lunedì 19 luglio 2021

La felicità, questa sconosciuta?

 La felicità raggiunta

La felicità si sa va e viene. A volte stimola la fantasia la sua mancanza, a volte, come in questo caso è raggiunta finalmente. 

La felicità raggiunta”, è una breve poesia di Eugenio Montale composta da due strofe di cinque versi ognuna. Nella prima, il poeta mette in evidenza quanto sia precaria ed esile presenza nella vita d’ogni essere vivente. Tanto evanescente e assai poco robusta che lo stesso autore quasi invita a non toccarla dacché potrebbe addirittura perdersi nel nulla senza esser realizzata. 

Nella seconda parte invece, subentra il pessimismo, laddove Montale esprime il suo giudizio in relazione alla mancata sua realizzazione. Egli afferma che se la felicità non si è raggiunta in pieno e come finale obiettivo, la si prenda almeno come elemento mitigante la tristezza! Tranne però, nel caso si parli di un dolore irredimibile, ad esempio, quello che cattura un allegro bambino quando smarrisce il suo pallone. 

Insomma una contraddizione vera e propria tra la felicità arrembante e piena e ciò che invece non può essere guarito dalla stessa senza con ciò intaccare il suo valore di gratuito dono.



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