Solitudine
Due sono i momenti intensi da considerare dentro una giornata. Momenti, che più di altri fanno salire l’angoscia e lo stupore nello stesso tempo: l’alba, che ci coglie sempre di sorpresa, ancora ammantata del sonno della nostra notte e della natura; e il tramonto, tripudio di colori e di malinconiche visioni, nello scoprire quanto poco basta per vedere il sole inabissarsi, e con esso, anche crescere le ombre.
Sono assai distanti questi due momenti ma entrambi, hanno uno spirito comune, una somiglianza che quasi li confonde.
Libero de Libero, poeta pontino nel cuore, fondano nell’anima, con la sua poesia "Solitudine", si rivolge all’alba, a questo istante così tanto prezioso e repentino, dacché coglie la freschezza dell’aurora senza trucco, ancora sfatta e con quei doni che proprio nella solitudine si possono apprezzare più d’ogni altra cosa. Le sue visioni sono fotografie d’un tenero sorriso, che il nuovo giorno mostra ancor prima del suo sole ancora in grembo.
Solitudine
Mi fa immemore la fronte quest’alba
nello stupore di foglie cominciata
E tutto obbedisce al suo gesto
Che al bosco d’agrumi finge un’accorta pace
Ma non guarisce il salice discinto dall’acqua
Impassibile come biscia
È traccia d’uccelli nell’aria
E segna, a memoria di monte un’unica nube.
Timida vanità dell’alba
Per un esile mattino
Che il giorno muta
In arido splendore.
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