Fuggevole farfalla
Dobbiamo ammettere che si tratta di una cruda verità: spesso non c’è modo di avvicinare una farfalla. Men che meno soddisfare il desiderio di riprenderla mentre socchiude con delicatezza le sue ali, per poi riaprile con garbo ed armonia pacata. Magari, proprio mentre è appollaiata su di un fiore o inaspettatamente sulla nostra spalla.
Distinguere i colori e le bizzarre fantasie che la rendono speciale diventa a volte un’impresa pressoché impossibile, ma non per questo irrealizzabile. E quando accade, non basta il tempo di uno sguardo per catturarne umore, colore e timido capriccio, prima che la sua sosta - sempre breve assai - la faccia sollevare ancora verso rotte che difficilmente possono essere intuite. E solo dopo averla persa, catturata dallo spasmo alare, ricordiamo con piacere ogni segno guadagnato che contraddistingue la sua essenza, la sua grazia e la sua fuggevole sostanza.
Fuggevole abbiamo detto. Si, proprio come la descrive giustamente la poesia intitolata “Fuggevole Farfalla” inserita nella mia quinta raccolta poetica “Vernice Damar” pubblicata con Ensemble edizioni.
Fuggevole farfalla
Sensuale, tenera, garbata.
Inventi spasmi d'aria sommessi e delicati
tra le tue velate ali.
Frutto di un'evoluzione
che ti ha desiderato opposta
alla natura che diede luce timida al tuo corpo.
Leggenda di stravaganti traiettorie
addormentate dentro sogni tinti
di carezze da omaggiare,
di mille geometrici colori da ammirare.
Mi affretto ad affidare ogni mio sogno ai tuoi capricci,
li, nella briosa aria libera e sincera
prima che la tua breve vita
ti strappi via da quei bizzarri voli.
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