La poesia di Blaga si riempie man mano di fatti quotidiani; di fatti che esplicitano attraverso i suoi scritti una rinnovata figura
femminile che si dimostra audace e desiderante nei confronti del comune
pensiero governante. Ben presto, produce anche testi forti di denuncia nei
confronti dei regimi totalitari comunisti come «Il Volto» del 1981, che per i forti contenuti espressi, circolerà clandestinamente tra i lettori.
Nel 1991 decide di entrare in politica venendo con successo eletta. Ricoprirà la carica di Vicepresidente della
Bulgaria a fianco di Zelju Zelev, primo presidente eletto democraticamente.
Intraprende così una carriera politica che la porterà a dare inizio a
importanti azioni umanitarie e sociali nella Bulgaria degli anni novanta.
Tuttavia, da donna intelligente e coraggiosa qual è,
intuisce subito quali grossi impedimenti esistano per la conquista della
libertà all’interno del mondo politico e per questo, dopo soli due anni, abbandona
ogni suo incarico istituzionale.
La sua è una voglia incontenibile di crescita dove ragione e
sentimento si accavallano raggiungendosi e superandosi continuamente l’un l’altro.
La sua poesia vive e si riflette nella vita quotidiana; offre
la doppia faccia dell’amore tra luci e ombre, ed esalta a piene mani una profondità
d’animo più vicina alla coscienza spirituale che al mondo materiale d’una politica da
rivedere.
«Perdita», è una delle sue poesie più rappresentative e di maggiore impatto emozionale.
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