In bianco e nero
Ci siamo mai chiesti quanto, una semplice vecchia fotografia in bianco e nero, possa essere in grado di suscitare in noi emozioni a volte incontrollabili? E quanto un determinato scatto, possa risvegliare ricordi assopiti e spesso dimenticati facendoci addirittura percepire i profumi e gli odori di quel preciso istante? Ebbene, a mio parere tantissimo!
Appare evidente che il valore di un’immagine immortalata decine di anni fa, assume un’importanza particolare dacché non v’erano - come accade oggi - smartphone o fotocamere digitali con le quali fissare un determinato istante in ogni momento della vita, permettendoci di accumulare un’enorme quantità di immagini che non sempre poi vengono debitamente conservate. Viceversa, il fascino che assume una vecchia fotografia, magari lacerata o ingiallita è inarrivabile. Non tanto per le caratteristiche legate al fatto storico in sé, ma per il contenuto che riveste attraverso il carattere dell’unicità; e soprattutto, se dentro questa immagine è raffigurato uno dei nostri cari, così come ormai lo avevamo dimenticato nel lento e inesorabile passare del tempo. Ebbene, uno di questi momenti è ben descritto nella mia poesia “In bianco e nero”, tratta dalla raccolta “Triticum”, edita da Pav edizioni e pubblicata nel 2020.
Progresso, tecnologia e ricerca in ogni campo ci regalano il massimo agio in tutte le nostre attività. Ma il valore originale di un ricordo stampato e non replicabile, riveste un’importanza affettiva di inestimabile valore.
Provate anche voi a entrare dentro una fotografia per rivivere un istante che non torna, per abbracciare chi c’era e per tenerci ancor più stretto chi oggi non c’è più, e capirete cos’era mia intenzione raccontare attraverso questi versi.
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