Continuando ad approfondire la conoscenza dell'arte nelle sue molteplici forme e dei suoi interpreti, in questa occasione ho voluto invitare nello spazio che dedico alle interviste Patrizia Fatale. Veliterna d'origine, genzanese di adozione, Patrizia è una pittrice ormai conosciuta e affermata nel mondo della pittura, grazie alle sue opere di assoluto spessore artistico frutto di comprovata capacità creativa. Soggetti comuni quali spiagge, panorami campestri e paesaggi, non sono scontati nella stesura su tela ma anzi, fioriscono di particolari e dettagli che ne impreziosiscono forma e contenuto. Immagini coinvolgenti che bisogna guardare e riguardare più volte per comprenderne a pieno i propri segreti. Ogni nuova osservazione vede il susseguirsi di nuovi elementi e rivela particolari prima sfuggiti.
Ma scopriamo qualcosa di più rivolgendole qualche domanda:
Da sempre, mi piace pensare all’arte quale veicolo che
trasporta e coinvolge. Spesso alcune immagini appartenenti al mondo reale, offrono
uno spunto deciso: sia per la riflessione, della quale il poeta – per esempio -
fà largo uso, sia per la fantasia, appannaggio spesso del pittore ma non solo.
In entrambi i casi tuttavia la creazione, che sia pittura o poesia, diventa
elemento di piacere, Una sorta di gancio in mezzo al nulla al quale aggrapparsi
per definire che in fondo, l’artista, ha l’arma in più per saper interpretare
il mondo sotto varie prospettive. Vincent Van Gogh diceva testualmente: «Così
il pennello sta alle mie dita come l'archetto al violino, e assolutamente per
mio piacere». Proprio questa celebre citazione di uno dei pittori più famosi al
mondo, mi offre lo spunto per chiederti se anche per te il piacere di creare,
di dipingere il mondo su una tela, abbia la stessa valenza e raggiunga la stessa
intensità di piacere di cui parla Van Gogh.
Certamente Vinicio per me il piacere di dipingere si
trasforma in uno stato, direi, quasi di estasi dove riesco, con un po’ di
difficolta a causa dei molti impegni familiari, a immedesimarmi ed isolarmi.
Essenzialmente, come tu hai detto, la pittura o poesia che sia è uno strumento
al quale aggrapparsi per poi creare quello che di più bello hai dentro di te.
L’anima gioisce sprigionando scintille di pace, serenità e bellezza. Una
soddisfazione impagabile.
Ho avuto la fortuna di assistere alla tua mostra personale,
tenutasi recentemente presso la sala esposizione
Phoebus di Vicolo Moscatelli 8
a Velletri. Una tre giorni assolutamente ricca di visitatori consistenti
perlopiù in estimatori dell’arte in generale, amanti della pittura, ma anche in
gente comune che ha potuto godere e ammirare le tue opere. Nella circostanza, ci
tengo a dirlo, ho personalmente notato una scioltezza nell’immagine che inventi,
una ricerca del dettaglio ma soprattutto una sperimentazione ingegnosa e
intelligente nell’accostamento delle tonalità al fine di rapire lo sguardo del
fruitore portandolo verso un vorticoso effetto cromatico espresso nella sua totalità.
Quanto è importante per te l’elemento colore nell’espressione concettuale che
vuoi creare e trasmettere, e quanto contano le sfumature, non solo quelle intese
quali tecnica pittorica, ma anche come elemento di ricerca artistica?
Per me l’elemento colore è importantissimo perché proprio
con i colori possiamo dipingere la nostra anima e tutto quello che la circonda.
Ho bisogno di vedere il mondo colorato, anche se un’immagine o una situazione
davanti ai miei occhi si presenta grigia e buia; comincio, allora, subito a
pensare come posso renderla colorata, contornandola il più possibile di luce
viva. Credo nel profondo del mio cuore che rendere colorata la vita, come anche
il sorriso, aiuta a superare le difficoltà, certamente non ad evitarle, ma a
diminuirne l’effetto negativo. Quando cerco di creare con i colori ad olio su
una tela per me conta molto la tecnica delle sfumature, solo così posso fondere
i colori amalgamandoli entrambi tra di loro, creando un effetto cromatico e
scegliendo l’armonia dei colori e l’abbinamento da svolgere con diverse
stesure.
Mi fa piacere infine entrare, anche se solo per un attimo,
nella tua vita privata. Vieni da una famiglia che ha lavorato con tessuti e
stoffe in ambito sartoriale e nel contempo, so che anche tu sei un’appassionata
del settore, dacché produci opere che realizzi col ricamo e il cucito in
generale, attività che in un certo senso richiamano fantasia ed espressione
creativa. Ecco, quanto di tutto questo può rientrare a pieno titolo nella
pittura, cioè, esiste un denominatore comune che possa collegare fantasia del
ricamo con quella della pittura?
Io penso che l’espressione creativa sia una delle basi della
vita di tutti i giorni anche nelle piccole cose che ci circondano. So che per
ricamare serve un disegno, per cucire serve un disegno ecc. per cui
sostanzialmente per creare è necessario un disegno che sia nella nostra testa,
su un foglio di carta o una tela. Quindi io collego pienamente la creatività
con la pittura. Certo nel mio bagaglio personale dall’età infantile
all’adolescenza la tradizione familiare ha contribuito a dare vita ad un pezzo
di stoffa, a un colore, a un filo e ciò può far comprendere quanto è importante
l’empatia. Infatti, e credo non sia solo una mia opinione, qualsiasi artista
voglia stabilire un collegamento più o meno evidente a prima vista con il mondo
esterno.
Bene, ringrazio Patrizia Fatale per averci fatto conoscere qualcosa di lei e della sua pittura. Soprattutto per il suo contributo a favore della diffusione delle arti in un'accezione generale, perchè è proprio parlandone che possono nascere nuovi interessi e stimolare soprattutto, quelle menti capaci che hanno solo bisogno di essere accompagnate verso l'ingresso nel mondo della creazione.
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