, odorano di fresche passioni e dove tutto si erge a risveglio. Compara
infine la luce dell’alba a una stella
sperduta che nel suo intimo cuore è luce del suo mattino.
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