Il fiore del tempo
Metro: settenari sciolti
Godi! or della giovine
sgambata all’età, giovane!
La gerbera arancione
per l’anni verdi move
dentro e fuori il terrore,
per l’anni verdi scambia
il vero con quel vagheggio.
Ma sorridi, bisbiglia,
avvampa d’altrui labbra,
e privato d’affanni,
vivi fanciullo mio,
godi! or de la rapida
fuga del nostro tempo
così fugace, meno
nostro di quanto tutti
noi pensiamo che sia.
Sguardo cieco
Metro: settenari
Schema rime: aba, cdc, efe, ghg
La panchina d’ardore
vide prati di fiori
sbocciare in nuovo amore.
L’albero vide i corpi
cercarsi in un rifugio:
l’altro, su rovi storpi.
Gli occhi videro al suono
di campana, lanterne
tiepide sotto un tuono.
Cuore non vide nulla,
ma fu miglior vedetta
quale, i pensieri annulla.
Storie dimenticate
Metro: endecasillabi sciolti
Le palpebre scricchiolano furiose,
gregge di rimbombanti mormorii
volto a seguir pallidissime labbra
ree d’aver sfrisato le parole
di ghiaccio, cenere assopita sotto
la brace defessa, gelida, rigida
fiaccola a perseverar vanamente.
Il nostro passero esanime, ormai,
è landa deserta, distesa dove
tutte quell’anime s’arrugginiscono,
e le maschere inciampano nel fondo
delle scorrevoli sabbie, in delirio.
Momenti un tempo nostri ora affossati,
ormai dal tempo, da tempo, nel tempo.
Non saremo più gli stessi di sempre.

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