X agosto
Come ben sappiamo Giovanni Pascoli, nato a San Mauro di Romagna nel 1855, è stato uno dei maggiori autori a cavallo tra ottocento e novecento, che più radicalmente ha contribuito a vestire di nuova giovinezza la lirica italiana.
Interprete, insieme a Gabriele D’Annunzio, di quella corrente nata a Parigi alla fine del XIX secolo chiamata Decadentismo, ha offerto una produzione letteraria che ha toccato il vertice del simbolismo europeo, e che ha saputo scandagliare dall’interno il linguaggio della poesia italiana.
La sua infanzia e la sua giovinezza furono turbate da gravi lutti familiari che in qualche modo hanno inciso sul piano emotivo, e sono presenze - seppur discrete - all’interno delle sue opere letterarie.
Ne è un tipico esempio la poesia “X agosto”, contenuta nella sua prima raccolta poetica pubblica nel 1891 intitolata "Myricae", e che vorrei leggervi quest’oggi. Questa data, X agosto appunto che dà il titolo alla poesia, non è da Pascoli presa in considerazione, riguardo le note manifestazioni naturali riferite alla notte di San Lorenzo che tutti conosciamo, ma rappresenta il giorno in cui venne ucciso il padre Ruggero con un colpo di fucile, mentre da Cesena si accingeva a tornare in famiglia. Un assassinio che rimase avvolto nel mistero.
Una poesia struggente, intensa, che provoca emozione forte. Una poesia toccante per la sua drammaticità che esplode in tutta la sua corposa espressività, ma che allo stesso tempo, fa riflettere sul valore della vita, su quello del bene, e non solo tra gli esseri umani.
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