Quando osserviamo un bel quadro il primo quesito che spontaneamente ci poniamo è: cosa sta facendo qui l’artista? Sta raffigurando il mondo attorno a
lui oppure riporta sulla tela ciò che il suo intimo sentire gli suggerisce sottoforma di idee,
forme e colori? Per dare una risposta a questa domanda possiamo provare ad
analizzare l’ultima parte del nostro tempo, quella che parte cioè, dall’ inizio circa
del ‘900 e fino ai giorni nostri. Il tema è analizzare una presunta evoluzione
all’interno della disciplina, oppure individuare se qualcosa è emancipato dal modo di
fare pittura fino ad allora praticato, spostando il baricentro altrove. Di giovamento sarà, osservare inoltre se tale transizione
(ammesso che ve ne sia traccia) abbia preso vita attraverso differenti correnti di pensiero recanti tutt’altra visione nel proporre la nobile arte chiamata pittura.
Come noto l’impressionismo si esprimeva attraverso la
sensibilità del pittore in relazione al mondo esterno, o meglio, attraverso la realtà che
lo circondava imitandonde i tratti salienti e di conseguenza, la natura e il mondo
circostante. Nel momento in cui tale esigenza, attraverso idee avanguardistiche
furono messe in discussione spostando l’attenzione verso una dimensione più intimista, nacque l’astrattismo, vera e propria rappresentazione interiore
dell’artista attraverso linee, forme e colori. Ciò, irrimediabilmente, si contrappose così alla millenaria
concezione della pittura quale vera e propria imitazione della realtà.
Ebbene, l’astrattismo non solo riscosse un gran successo nell’atto
della sua apparizione, ma ancora oggi è una delle forme più apprezzate. Non
solo da fruitori comuni e acuti
osservatori sempre a caccia di originalità, ma anche, da molti artisti
contemporanei compresa Pamela Caddeo, pittrice genovese, e vera e propria interprete di
questo modo di intendere e creare la pittura. Pamela, nella sua semplice ma
spesso mistica espressività artistica, mi ha subito fornito spunti di
riflessione. Non solo in relazione alle proprie figure che imprime
indelebilmente sulle tele, ma su quanto l’astrattismo riesca a profondere
inequivocabilmente in termini di stupefacente scoperta nella minuziosa
descrizione di uno stato d’animo interiore.
Pamela Caddeo come detto è ligure, terra prolifica che ha dato
i natali a molti personaggi del mondo dell’arte e non solo, e che hanno in qualche
modo fatto la storia. Lei, in silenzio e senza far rumore, inconsapevolmente forse,
prosegue questo trend, dando lustro alla sua terra attraverso una pittura originale, di
ampio respiro e soprattutto assai comunicativa. Divisa tra la sua Liguria e la Sardegna
dove per almeno tre mesi l’anno trova rifugio, vive il mare in tutte le sue
forme, mare che imprime in lei l’immagine dell’infinito, un infinito che
ritroviamo nella sua pittura senza limiti e confini, una pittura originale e
contraddistinta dall’unicità.
Inizia a dipingere quasi per appianare una strada
irta di ostacoli; soddisfare un bisogno di cui per molti anni, attraverso
varie vicissitudini della sua vita, ha dovuto fare a meno: quello
dell’approfondimento, della ricerca del bello pur nella sua semplicità e dello
studio inteso come indispensabile arricchimento personale prima ancora che come strumento per interpretare con qualificata competenza ogni meraviglia. Una spinta ulteriore in questo senso gliela
imprime un momento critico vissuto a causa della sua salute. E proprio da
questo indesiderato passaggio nasce l’esigenza di un risveglio, di una
rinascita volta a ricominciare un ciclo, consapevole che solo “colorando” ogni
immagine passata, ogni monocromo episodio vissuto malamente può nascere una nuova sensazione di benessere e di appagamento.
A volte lo fa anche dipingendo con le dita, come se volesse un contatto vero con la sua
materia e con i suoi colori, riuscendo in questo modo a far dialogare tatto e
colore, mentre ogni sua emozione, è un susseguirsi di idee e di immagini che
nascono e prendono forma a mano a mano che la mente crea e detta.
E così le sue
opere sono uno scandire appassionato del suo tempo, del suo stato d’animo e del suo
flusso creativo, mai sazio di sposare il suo infinito laboratorio delle idee.
Ogni suo lavoro racchiude in sé un messaggio che si dimena e che evade dall’interno
di poche tinte a volte, ma certamente scelte non a caso; essenziali per capacità penetrativa nel
proporre un deciso impatto e causare, in maniera del tutto naturale, impressione
emozionale nell’osservatore. In "Tropicana" (Carnevale di Rio), qui raffigurato infatti, l'artista afferma che l'arte altro non è che la ricerca del bello in un mondo reso invivibile dall'uomo.
Come ogni artista che ama sperimentare, anche Pamela si
affida a nuove tecniche e nuovi materiali. Essa infatti, non conosce solo determinati
strumenti per esprimersi. Dopo l’acrilico, principale elemento utilizzato, si
interessa al gesso, agli smalti e al pastello ad olio che, con intuito
creativo, scioglie in parte sulla fiamma, e steso poi sul supporto, conferisce
all’opera una corposa traccia innestando in questo modo la nascita di una piacevole sensazione
di rilievo e di un conseguente addolcimento nell’interpretazione visiva.
Numerosissime le sue partecipazioni a prestigiose mostre e
altrettanto numerosi gli attestati di stima ricevuti per i suoi lavori ma Pamela
è anche poeta. Tra i suoi progetti futuri l’idea di proporre un volume
contenente immagini delle proprie opere, corredate ognuna di una sua poesia allo scopo
di ottenere una duplice prospettiva artistica, senza perdere di vista la fonte
che eroga ogni sua idea e ogni sua progettazione.
Molti sono anche i lavori di bigiotteria attraverso cui
Pamela trova un ulteriore canale di sfogo e in cui inventare e realizzare. Attraverso
una molteplicità di creazioni non solo pittoriche, ha mostrato e messo in
atto
sicure capacità artistiche: abile nell’uso del pantografo e nella pittura anche
su stoffa; esperta nel produrre stampe attraverso l’uso di agenti chimici su legno; decora vetro
e crea con paste modellanti. E ancora, pratica incisioni su cuoio e pelle. Il
suo insomma è un mondo ricco di fantastiche invenzioni e le sue attività, un fattivo
contributo all’arte in generale a conferma che, sebbene i tempi cambino così come le mode, il pensiero e gli stili, ciò che contraddistingue il genere umano è questa capacità di produrre
l’inimmaginabile improvvisando per stupire.
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