Coscienza
La poesia che abbiamo nominato compagna delle nostre letture e delle nostre creazioni, ha il potere di costringerci a ragionare secondo le sue linee. Sono linee di riflessione, di condotta verso l’autoanalisi del proprio essere e di costruttiva critica proiettata all’individuazione dei difetti che ognuno di noi sa di avere, ma che non sa domare sempre.
Per questo spesso abbiamo bisogno di rimanere soli, soprattutto dopo un periodo in cui le dinamiche, non sempre favorevoli della vita, ci hanno costretto ad un impegno fisico e morale. Questo ce lo suggerisce chiaramente anche la società frenetica e impaziente in cui viviamo: la corsa nell’esasperazione di ogni forma di attività consuma e logora. Lacera la fantasia e ci induce a serrare i tempi ovunque, senza farci rendere conto che l’essere avventati partorisce imperfezioni, irrazionali idee e scarne decisioni relative ad ogni scelta.
Questo bisogno di estraniarci dal mondo circostante ci apre le porte della nostra coscienza e solo allora stabiliamo con essa, quel contatto intimo e segreto dialogando in modo razionale. E lo facciamo per ascoltare cosa e quanto vuol rimproveraci per ogni scelta improvvisata.
Questa poesia, Il cui titolo è proprio “Coscienza”, descrive quest’attimo così effimero, spesso, evanescente, che se non colto al volo si perde lentamente, soppresso e soverchiato dalle mille priorità del mondo d’oggi.
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