Una corsa dentro la poesia del 900
"Risvegli"
Abbiamo ancora qui con noi a farci
compagnia Giuseppe Ungaretti il quale ci regala un altro piccolo frammento
della sua straordinaria poesia.
Non v’è dubbio, come specificato nei precedenti appuntamenti, che il primo conflitto mondiale lo abbia toccato nella coscienza, lasciando in lui un segno che spesso – seppur magari in parte in questo caso - ritroviamo nella sua scrittura. Rievocazioni, visioni e ricordi che tingono i suoi pensieri di pregresse esperienze, delle quali ne rende palesi le immagini attraverso la poesia.
“Risvegli” è un componimento contenuto nella raccolta poetica “Il Porto sepolto”, prodotta per intero durante la campagna militare e pubblicata nel 1916.
Con "Risvegli", Ungaretti resta fedele al suo stile ermetico, utilizzando un linguaggio elegante e allo stesso tempo carico di quei sentimenti umani che traboccano attraverso la poesia, e che egli eleva a voce inquieta della propria coscienza. Ma leggiamo questa sua poesia che si intitola appunto "Risvegli":
Risvegli
Ogni mio momento
io l’ho vissuto
un’altra volta
in un’epoca fonda
fuori di me
Sono lontano colla mia memoria
dietro a quelle vite perse
Mi desto in un bagno
di care cose consuete
sorpreso
e raddolcito
Rincorro le nuvole
che si sciolgono dolcemente
cogli occhi attenti
e mi rammento
di qualche amico
morto
Ma Dio cos’è?
E la creatura
atterrita
sbarra gli occhi
e accoglie
gocciole di stelle
e la pianura muta
E si sente
Riavere.
Ungaretti sembra sdoppiarsi, moltiplicarsi dentro i suoi
pensieri dove si ritrova in altre vite, in altre epoche dove non si riconosce,
e dalle quali è ormai distante.
Quasi a voler bonificare, o meglio, addolcire queste spontanee
riflessioni, si aggrappa alle care cose che sono sue; legate alla sua vita come
gli affetti e le cose che lo rendono sereno. E mentre lo fa, osserva la natura
di cui purtroppo qualche amico morto non potrà godere.
Nella sua ricerca introspettiva si interroga su Dio, cercando
di capire la sua essenza. Dio cos’è? L’interrogativo trova una risposta nel suo
cercarsi dentro, nel suo sentirsi una creatura dentro l’universo immenso e per
questo, sembra patirne un terrore lieve ma poi, nutrendo l’anima di gocciole di
stelle si sente vivo sopra la pianura che lo accoglie.
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