domenica 29 agosto 2021

L' autunno visto da Gianni Rodari

 Autunno


Quante volte abbiamo osservato quei movimenti garbati e gentili che solo un gatto può mettere in atto? E quante volte ci siamo chiesti perché il suo fare distinto non riesce a tradire le sue debolezze?

Svogliato, a volte seccato, non lesina confidenza al primo arrivato e anzi, con fare borioso ignora con innata maestria quel che non vuole vedere. I suoi sonni sono lunghi e assai silenziosi durante le ore in cui non deve cacciare e la notte, c’è solo la luna a guidarlo lungo i suoi vicoli stretti.

Ma quando arriva il momento, abbandona ogni espressione o condotta divenendo di nuovo gattino birbante. È un tenero illuso saltello che vuole agguantare la foglia danzante, quello che inventa sinché non arriva di nuovo il bisogno. E la sua sfida, è quella di sottrarla a chiunque per primo.

Da acuto osservatore qual era, Gianni Rodari, con il suo componimento dal titolo “Autunno” affianca senza alcun intralcio la tesi espressa pocanzi, narrando - a suo modo - quel gioco che segna la fine d’una stagione e l’inizio di quella che cerca il primo calore che inizia a mancare.

 

Autunno

Il gatto rincorre le foglie

secche sul marciapiede.

Le contende (vive le crede)

alla scopa che le raccoglie.

Quelle che da rami alti

scendono rosse e gialle

sono certo farfalle

che sfidano i suoi salti.

 La lenta morte dell’anno

non è per lui che un bel gioco,

e per gli uomini, che ne fanno

al tramonto un lieto fuoco.


 



Nessun commento:

Posta un commento