La via alla foce
Se bruma dona stilla e irrora curve fronde
resta casta la sterrata via dal guazzare soffocata.
Di siffatto dolo si vanta la palude.
Vestita d’ombra manigolda
ruba luce a cupe cavità segrete.
E dove a raggio
s’apre il suono di tondi mulinelli,
canta lo stormire di fogliame nuovo.
Germoglia schietto il ghermire di radici
sulla pietra dal velluto vivo.
Se torna pioggia di stagione
la lunga scia di fango e fiume
è sentiero nuovo per la foce.
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