lunedì 10 aprile 2023

Le esperienze di guerra nella poesia di Giuseppe Ungaretti

Video poesia «In dormiveglia» visionabile qui!

Quest’opera presenta due distinte prospettive di ambientazione: da una parte il presente, dove è descritto un susseguirsi di immagini scandito dai colpi di fucile; dall’altra, viene messa in risalto la similitudine a un momento passato e ben rievocato da ciò che il poeta si trova davanti, con l’eco degli spari distribuiti al suo interno e che richiama a sé, nei ricordi, la sua Alessandria D’Egitto.

Il mescolare dei tempi riemerge in altre circostanze all’interno del «Porto Sepolto» (la raccolta di poesie scritte durante la prima guerra mondiale e alla quale Ungaretti partecipò attivamente), quasi a voler attenuare la gravità di ciò che nel presente accade, con la pace incarnata da un ricordo della sua giovinezza passata.

Poesie quali il Porto sepolto, Fiumi, C’era una volta e Sono una creatura, sono ciò che anticipa e consolida Immagini di guerra, in termini di convivenza di presente e passato all’interno del testo, e a cui lo stesso Ungaretti darà poi il nome di «In dormiveglia», contestualizzandone il contenuto al momento descritto e rendendolo ancor più incisivo nell’opporre un netto contrasto tra la fase violenta, quella che apre lo scritto, e quell’attimo lieve che segue, rappresentato dal suo trascorso passato.

Le similitudini espresse, nel pensiero del poeta, sono realizzate dalla presenza di analogie chiare tra il rincorrersi dei colpi di fucile e il martellare continuo di un gruppo di operai che come egli stesso affermò, erano degli scalpellini pugliesi assunti dal Municipio d’Alessandria, allo scopo di lastricare con pietre di lava le strade della città e che cita nella poesia chiamandoli «nugolo di scalpellini» .

Immagini di guerra si apre con il verbo transitivo «Assisto» non a caso. Ciò è dovuto al fatto che Ungaretti, nell’ottobre del 1915 fu aggregato all’Ospedale militare di Biella come infermiere. Dato questo, che si evince da una corrispondenza inviata a Papini e Prezzolini . Facile quindi individuare un’azione che percepiva come propria, che aveva accolto e attuato non solo nell’ambito medico, ma anche nei confronti di quella notte «violentata» dagli spari.

Dal punto di vista fonico, lo studio e la ricerca delle parole, muove e delinea armonie nella lettura attraverso l’utilizzo di accostamenti ragionati e collaudati in un continuo e coerente svolgersi del testo.

I concetti sono ravvisabili attraverso metafore, riferite per contenuti alla semplicità di un linguaggio quotidiano: i colpi di fucile che crivellano l’aria, formano una chiara analogia con la «trina» (il merletto) che abbellisce le stoffe oppure, come quegli uomini dentro le loro trincee somiglino a «lumache nel loro guscio».

Il «dormiveglia» che chiude il breve testo, altro non è che quella fase che confonde lo spazio con il tempo; che sfuma i contorni tra realtà e sogno ed in cui Ungaretti ritrova il sapore dei suoi ricordi antichi.

Video poesia «In dormiveglia» visionabile qui!

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