Mi dipingi
Diciamocelo chiaramente: le cose belle sprigionano un estremo fascino dal quale non è possibile sottrarsi.
Seppur volessimo ignorare ciò che d’improvviso ci rende succubi della sua presenza, riusciremmo forse a farlo con la vista, ma la sua presenza continuerebbe a bivaccare in ogni angolo della nostra mente, dando luogo a una sorta di sottomissione spirituale involontaria. Ammaliante e quasi inquietante se vogliamo, ma allo stesso tempo appagante nei confronti d’un bisogno di bellezza e questo principio, si realizza soprattutto in amore.
Nel momento in cui l’attrazione prende il sopravvento, si vorrebbe continuare ad ammirare, adorare, venerare ciò che ci colpisce e spesso, questo accade fissando quanto ci ha sorpreso in un’immagine destinata a diventar perenne, tal quale come gli occhi l’hanno interpretata.
Nasce quindi il ritratto: un’attenta esplorazione che si avvale di un’acuta osservazione del nostro amato bello, e che posa leggero per esser replicato.
“Mi Dipingi”, appunto, è una poesia contenuta nella mia ultima raccolta poetica intitolata “Triticum”, da PAV edizionie racconta in maniera semplice e spontanea cosa accade in quei momenti.
Mi dipingi
Mi stai contemplando l'anima
come un pittore fa quando osserva la telata trama
sulla quale ha già distribuito i suoi colori.
Le sfumature
sono passaggi oltre i confini d’un bramoso desiderio
e le corpose pennellate,
sporgenze solari di luce e di colore riflesse dentro la creazione.
Tra le linee che compongono ogni tratto,
il panorama delle sensazioni prende vita e forma
e si getta in una prospettiva incerta ma sicura,
indefinita ma chiara e ben delineata.
Aspetto che tu finisca di scrutare la mia essenza
per risplendere dentro il tuo dipinto,
ricco di immature sensazioni
da nutrire e custodire dentro il tuo futuro.
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