lunedì 10 novembre 2025

PIGLIO, L’artistica porta vetrata nella chiesa di san Lorenzo compie 13 anni

L’artistica “Porta Vetrata”, commissionata da P. Taddeo Mikoda, progettata da P. Paolo Bocci, frate Francescano Conventuale di Osimo e realizzata dalla Ditta Pinzauti di Firenze, benedetta il 10 novembre 2012 dal Vescovo diocesano, Mons. Lorenzo Loppa, e dal Ministro Provinciale dei Frati Minori Conventuali, Padre Vittorio Trani compie tredici anni.

La “Porta Vetrata”, opera di fede e d’amore, è stata donata dal popolo pigliese e dai devoti del Beato Andrea Conti.

Nella parte alta è raffigurato Gesù Glorioso con le braccia aperte, tese per abbracciare il mondo con tutta la sua umanità e con tutta la sua solenne divinità, contornato da due angeli in posizione orante e dal suo corpo, su cui sono visibili i segni della passione, scendono fasci luminosi ad irradiare le figure del beato Andrea Conti e di san Lorenzo martire (patrono di Piglio), poste sulle due parti basse, una a destra e una a sinistra della Vetrata centrale.

Dalla vetrata si accede nella chiesa: l’espressione ed il gesto del braccio delle due figure invitano ad andare verso Gesù, fonte della vita. La luminosità, le appropriate sfumature di colore e l’espressività di sguardi e di gesti rendono veramente bella quest’opera.

Nella parte alta dell’entrata, superiore all’organo, si trova una finestra, visibile solo dall’altare maggiore. 

Gli ideatori hanno fatto raffigurare, sempre con una vetrata policroma, l’immagine di una colomba in volo, simbolo dello Spirito Santo, dalle cui ali provengono fasci di luce diretti verso il basso. La particolarità è che questa immagine si rifrange splendente sulla foto di Gesù miracoloso posta sulla porta della sagrestia e visibile dal centro della chiesa di pianta ovale.

L’effetto, assolutamente suggestivo e pieno di significato, è visibile osservando il quadro di Gesù solo dal centro dell’edificio, sotto la cupola.

Chissà se il progettista ha immaginato questa coincidenza: il quadro del Gesù Misericordioso, in fin dei conti, è stato posto sulla porta della sagrestia subito dopo che papa San Giovanni Paolo II ha istituito la festa della Divina Misericordia e la posa è quindi anteriore alla realizzazione delle due vetrate in questione.

Eppure, entrando in chiesa e percorrendo pochi passi verso il centro, lo sguardo è attratto dalla zona presbiteriale, bianca e luminosa, mentre solo spostandolo verso sinistra si nota la splendida colomba quasi uscire dal quadro che la rifrange, in grande bellezza, direttamente dall’immagine di Gesù.

 Giorgio Alessandro Pacetti

giovedì 30 ottobre 2025

Vinicio Salvatore Di Crescenzo


 

La via alla foce


Se bruma dona stilla e irrora curve fronde

resta casta la sterrata via dal guazzare soffocata.

 

Di siffatto dolo si vanta la palude.

Vestita d’ombra manigolda

ruba luce a cupe cavità segrete.

 

E dove a raggio

s’apre il suono di tondi mulinelli,

canta lo stormire di fogliame nuovo.

Germoglia schietto il ghermire di radici

sulla pietra dal velluto vivo.

 

Se torna pioggia di stagione

la lunga scia di fango e fiume

è sentiero nuovo per la foce.


Gianpiero Addessi

 



Il fiore del tempo

Metro: settenari sciolti

 

Godi! or della giovine

sgambata all’età, giovane!

La gerbera arancione

per l’anni verdi move

dentro e fuori il terrore,

per l’anni verdi scambia

il vero con quel vagheggio.

 

Ma sorridi, bisbiglia,

avvampa d’altrui labbra,

e privato d’affanni,

vivi fanciullo mio,

godi! or de la rapida

fuga del nostro tempo

così fugace, meno

nostro di quanto tutti

noi pensiamo che sia.

 

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Sguardo cieco

Metro: settenari

Schema rime: aba, cdc, efe, ghg

 

La panchina d’ardore

vide prati di fiori

sbocciare in nuovo amore.

 

L’albero vide i corpi

cercarsi in un rifugio:

l’altro, su rovi storpi.

 

Gli occhi videro al suono

di campana, lanterne

tiepide sotto un tuono.

 

Cuore non vide nulla,

ma fu miglior vedetta

quale, i pensieri annulla.

 

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Storie dimenticate

Metro: endecasillabi sciolti

 

Le palpebre scricchiolano furiose,

gregge di rimbombanti mormorii

volto a seguir pallidissime labbra

ree d’aver sfrisato le parole

di ghiaccio, cenere assopita sotto

la brace defessa, gelida, rigida

fiaccola a perseverar vanamente.

 

Il nostro passero esanime, ormai,

è landa deserta, distesa dove

tutte quell’anime s’arrugginiscono,

e le maschere inciampano nel fondo

delle scorrevoli sabbie, in delirio.

Momenti un tempo nostri ora affossati,

ormai dal tempo, da tempo, nel tempo.

Non saremo più gli stessi di sempre.


Clelia Moscariello

 



Il tuo lato sinistro


Non ho mai amato l'identità di una persona,

amo la sua ombra,

i suoi lati oscuri,

le sue contraddizioni,

le sue smorfie,

i sorrisi tra i denti,

le risate nervose...

amo litigare...

sono innamorata,

ma non del tuo ruolo,

di quella parte di te amorfa

che sei costretto a recitare ogni giorno,

sono innamorata del tuo lato sinistro,

della tua emotività,

del tuo sapore e del tuo profumo,

di tutto ciò che non puoi mostrare in pubblico,

solo ora ci guardiamo allo specchio e ci vediamo davvero,

per quello che siamo,

due alieni.

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Favola d'autunno


Valla a spiegare la poesia dell'autunno,

a chi è abituato solo a gridare ed a prevaricare nei rapporti,

valla a spiegare la sua magia,

a chi è distratto e non nota mai nulla che non sia sfacciatamente tangibile,

valla a spiegare la sua dolcezza a chi non ama ascoltare,

vallo a spiegare quanto sono belli i colori tenui della terra a chi di questa stagione non sa cosa farsene e ne ricorda solo le foglie morte,

Eppure le stelle brillano lo stesso,

anche se nessuno conosce il loro nome,

così è l'autunno che non si offende se qualcuno non lo ama,

cammina solitario lui

ed agisce soltanto nell'anima di coloro la cui aura è velata di leggera malinconia,

agisce in queste persone e le cambia dentro,

le costringe a pensare di più,

ad andare un po' in letargo come fanno gli altri animali.

e le rende più riflessive.

L'autunno sa di non essere eterno e sa di dover finire,

ma fino ad allora porta avanti il suo compito con rigore e maestria,

ama coccolare le anime belle ,

 quelle con l'aura colorata di leggera malinconia,

ma pure quelle che ancora non lo sanno di essere anime belle,

 le culla e le protegge dal freddo che arriva,

così quando arriverà l'inverno e poi la primavera,

le sue anime belle non avranno nulla da temere,

 perché sapranno che anche la malinconia fa parte della felicità, come nella armonia di un arcobaleno dove i colori si combinano tra loro senza litigare.

Così la gente con l'aura colorata di una leggera malinconia non avrà paura mai di essere triste,

perché saprà che anche se giunge l'autunno, prima o poi sarà il momento della primavera,

in un eterno alternarsi di stagioni,

dove qualsiasi emozione è la benvenuta

e sarebbe davvero un peccato non volersela vivere.

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Déjà vu


Mi hai chiesto quando tutto sia iniziato

E mi hai domandato perché non vivessi semplicemente.

 

Forse tu non lo sai e nemmeno lo immagini questo

ma vivere è proprio ciò che non riesco a fare semplicemente

 

Perché il mio battito è diverso da quello degli altri

Perché il mio cuore batte ad una velocità differente

Perché io non riesco a non parlare anche quando non apro bocca,

Perché mi sembra di andare sempre troppo piano o troppo forte,

Perché questi maledetti clacson mi fanno venire voglia di vivere ma altrove,

e penso anche che questo dolce alla vaniglia sappia di tutto fuorché di vaniglia,

 

Perché mi sembra tutto un cibo confezionato a volte,

Perché tutto mi sembra un eterno déjà vu senza te,

un film visto troppe volte di cui conosco già il finale

 e tutte le battute a memoria tra l’altro,

 

E ancora, sono qui e mi tremano sempre le mani quando devo parlarti

E ancora, non riesco a discernere un boato di un tuono da un rumore della mia mente

E ancora leggo Eraclito mentre ascolto i Depeche mode

E nel frattempo fumo un Malboro light,

e tutto lento, lentissimo, al suono di rock ed al sapore di nicotina,

 

E ancora, bevo distratta menta, ghiaccio e limone

e leggo della morte della regina Elisabetta,

ma tutto mi sa di finto,

Perché sono io che forse vado ad una velocità diversa,

Perché questa volta va tutto alla velocità della luce invece,

eppure, inutilmente,

 

Perché tutto ha lo stesso sapore se tu non torni qui,

e questo mondo ha sempre lo stesso colore se non ci sei tu,

se non ci sei tu a disegnarlo e colorarlo con me

di tutte le sfumature possibili:

 le mie, le tue,

insieme finalmente

ad un ritmo solo.

mercoledì 29 ottobre 2025

Risvolti di vera poesia nei "Volti" di Gianpiero Addessi

Nella normalità che spesso attanaglia inesorabilmente il nostro quotidiano è una piacevole sorpresa la presenza oggi, nell’epoca del web, dell’I.A. e del frenetico consumo d’ogni singola risorsa, di un giovane studente di filosofia portatore di un'espressività poetica non più così vicina, e che rechi in sé tracce della nostra letteratura classica sfoggiandone valori e pregi con orgoglio e precisione.

Gianpiero Addessi, poeta fondano autore di “Volti”, prima sua raccolta di poesie, è pura essenza giovanile, animo garbato che non illude e che anzi, offre l’ombra umana che di nuovo cerca luce.  Il suo osservare il mondo è un atto sacro per la sua sensibilità e ciò che lo cattura viene assorbito, elaborato e restituito al mondo attraverso una poesia raffinata, gustosa ai sensi e candida per la coscienza. 

I “Volti” di Gianpiero sono molti, diversi e simili a volte, ma sempre unici. Fotogrammi mai avari di sussulto, mai privi di una potenza evocativa che si esprime attraverso l’uso di un linguaggio nato dentro il sentimento, gentile, ma che ruggisce quando libera la propria forza isolatrice.

Con versi spesso costruiti adoperando metrica e rigore, Gianpiero costruisce forme che toccano l’apice della parola, l’estremo ardire d’una ragione che intrigante sonda terreni mai edificati dalla conoscenza, seminando frammenti di esistenza già ricca di visioni.

Riflessioni non taciute ma piuttosto, sobillate da un potere espressivo che disconosce spazio e tempo e che naviga dentro aree sensoriali alla ricerca d’una purezza definita. Un animo, quello di Addessi, in continuo vagare sulle rotte che portano alle più alte vette emozionali.

“Il buio della notte sfavilla di brace/ L’allena, la forgia, la rende audace”.  Ed è questo il dramma che sprona dolore, che pulsa feroce. E ancora “L’omo canuto coperto di solchi” che appare al pensiero, e che “d’ogni poesia ne fu artista/ e d’ogni parola fu lui sofista” sembra scuotere il tempo, iniettare dentro il respiro l’affanno di un tempo effimero e perso.

Gianpiero con “Volti” cerca e vuole l’intima unione, la pura condivisione col mondo e con le umane sostanze. Ogni poesia, ogni concetto in esso narrato ravviva emozioni, trova facile approdo dove ogni pulsare è faro nel mare che scorta ogni viaggio insicuro. 

“Volti” appare allora come terra da sondare, come un nuovo mondo dove nulla è conosciuto e tutto è imprevedibile realtà. E chissà, magari questo nuovo audace sguardo sull’antico può rappresentare un passo nuovo verso una poesia che sappia ritornar vera poesia e che egli, con coraggio, ostenta a pura essenza d’un animo pregno di passioni.

  • Titolo: "Volti"
  • Data di pubblicazione ‏ : ‎ 29 gennaio 2025
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Lunghezza stampa ‏ : ‎ 34 pagine
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 979-8308054511


martedì 21 ottobre 2025

PIGLIO: Un inventario digitale per le chiese di Piglio.

In questi giorni. Giorgio Alessandro Pacetti, cultore di storia locale, sta portando avanti un progetto che prevede la digitalizzazione, l’inventario e la catalogazione dei beni di valore artistico e culturale presenti nelle chiese del territorio pigliese.

“L’obiettivo -a detta di Pacetti- è quello di valorizzare il patrimonio storico-artistico-culturale locale, mediante la produzione di contenuti digitali per le reti globali nell’ambito del progetto di un network turistico-culturale, approvato dal Governo all’interno di una serie di iniziative volte a promuovere l’innovazione tecnologica digitale, così come aveva proposto dall’ex Ministro Giuliano Urbani, per le 100 chiese di pregio della diocesi di Roma”.

“E’ un progetto all’avanguardia, di grande utilità e di notevole impatto promozionale, soprattutto per la Diocesi di Anagni per proiettare verso il futuro i beni del grande patrimonio culturale sacro di Piglio rappresentato da chiese e conventi”.

 Qui sotto riportiamo le principali emergenze storico-artistiche di Piglio:

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL MONTE (sec. XIV)

AFFRESCO DELLA VERGINE CON ANGELI (sec. XIV)

CONVENTO DI SAN LORENZO (secc. XIII-XVII)

 CHIESA DI SAN LORENZO (secc. XIII-XVII)

SEPOLCRO DEL BEATO ANDREA CONTI   ispiratore del I°Giubileo  (1240-1302)

 GROTTA DEL BEATO ANDREA CONTI (1240-1302)

 SEPOLCRO DELL’UMANISTA BENEDETTO DA PIGLIO (1365-1423)

 CAPPELLINA DEL SACRO CUORE (1600)

 SEPOLCRO DEL SERVO DI DIO PADRE QUIRICO PIGNALBERI (1891-1982)

PRESEPIO ANIMATO   del ven. P. Quirico (1960)

 COLLEGIATA SANTA MARIA ASSUNTA (secc. XI-XVIII)

 CHIESA DI SAN NICOLA (sec. XI)

 CHIESETTA DI SANT’ANTONIO ABATE (sec. XI)

 CHIESA DI SANTA LUCIA (sec. XII)

SANTUARIO DELLA MADRE SANTISSIMA DETTA DELLE ROSE (secc. XIV-XVIII)

AFFRESCO DELLA VERGINE CON BAMBINO (sec XIV)

 CHIESA DI SAN ROCCO MADONNA DELLA VALLE (secc. XIV-XIX)

 AFFRESCO DELLA VERGINE CON SANTI (sec. XIV)

 AFFRESCO SELLA MADONNA DELLA VALLE (sec.XV)

 CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA (sec. XVII)

 IMMAGINE DEL SS. CROCIFISSO (sec. XVII)

 CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI (sec. XX)

 RUDERE DELLA CAPPELLINA DI SAN SEBASTIANO (sec.XVII)

 CHIESETTA DI SAN PIETRO IN THEANO (sec. XIII

Il lavoro che Pacetti si è prefisso di fare  è del tutto gratuito e sarà a disposizione di tutti gli amanti delle cose belle.

Giorgio Alessandro Pacetti

lunedì 13 ottobre 2025

PIGLIO: Giovedì 30 ottobre 2025 si festeggia la Madonna delle Rose

Le origini storiche risalgono a qualche secolo addietro e precisamente all’anno 1656, quando la popolazione pigliese fu liberata dalla peste per intercessione della Madre Santissima detta delle Rose.

La liberazione della peste avvenne in una cappellina fuori le mura di Piglio, dove successivamente è sorto il Santuario Mariano come ringraziamento per la “salvezza del popolo pigliese”.

Leggenda o storia la bella e sacra statua lignea verrà solennemente portata in trionfo per tutte le vie del centro storico dal parroco don Raffaele Tarice insieme alle tre confraternite locali, alle autorità civili, militari e religiose, alla banda città di Piglio, partendo dalla Collegiata Santa Maria Assunta per far ritorno al Santuario a Lei dedicato giovedì mattina 30 ottobre 2025 dopo la celebrazione della Santa Messa.

Il 30 ottobre, inoltre, è una data nella quale si ricordano ben due gemellaggi religiosi:

quello del 1982 quando una delegazione polacca sfilò processionalmente con il quadro della Madonna di Jasnagora regina della Polonia insieme alla statua della Madonna delle Rose;

l’altro del 2016 quando furono le donne di Nettuno in costume a sfilare con l’immagine della Madonna delle Grazie sempre dietro la statua della Madonna delle Rose.

I due quadri della Madonna di Jasnagora e quello della Madonna delle Grazie di Nettuno sono state posizionati all’interno del Santuario della Madonna delle Rose in ricordo per le future generazioni dello scambio culturale religioso avvenuto a Piglio.

“Annualmente, in questo giorno, (30 ottobre), si celebra la seconda festa in onore della Vergine SS.ma delle Rose, comprotettrice di Piglio a ricordo della liberazione della peste.

La statua, trattenuta nella Chiesa Collegiata dal mese di maggio precedente, viene ricondotta processionalmente nel suo santuario, sito tra la stazione delle ferrovie vicinali e le prime case del Piglio.

Ecco come un’anima devota (Suora Agostina Bove) esprime, in tal giorno, i suoi filiali sentimenti”:

 

 Perché ten vai, Madonna cara

proprio nella stagione amara?

Soli tu lasci i tuoi Pigliesi,

soli, lontan da Te, indifesi?

Noi Ti facciam, è ver, la Festa,

ma l’anima ne lascia mesta.

Entrando in Chiesa di quassù

soffriam per non vederti più.

O Madre, quando tornerai

E ancor felici ne farai?

 

Su, fatevi coraggio,

mi rivedrete a maggio:

nel dolce e caro mese

ritornerò in paese.

Intanto la Statuetta

andrà in ogni casetta;

raccolti pregherete

così m’onorerete.

Darovvi grazie e gioia

togliendovi la noia;

felici vi farò

al ciel vi guiderò.

Siete buoni, amatemi,

contenta ognor fatemi;

allor proteggerò

il Piglio e salverò.

Figli, vi chiedo ancora,

l’Ave che sì m’onora.

Addio! Da casa mia

Veglierò” Così sia.

Suora Agostina Bove

 

Giorgio Alessandro Pacetti


lunedì 6 ottobre 2025

Lucilla Minori e il suo "Il FIATO DELLE COSE NON DETTE"

Come riconosciuto dallo straripante popolo dei poeti ormai insistente in questo XXI secolo, ma anche da gran parte dei lettori che per passione si dedicano a questo raffinato genere letterario quale strumento principe di raccoglimento interiore, la poesia è, per antonomasia, l’espressione letteraria che meglio sposa umore, stato d’animo e risposta emozionale in relazione ai fatti della vita e alla convivenza con la natura: non solo intesa come elemento del creato, ma anche e soprattutto quale insieme di qualità e predisposizioni innate dell’essere vivente.

Se da un lato, come affermava Jorge Louis Borges “Ogni poesia è misteriosa e nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere”, dall’altro, troviamo componimenti che invece, pur desiderando di rimanere nel limbo dell’ambiguità, fanno decantare pensieri e parole fino a farsi mature voci di un concetto ben preciso, univoco e riparatore in qualche caso, laddove cicatrici hanno bisogno di sananti considerazioni riparatorie.

Un esempio classico su quanto enunciato ce lo propone Lucilla Minori, palianese, con la sua prima raccolta poetica edita da DialoghiEdizioni “Il fiato delle cose non dette”, una sorta di percorso in quattro parti i cui temi: Essenza, Frammenti, Ombre e Silenzi, si intrecciano e distribuiscono, misurandone l’intensità, una forza invisibile ma profondamente efficace, quella del pensiero. Un pensiero non inteso solo come semplice espressione di un'anima malinconica e rassegnata ma al contrario, carico di suggestive interpretazioni tese a sminuire, se non addirittura annullare ciò che emotivamente rappresenta un pericolo per una stabilità  morale e psicologica. 

Lucilla racconta il suo mondo e le sue riflessioni, in relazione allo spazio che divide realtà, luoghi comuni, sogni non realizzati e sogni da raggiungere per poterli vivere, anche inconsciamente. La sua poesia non si perde nella ricerca dell’effetto, nel conturbante gioco delle frasi scintillanti, bensì, espone un pensiero limpido che si dichiara puro sin da subito e privo di artificio a effetto per giungere al cuore di chi legge intatto e immune da qualsiasi corruzione esterna.

L'autrice, eleva con passione e sentimento il ruolo femminile ponendolo al di sopra di ogni pregiudizio in un mondo che oggi, molto più di ieri, soffre nel riconoscerne virtù e sacrificio, e lo fa mediando con la sua coscienza, quella coscienza – ormai comune - che oggi più di ieri sa però rispondere e contrastare, osservare e difendersi anche attraverso la poesia.

Un libro da leggere affinché l'accordo tra sentimento e arte letteraria possa trasmettere spunti di  riflessione, offrire argomenti sui quali meditare e soprattutto riconoscere nella poesia il suo legame con l'intimità comune, e per fortuna, spesso condivisa.

  • Autrice: Lucilla Minori, nata ad Anagni (FR) nel 1987 e attualmente vive a Paliano (FR). Ha conseguito due lauree, in Lingue orientali e in Lettere. Ha collaborato attivamente con scuole e istituzioni in progetti di mediazione culturale, promuovendo il dialogo interculturale. Il fiato delle cose non dette è la sua prima pubblicazione
  • Titolo: Il fiato delle cose non dette
  • Editore: Dialoghi
  • ISBN: 978-88-9279-595-2

domenica 5 ottobre 2025

Piglio forever

Sabato 4 ottobre 2025, nell’incantevole cornice della Sagra dell’Uva che è giunta alla sua 51ma edizione, si è rinnovato il gemellaggio tra le città di Piglio e di Primosten (Croazia) presso una gremita sala consiliare, gemellaggio ideato dalla giunta Nazzareno Gabrieli, realizzato dalla giunta Tommaso Cittadini e che ha avuto seguito con la giunta di Mario Felli, attuale sindaco di Piglio.

Primosten è la città croata turistica più grande che si incontra lungo la strada che collega Sibenik a Trogir ed è considerata una delle più belle località balneari dell’Adriatico. Primosten è costituita da due verdeggianti penisole gemelle che si protendono nel mare cristallino come due piccole isole, unite alla costa da due sottili strisce di terra: la prima ospita l’antico borgo, la seconda le strutture alberghiere.

Il gemellaggio, nato con finalità culturali ed economiche, è animato da ideali di fraternità tra popoli di diverse nazionalità ed ha un valore di notevole importanza in un attuale, quanto drammatico, scenario di guerra che coinvolge numerosi Paesi, così come affermato dal Sindaco del Piglio, Mario Felli, durante il discorso di formale apertura della cerimonia.

 Il nutrito gruppo di cittadini di Primosten, con a capo il suo primo cittadino Sig. Stipe Petrina, è stato accolto festosamente dalle autorità e dalla popolazione pigliese e con reciproci scambi di doni tra i quali spicca, per tematiche culturali, la Collana Pilensis, opera prodotta e realizzata dallo storico locale Giorgio Alessandro Pacetti, costituita da 450 pagine raccolte in dieci fascicoli, nata per descrivere l’identità storica e culturale della città di Piglio. Opera di grande importanza che raccoglie le storie di personaggi rilevanti nati e/o vissuti a Piglio, che traccia il percorso storico-culturale della città con una particolareggiata descrizione dei monumenti ecclesiastici e delle opere ivi presenti.

 Al termine della cerimonia, la delegazione croata ha potuto visitare il borgo antico di Piglio, tra cui il castello medievale colonna del X secolo, grazie al prezioso contributo della scrittrice Martina Pirosini.

Agli invitati è stato offerta polenta e salsiccia nonché dolci locali della tradizione pigliese presso i locali della Sala Polivalente annessa al Centro Sociale Anziani i cui soci si sono impegnati con viva dedizione alla preparazione e alla somministrazione delle portate in un’agape fraterna accompagnata da canti e balli tra pigliesi e Croati.

 A margine dell’incontro le delegazioni hanno concordato di avviare un progetto di scambio culturale tra studenti meritevoli che avranno la reciproca possibilità di essere ospitati da famiglie residenti nelle città di Primoster e Piglio. Inoltre una delegazione pigliese sarà attesa nella primavera del prossimo anno dalla città di Primosten ove saranno avviati soggiorni estivi e progetti di reciproca accoglienza rinsaldando una unione tra il mare (Primosten) e la montagna (Piglio). 

Giorgio Alessandro Pacetti

martedì 30 settembre 2025

PIGLIO: La Collana Pilensis illumina il futuro

Nei giorni scorsi, presso la sala Consiliare del Comune di Piglio è stata proiettata in anteprima la “Collana Pilensis” del giornalista pubblicista e cultore di storia locale Giorgio Alessandro Pacetti alla presenza del sindaco avv. Mario Felli, dell’assessore alla cultura e alla pubblica Istruzione Lucia Ceccaroni, del presidente della Proloco Maurizio Ceccaroni e del consigliere comunale con delega agli eventi Marco Mapponi.

La “Collana Pilensis”, composta da 10 fascicoli, con la prefazione di Vinicio Salvatore Di Crescenzo e di don Marcello Coretti ex parroco di Piglio (2000-2009) e con la presentazione del sindaco Mario Felli e dell’assessore Lucia Ceccaroni. è una guida turistica alla visita del Borgo di Piglio per fare conoscere:

- il castello in cima alla collina, le chiese, i conventi, i santi, beati e venerabili, i gemellaggi, i personaggi storici, le pestilenze, i bombardamenti e le alluvioni;
- una Collana di ambientazione e ricostruzione con scopi didattici, di tutela, di conoscenza del Borgo e, perché no, di tempo libero.

L’iniziativa, altamente culturale, rientra nelle manifestazioni che la civica Amministrazione ha messo in programma per la Sagra dell’uva 2025.

La Collana Pilensis verrà proiettata successivamente nella sala Catering dell’Istituto comprensivo Ottaviano Bottini di Piglio e nella sala Polivalente - Centro Sociale Anziani. Due appuntamenti di alto spessore culturale e scientifico, assolutamente da non perdere.

Qui, è possibile fruire del documentario dedicato a Piglio e alle sue bellezze, realizzato da Multimedia Art Projects - ArtHeraTV. 

Giorgio Alessandro Pacetti

sabato 27 settembre 2025

Piglio, 51esima edizione della Sagra dell’Uva

Piglio si prepara ad ospitare la 51esima edizione della sagra dell’Uva che si terrà a partire dal 3 al  5 ottobre  2025, come da locandina allegata.

Una edizione – come conferma anche il sindaco di Piglio avv. Mario Felli – che è prima di tutto tradizione, passione e soprattutto tanto divertimento, con tanti appuntamenti che affascineranno, coinvolgeranno e stupiranno coloro che vorranno partecipare.

Ad attendere i visitatori, è un’atmosfera magica vicina alle tradizioni storiche, ma aperta alle innovazioni. Una festa per grandi e piccini, da vivere in ogni sua sfaccettatura, all’insegna del divertimento e della responsabilità.

Notevole è stato il lavoro organizzativo svolto dal Comitato organizzatore, sostenuto dall’amministrazione comunale, per garantire al meglio la riuscita dell’evento”.

La celebrazione della sagra è sempre stata la conferma dell’attaccamento degli agricoltori alla loro terra ed ai suoi indispensabili frutti. Per la cronaca sarebbero state 53 edizioni anziché 51 le sagre di uva che si sono tenute nel centro ciociaro se non fossero state annullate la ventesima nel 1992 e quella dell’anno 2020 per la pandemia.

La manifestazione ebbe inizio quasi in sordina nel 1972 per volontà del sindaco di allora Benedetto Illuminati contestualmente all’estendersi delle attività della cantina sociale “Cesanese del Piglio” attiva con 311 soci ed una produzione annua che nel 1983 aveva toccato 51 mila ettolitri di vino su 54 mila quintali d’uva.

Buona festa dell’Uva a tutti!

Giorgio Alessandro Pacetti


martedì 9 settembre 2025

PIGLIO, Le sagre dell’uva a Piglio

Per la cronaca sarebbero state 53 edizioni anziché 51 le sagre di uva che si sono tenute nel centro ciociaro se non fossero state annullate la ventesima nel 1992 e quella dell’anno 2020 per la pandemia.

La manifestazione ebbe inizio quasi in sordina nel 1972 per volontà del sindaco di allora Benedetto Illuminati contestualmente all’estendersi delle attività della cantina sociale “Cesanese del Piglio” attiva con 311 soci ed una produzione annua che nel 1983 aveva toccato 51 mila ettolitri di vino su 54 mila quintali d’uva ed ora, a distanza di 54 anni, la cantina sociale è in liquidazione.

La sagra era entrata nelle tradizioni folkloristiche e ricreative dei comuni limitrofi facenti parte del comprensorio del Cesanese sostanzialmente favorevole alla coltura della vite.

La manifestazione era diventata motivo di notevole richiamo turistico alla prima domenica di ottobre, per la sfilata dei carri allegorici ideati ed allestiti con notevole capacità innovativa dagli operosi agricoltori della zona del Cesanese, che ogni anno sapevano cogliere spunti e soggetti di notevole interesse con arguti riferimenti a situazioni passate o ad avvenimenti di attualità, nel rispetto della tradizione e del folklore.

La sagra era un “coktail” di folklore, tradizioni, buon vino e… buona tavola; non mancava la mostra fotografica, il concorso dei vini tipici, la mostra filatelica, la esposizione dei disegni eseguiti dai bambini delle scuole elementari e medie, il concorso delle poesie dialettali, il concorso addobbi vetrine, nonché la estemporanea di pittura con l’acquisizione al patrimonio del Comune di Piglio dei quadri di autore.

La celebrazione della sagra è sempre stata la conferma dell’attaccamento degli agricoltori alla loro terra ed ai suoi indispensabili frutti.

 Giorgio Alessandro Pacetti

 

domenica 7 settembre 2025

PIGLIO: Record di presenze di turisti a Piglio grazie ad ArtHeraTV

Mai come in questo periodo Piglio è stata presa d’assalto dai turisti. Lo sapete il perché? E’ presto detto.

Sabato 16 agosto 2025, alle ore 21.30, in Piazza Guglielmo Marconi è stato proiettato il film documentario “I Gioielli di Piglio”, che è stato successivamente divulgato sui canali di "ArtHeraTV" e che sono visibili qui e qui, dove i turisti hanno potuto vedere la storia, l’arte e le tradizioni di Piglio e precisamente: 

- il Convento di San Lorenzo, oasi di pace che regala una vista impareggiabile sulle colline;

 -il maestoso Castello Medievale, custode di secoli di storia;

 -la Collegiata di Santa Maria Assunta, scrigno di preziose opere d’arte sacra.

Il documentario ha fatto vedere anche momenti di intensa partecipazione popolare, come la suggestiva Processione della Madonna delle Rose del 9 giugno 2025 e percorsi di spiritualità come il Cammino Meditativo di San Giovanni Paolo II meta di pellegrinaggi e luogo di contemplazione.

Oltre ai monumenti e ai luoghi di culto, i turisti hanno potuto vedere scorci pittoreschi del centro storico, con le sue stradine acciottolate e le architetture che affondano le radici nell’anno Mille. Ogni inquadratura ha offerto al pubblico uno spaccato autentico della vita in uno dei borghi più affascinanti dell’Italia centrale, dove il tempo sembra essersi fermato. 

Un plauso all’equipe televisiva ArtHeraTV, guidata da Vinicio Salvatore Di Crescenzo, con il regista Rossano Surpi e il cameraman e pilota di droni Massimo Tornesi.

La proiezione del documentario ì stata l’occasione per i cittadini e per i visitatori di riscoprire, attraverso le immagini, il valore e la bellezza di un territorio ricco di storia, fede e tradizioni che probabilmente significheranno per il nostro Paese l’inizio di un allargamento degli orizzonti al di là dei confini del territorio. 

Giorgio Alessandro Pacetti

martedì 2 settembre 2025

Colleferro: Altaluna Festival 2025. Arti e spettacolo sotto la luna.

In partenza a Colleferro, all’interno del Parco Fluviale “Altaluna Festival", duegiorni all’insegna dell’arte e della cultura. Si comincia sabato 6 settembre dalle 18,30 con un programma ricco è attraente.

Organizzata dal comune di Colleferro, patrocinatore dell’evento e con il sostegno di Città Metropolitana di Roma Capitale, l’assessorato allo spettacolo e politiche giovanili guidato da Sara Zangrilli, in collaborazione con Sirius Entertainment nella Direzione Artistica di Filippo Maria Cardillo apre, presso i giardini del Parco Fluviale (Piani Artigianali) di Colleferro, in viale Riccardo Morandi la prima edizione di "Altaluna Festival". Una due giorni interamente dedicata a musica, teatro, e arti varie che intende rivolgersi - con un palinsesto mirato - a un pubblico sicuramente giovane, ma che offre tutti gli ingredienti per essere adatto a tutte le età.

Una manifestazione, dichiara il sindaco Pierluigi Sanna, che rende il giusto omaggio a un luogo simbolo della rinascita di uno spazio recentemente riqualificato e messo a disposizione dei cittadini per dare seguito alla stagione culturale e sociale della comunità colleferrina.

Sullo stesso tono la dichiarazione di Sara Zangrilli, la quale, allineando il proprio pensiero a quello del primo cittadino, ha inteso inoltre sottolineare come, attraverso collaborazioni tra amministrazioni locali e associazioni culturali, possano nascere eventi che rafforzino il senso di appartenenza a una comunità oltre che favorire un’esperienza culturale di qualità in un luogo che oggi, diventa punto di incontro non solo culturale, ma anche sociale e giovanile.

Un programma ricco che si apre alle 18,30 con il gruppo de “Gli artisti del possibile” con Sarak Hellas e Camilla Acchione per poi proseguire con due spazi musicali gestiti da DJ Set Old Boy & Lorenzo Tummolo intervallati dalle esibizioni dall’arpista Agata Ottone con “Le corde del cuore” e a seguire, dalle 21,30 presso l’arena del Parco fluviale, con il “Cristo di Periferia”, scritto e diretto da Davide Sacco e interpretato da Francesco Montanari.

Non è certo da meno la giornata di domenica 7 settembre, la quale si apre nuovamente alle 18,30 con “Gli artisti del possibile” per poi proseguire con il DJ Alessio Gatta, che lascerà, a partire dalle 21,30, il testimone al gruppo musicale Brigallé i quali proporranno musiche e canti popolari della Ciociaria.

Tutti gli eventi sono gratuiti e tra un’esibizione e l’altra si potrà fruire del Food Altaluna, uno spazio di ristorazione adiacente all’arena, dove potrà essere consumato ottimo cibo, oltre a bevande di vario genere immersi nel verde del Parco in un’atmosfera di totale relax.

Non resta dunque che approfittare di questo primo fine settimana di settembre per immergersi in un contesto di vero e proprio svago tra musica e spettacolo auspicando, nel parafrasare il nome di questa prima edizione, che la luna non rimanga così in alto ma che si faccia ammirare in tutto il suo splendore assieme all’arte e al buon cibo.

  • Data: 6 e 7 settembre 2025 dalle ore 18,30;
  • Indirizzo: Colleferro, viale Riccardo Morandi presso i giardini del Parco Fluviale:


sabato 30 agosto 2025

Martufello ad "ArtisticaMente" di ArtHeraTV

Non sempre alcune sicurezze, trovano un oggettivo riscontro nella realtà. Talvolta infatti, si ha la chiara idea che qualcuno o qualcosa corrisponda esattamente a ciò che abbiamo da sempre impresso nella nostra mente, vuoi a causa di una ciclica realizzazione con la quale si presenta, vuoi per assimilazione mentale passiva, ma non sempre è così.  

A supporto di questa teoria chiamo in causa, la mia ultima esperienza vissuta con “ArtHeraTV” di cui sono Direttore Artistico e conduttore tv, nell’ultima registrazione di “Artisticamente”, programma dedicato agli artisti di qualsiasi disciplina. Ebbene, in questa circostanza, ho avuto conferma di quanto enunciato proprio intervistando un personaggio che mi sta molto a cuore, un personaggio che per decenni ha allietato le nostre serate e soprattutto il nostro bisogno di evasione dalla quotidianità trovandolo - nella realtà - assai diverso a come  per decenni lo avevo immaginato lontano dalle camere.

Tutto nasce nel momento in cui organizzo una piacevole intervista al grande Martufello, registrata in una calda serata d’agosto presso la ResidenzaCampoli, in via Campoli a Itri dove stava per dare inizio a una delle sue tantissime serata di spettacolo all’interno di un tour che lo ha portato in giro in lungo e largo per l’Italia. Invitato dal sottoscritto qualche settimana prima a partecipare al nostro programma il cabarettista attore, umorista e showman setino, mostrando grande sensibilità ha accettato il nostro invito sebbene non conoscesse minimamente la nostra WebTV, e questo ci introduce già nel cuore nell'animo nobile dell'artista.

Che dire, esperienza da ricordare perché davanti a me non si è presentato un attore come tanti ma un uomo di grande carisma, un artista completo che ha mostrato, in poche battute, tutta la qualità posseduta e frutto di 50 anni di attività tra televisione, teatro, cinema e tanto altro.

Una breve conversazione, senza preamboli, senza preparazione, preventiva consultazione o finiture inutili, che ha steso un piacevole velo di vera armonia all’incontro. Gli esordi, il Bagaglino, le varie collaborazioni e le esperienza nel cinema e nella televisione hanno forgiato quell’animo goliardico, ironico ma anche riflessivo e sensibile al tempo stesso, di un uomo che si è costruito col sacrificio e con la passione per il proprio lavoro.

Ma il bello arriva dopo. Rimasto con la mia troupe a seguire la serata di spettacolo, e dopo aver gustato le prelibatezze di questo meraviglioso ristorante i cui locali trasudano natura e profumo di mare, abbiamo potuto assistere a una delle performance più complete dal punto di vista delle tematiche offerte e assai ricca in relazione alle molteplici esilaranti situazioni narrate davanti a un pubblico entusiasta.

Martufello non è solo un accordo tra sorriso e serenità, tra spettacolo e genialità, oppure semplicemente tra pubblico e artista. Lui è molto di più: dall’ironia che lo caratterizza da sempre nei confronti dei fatti della vita all’approdo verso temi sociali di grande importanza quali il femminicidio ad esempio; dalla pura e semplice spassosa barzelletta, impreziosita da quel suo linguaggio il quale è ormai marchio di fabbrica nella sua comicità, ai ricordi famigliari narrati con la destrezza che solo un uomo che ha vissuto il mondo all’interno dei suoi anni può esprimere con tale accattivante simpatia e semplicità.

Ma non è tutto, Martufello ha declamato versi di profonda intensità allorché guidati da forte sentimento emozionale nei confronti di genitori, di nonni e di nonne esaltando il loro essere importante risorsa in seno alla famiglia, gioiello da preservare e da conservare nei ricordi di ognuno abbia vissuto la famiglia come l’ha vissuta lui.

Uno spettacolo che pone l’uomo al centro e l’arte a cornice nell’opera sublime che solo chi è partito dal nulla, costruendosi giorno dopo giorno, anno dopo anno può raccontare.

Complimenti veri a Martufello, personaggio all’interno del quale pulsa un cuore specchio di un’epoca, di un’arte nel senso più alto e nobile, tale da costringere ogni spettatore, tra una risata e l’altra, a sopportare a volte - piacevolmente intendiamoci - anche brividi che sanno far vibrare d’emozione, e ciò non è da tutti.

A breve l'intervista sui nostri canali social :

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mercoledì 20 agosto 2025

PIGLIO I tesori di Piglio proiettati in un film documentario in Piazza G. Marconi

La ridente cittadina  di Piglio, scelta negli anni passati da Monicelli per girare il film “Brancaleone alle Crociate”, da Alberto Sordi per il film “Anastasia mia sorella”, da Marcello Conte per un cortometraggio prodotto da Raffella Gresele e Marco Sili intitolato “Pentito”, da Carlo Picone nella rubrica “C’è da salvare” della televisione Italiana TG2 l’una, da Osvaldo Bevilacqua per la Rubrica “Sereno Variabile” e da Raffaele Marallo con “SimboliKa”, è salita alla ribalta con il film documentario realizzato dall’equipe televisiva ArtHera che ha immortalato in parte storia, arte e tradizioni di Piglio.

La ciociaria terra di antiche e nobili tradizioni è senz’altro ricca di meravigliosi e preziosi tesori artistici, oltre alle città d’arte per eccellenza della nostra provincia quali, Anagni, Ferentino, Alatri e Veroli è disseminata di piccoli centri, antichi Borghi aventi ciascuno scorci di bellezze naturali vestigia antiche usi e costumi caratteristici degni di note e rilevanza.

I telespettatori, alla presenza del sindaco avv. Mario Felli, dell’assessore alla Cultura Lucia Ceccaroni, della rappresentante del Comitato Estate Piglio 2025 Nicoletta Meloni  e  al Consigliere Claudio Alessandri ,  hanno visto in parte le potenzialità di Piglio un profilo storico artistico culturale con la proiezione del film documentario “I Gioielli di Piglio”, della durata di 41 minuti, stando comodamente seduti in Piazza G. Marconi, già Piazza XX Settembre.

Il film documentario porta la firma dell’equipe televisiva ArtHera, guidata da Vinicio Salvatore Di Crescenzo, con il regista Rossano Surpi e il cameraman e pilota di droni Massimo Tornesi insieme allo storico locale Giorgio Alessandro Pacetti, che ha contribuito a mettere in risalto le ricchezze culturali e architettoniche del paese.

I telespettatori hanno visto i luoghi simbolo di Piglio:   il Convento di San Lorenzo, oasi di pace che regala una vista impareggiabile sulle colline; il maestoso Castello Medievale, custode di secoli di storia; la Collegiata di Santa Maria Assunta, scrigno di preziose opere d’arte sacra.

Il documentario ha raccontato anche momenti di intensa partecipazione popolare, come la suggestiva Processione della Madonna delle Rose del 9 giugno 2025 e percorsi di spiritualità come il Cammino Meditativo di San Giovanni Paolo II.

Oltre ai monumenti e ai luoghi di culto, i telespettatori  hanno visto scorci pittoreschi del centro storico, con le sue stradine acciottolate e le architetture che affondano le radici nell’anno Mille. Ogni inquadratura ha offerto al pubblico uno spaccato autentico della vita in uno dei borghi più affascinanti dell’Italia centrale, dove il tempo sembra essersi fermato. 

La proiezione del documentario è stata l’occasione per i cittadini e i visitatori di riscoprire, attraverso le immagini, il valore e la bellezza di un territorio ricco di storia, fede e tradizioni-

Giorgio Alessandro Pacetti

giovedì 14 agosto 2025

VIVILA - 23/24/30/31 Agosto e 6/7 Settembre - Scopri e riscopri la Città di Fondi attraverso l'Arte

Ricevo e diffondo con piacere il seguente comunicato stampa, attraverso cui si dà ufficiale avvio alla compagna promozionale di un evento che vede artisti e città di Fondi protagonisti assoluti in uno dei progetti più ambiziosi mai proposto denominato "VIVILA". 
Nella giornata inaugurale del 23 agosto, tra gli artisti di ogni disciplina impegnati in questo grande lavoro di squadra ci sarò anch'io, onorato peraltro, di essere stato inserito in questa kermesse  che intende valorizzare la città di Fondi, con i suoi monumenti, la sua storia e le sue tradizioni, attraverso la "voce" degli artisti fondani - e sono tanti - chiamati a dare il loro contributo con la propria arte:

"Sei passeggiate notturne nel Centro Storico di Fondi. Oltre settanta artisti pronti a farti innamorare. Non prendere impegni. Certe “storie” vanno vissute tutte d’un fiato" recita uno dei messaggi che l'Associazione Il Quadrato Fondi - APS sta diffondendo per promuovere l'iniziativa "Vivila". Ed è questo il succo di un Progetto ambizioso e partecipativo, che gode del Patrocinio del Comune, che prenderà il via nelle prossime settimane per concludersi nel mese di Settembre, nel cuore della Città. 

"Vivila" è un format dedicato alla nostra terra, ad una Città che potrai ascoltare, che potrai toccare, che potrai guardare, che potrai gustare, che potrai sognare e che, soprattutto, dovrai difendere. Ogni singola serata, infatti, è caratterizzata da un titolo, più che altro un'esortazione. Ed attorno a quell'invito gli artisti coinvolti presenteranno il loro talento a chi sceglierà di passeggiare insieme a noi negli angoli più affascinanti e nascosti del Centro Storico. Poesia, letteratura, musica, danza, pittura, fotografia, teatro, cinema, artigianato, scultura, archeologia, disegno, riciclo e riuso. Creatività e talento, giovani e meno giovani, più di settanta artisti della Città e del comprensorio si ritroveranno tra i vicoli, nelle piazzette. Lo stupore, la curiosità, la sorpresa, il luogo insolito, l’Arte e la Bellezza. Gli ingredienti di "Vivila" sono questi. Perché chi si affiderà a noi in queste passeggiate notturne sà solo che saranno "interrotte" da performance artistiche, non conosce il luogo, l'artista, il momento. E per questo motivo il tutto assumerà il senso di una continua scoperta e riscoperta.

"Passeggiare di notte nel Centro Storico della Città non è mai stato così sorprendente" hanno assicurato gli organizzatori durante l'Aperitivo di Presentazione della manifestazione tenutosi nei giorni scorsi presso Bella Roma. E ringraziano l'artista Pretta Fiore che ha curato la scelta delle tonalità di colore che accompagnano ogni serata. Una rete di artisti e Associazioni, infatti, si rafforza in occasioni così partecipate e condivise, e diventa naturale creare collaborazioni e dare vita ad altri progetti culturali.

"Ascoltala" Sabato 23 Agosto, "Toccala" Domenica 24 Agosto, "Guardala" Sabato 30 Agosto, "Gustala" Domenica 31 Agosto, "Sognala" Sabato 6 Settembre, "Difendila" Domenica 7 Settembre, sempre con ritrovo alle ore 21,30 nel piazzale della Giudea. Questo è il Calendario di "Vivila". Che prevede un ticket di partecipazione di €5 per ogni singola serata, con la possibilità di acquistare un Abbonamento completo a soli €20. Il Ticket permetterà di usufruire di alcune offerte speciali e sconti, presso attività commerciali partner del Progetto. E per chi volesse ci sarà anche la possibilità di cenare presso l'Antipapa, uno dei locali del Centro Storico che supporta l'iniziativa: ogni serata la Cucina dell'Antipapa delizierà il nostro palato con un primo piatto a tema ed un calice di vino al simbolico prezzo di €10.

Per informazioni e prenotazioni: vivilafondi@gmail.com

Associazione IL QUADRATO FONDI - APS

lunedì 11 agosto 2025

I gioielli di Piglio (FR) in un film documentario

Gli amanti dell'arte e della storia di Piglio potranno godere delle bellezze di questo borgo attraverso le immagini che verranno proiettate in Piazza Guglielmo Maroni sabato 16 agosto 2025 ore 21,00 da ArtHeraTV.

Piglio, un incantevole borgo medievale situato nel cuore della Ciociaria, è recentemente salito alla ribalta grazie all'equipe televisiva ArtHeraTV, guidata da Vinicio Salvatore Di Crescenzo, con al seguito il regista Rossano Surpi ed il cameraman e pilota di droni Massimo Tornesi.

Accompagnati dallo storico locale Giorgio Alessandro Pacetti la troupe ha messo in luce alcune delle meraviglie storiche e culturali di questo affascinante paese.

Durante le riprese, l'equipe ha esplorato molti luoghi di interesse che riflettono la ricca storia di Piglio:

  • Il convento di San Lorenzo: Un luogo di pace e spiritualità che offre una vista mozzafiato sui paesaggi circostanti.

  • Il castello Medievale: Una fortezza che racconta secoli di storia e che domina il panorama con la sua imponenza.

  • La collegiata Santa Maria Assunta: Una chiesa che custodisce tesori d'arte sacra, simbolo della devozione locale.

  • La processione della Madonna delle Rose del 9 giugno 2025.
  • Il cammino Meditativo di San Giovanni Paolo II: Un percorso spirituale che invita alla riflessione e alla contemplazione.

  • Il Santuario della Madonna del Monte: Un luogo di pellegrinaggio che attira fedeli e visitatori per la sua bellezza e serenità.

La troupe televisiva ha anche catturato alcuni scorci del centro storico di Piglio, un luogo che affonda le sue radici nell'anno mille. Le strade  acciottolate e le antiche architetture raccontano storie di un passato ricco e affascinante, offrendo uno sguardo unico sulla vita nel cuore dell'Italia centrale.

Giorgio Alessandro Pacetti


giovedì 7 agosto 2025

Ben-Hur agli Altipiani di Arcinazzo

Ben-Hur agli Altipiani di Arcinazzo quando Hollywood trasformò gli splendidi pratoni nel set del kolossal del 1958. La testimonianza di Giorgio Alessandro Pacetti che ad anagnia.com racconta le riprese del capolavoro di William Wyler con Charlton Heston tra le bellezze naturali del territorio

C’era una volta, nel lontano 1958, quando i magnifici Altipiani di Arcinazzo si trasformarono in un palcoscenico a cielo aperto per uno dei più grandiosi kolossal della storia del cinema. Le verdi distese che oggi accolgono turisti e appassionati di natura divennero infatti il teatro delle epiche gesta del principe ebreo Giuda Ben-Hur,  protagonista di una delle più memorabili trasposizioni cinematografiche di tutti i tempi.

La scelta di questi pratoni ciociari non fu affatto casuale, ma frutto di una ricerca accurata da parte della produzione hollywoodiana. Gli Altipiani di Arcinazzo offrivano infatti lo scenario perfetto dove far muovere centinaia di comparse, reclutate con paziente lavoro di casting tra tutti i paesi vicini della zona.

Dietro questa monumentale operazione cinematografica c’era la potente Metro-Goldwyn-Mayer, che aveva affidato la produzione a Sam Zimbalist. Il progetto ambizioso puntava a dare nuova vita al celebre romanzo di Lew Wallace, scrittore ed eroe di guerra della secessione americana, trasformando le sue pagine in un’esperienza visiva senza precedenti.

La macchina produttiva mise in campo nomi di assoluto prestigio. Edward Carfagno ricoprì il ruolo di direttore artistico, mentre la regia fu affidata a William Wyler, regista che per questo progetto ricevette la cifra astronomica di un milione di dollari, compenso mai pagato fino ad allora nella storia del cinema.

La scelta del protagonista cadde su Charlton Heston, attore che incarnò alla perfezione il ruolo  del vendicatore Ben-Hur. La sua interpretazione fu così magistrale da oscurare definitivamente la fama dei due precedenti adattamenti cinematografici del 1907 e del 1925, consegnando alla storia del cinema una performance indimenticabile. Le riprese e la produzione si svolsero principalmente negli stabilimenti di Cinecittà, in un arco temporale che va dal 18 maggio 1958 al 30 gennaio 1959. Un lavoro certosino che richiese mesi di preparazione e coordinamento tra le maestranze italiane e la produzione americana.

Il film fu poi proiettato in Italia il 21 ottobre 1960, riscuotendo un successo strepitoso che ancora oggi riecheggia nella memoria collettiva. Per realizzare l’accuratezza storica dei costumi, furono reclutati ben 100 professionisti tra sarti, armaioli e conciatori, mentre centinaia di comparse diedero vita alle scene di massa che resero immortale la pellicola.  

Particolarmente toccante è la testimonianza di Giorgio Alessandro Pacetti, che ha vissuto in prima persona l’esperienza di far parte di questo straordinario progetto cinematografico.

Le sue parole restituiscono l’atmosfera magica e al tempo stesso impegnativa di quei giorni sui pratoni di Arcinazzo: «Indossare un abbigliamento da condottiero a fianco a Charlton Heston e a Haya Harareet nei panni di Esther è stato per me un grande onore», racconta Pacetti con la commozione di chi ha toccato con mano la storia del cinema. «Anche se non sono mancate le strigliate del regista rivolte alle comparse munite di orologio al polso durante le riprese, tanto da far ripetere due o tre volte la stessa scena sotto il sole cocente del mese di luglio».

Un aneddoto che fa sorridere ma che racconta anche la minuziosa attenzione ai dettagli che caratterizzava il lavoro di William Wyler, regista noto per il suo perfezionismo e la ricerca dell’eccellenza in ogni inquadratura.

Pacetti sottolinea inoltre come la scelta di William Wyler di utilizzare questa località turistica abbia rappresentato un’opportunità di valorizzazione straordinaria per l’intera zona adiacente.

Il regista aveva infatti intuito le potenzialità di un territorio “formato da paesi piccoli, ma ricchi di bellezze naturali e di tradizioni antiche, di aria pura e di acque sorgive limpide e salutari“.

Questa intuizione si rivelò profetica: ancora oggi gli Altipiani di Arcinazzo sono meta di visitatori che, oltre alle bellezze naturali, vengono attratti anche dal fascino di camminare sui luoghi dove ha preso vita uno dei capolavori del cinema mondiale.

La storia di Ben-Hur agli Altipiani di Arcinazzo rappresenta così un perfetto esempio di come il cinema possa diventare veicolo di promozione territoriale, trasformando una location in un simbolo universale.

Un’eredità che continua a vivere nella memoria di chi c’era e nella curiosità di chi, ancora oggi, visita questi luoghi carichi di storia e di magia cinematografica. Il kolossal del 1958 ha infatti lasciato un’impronta indelebile non solo nella storia del cinema, ma anche nell’identità culturale di un territorio che ha saputo accogliere Hollywood mantenendo intatta la propria autenticità.

Nella foto:  Giorgio Alessandro Pacetti comparsa a Ben-Hur 1958 Altipiani di Arcinazzo


domenica 13 luglio 2025

L'altra faccia della fotografia vista da Viki Ders

Se pensiamo alla fotografia come semplice idea di fissazione di un’immagine, non arriveremo mai a osservare come questa si sia evoluta nel tempo e a quante categorie di attività/discipline può essere applicata per la sua duttilità e per la sua proprietà di utilizzo in molteplici campi laddove spesso, assume anche valenza di documento ufficiale in ambito storico, culturale e sociale nella vita di tutti i giorni.

Sin dal 1826, primo vero approccio con la fotografia ad opera di Joseph Nicéphore Niépce molto è cambiato e oggi, nell’era del digitale, del web e delle numerose applicazioni (AI a parte), si è in grado di modificare radicalmente una semplice immagine donandole una vita assai differente, ma mai staccata definitivamente da quella originaria.

In questa nota tuttavia, voglio dirigere il focus sulla fotografia d’arte, quella cioè che nasce come espressione pura e soggettiva nell’interpretazione del mondo e della sua natura, non intesa solo come condizione o modo di essere in origine di un soggetto/materia ma come insieme di esseri viventi, animali e vegetali del nostro pianeta in continuo studio e movimento.

Per questo, ho invitato a rispondere ad alcune mie curiosità sul mondo fotografico inserito nell’arte Vittoria De Rosa, in arte Viki Ders, esperta e vera esploratrice dell’universo immagine, allo scopo di scoprirne qualche latente sfumatura e soprattutto per individuarne aspetti meno noti o mediamente sconosciuti ai più.

Viki Ders, è fotografa di professione e svolge questa attività ormai da vari decenni. La sua grande passione tra le altre cose, è quella della composizione su elementi ritenuti straordinari o su eventi eccezionali che il nostro mondo ci propone quotidianamente. Partendo da una base la cui espressività risulta essere già performante dal punto di vista emozionale, costruisce, attraverso una sana e naturale  sensibilità innata, un insieme che incolla realtà a fantasia e viceversa, non perdendo mai di vista il fondamentale senso della coerenza tra elementi in relazione alla propria immaginazione.

 

Grazie Viki per aver accettato il mio invito. Partiamo subito con una domanda che ci fa subito capire quanta forza imprime una passione all’interno di un contesto ove primeggia l’amore per una disciplinaVolendo accostare l’arte della fotografia a quella della scrittura si potrebbe individuare nell’incipit un elemento comune, una sorta di introduzione - nel senso più ampio del termine - a una magnifica storia. Qual è stato l’incipit che Viki Ders ha colto nell’avvicinarsi all’arte dell’immagine e con essa all’applicazione delle varie tecniche di lavorazione della stessa?

Facendo un’analisi introspettiva, la sola risposta che mi viene da dare è una domanda…l’arte è parte di noi? Penso proprio di sì, l’arte vive in noi, e la esprimiamo attraverso vari strumenti che ci sono stati donati o messi a disposizione. Ci esprimiamo infatti attraverso l’uso della pittura o della scrittura. Siamo in grado di modellare un oggetto informe di qualsiasi materiale sia esso costituito e comunicare anche attraverso la fotografia, che ritengo essere un’evoluzione del disegno e della pittura, miei primi approcci all’arte dell’immagine da autodidatta. Disegnavo istintivamente su un pezzo di carta, durante le lezioni dei professori per concentrarmi su quanto dicevano, se li guardavo parlare, mi distraevo. Quindi questo sta a significare che per me, disegnare, era una cosa naturale, e oggi mi ritrovo a dare seguito a queste mie passioni “dipingendo” con la macchina fotografica. Nella evoluzione creativa rientra anche la conoscenza e lo studio dei nuovi strumenti per ottenere immagini fotografiche soddisfacenti, o che abbiano il senso artistico voluto, oppure ottenuto per caso. I programmi di editing fotografico, o le eventuali tecniche applicate in fase di scatto, sono strumenti indispensabili per creare con la fotografia, e assorbono la maggior parte del tempo necessario per arrivare ad un risultato finito, ma è eccitante tanto quanto può essere lo scrivere, il modellare, il dipingere, ricamare, recitare ecc.

Quale potrebbe essere la percentuale di miglioramento applicabile partendo da un’immagine di base e quali caratteristiche fondamentali quest’ultima deve possedere affinché ne possa nascere, attraverso genio e talento, un prodotto che possa rispondere ai criteri di opera fotografica?

Personalmente ho la sensazione che non sempre sia necessario rispettare dei canoni predefiniti o regole da seguire per trasformare una fotografia in una opera artistica. Paul Jackson Pollock, ad esempio, è ritenuto uno dei massimi esponenti dell'espressionismo astratto o action panting del secolo scorso, eppure ha semplicemente fatto cadere della pittura sulle tele, creando giochi cromatici, di forme, di linee. Ecco, se volessimo trasferire il tutto alla fotografia, si potrebbe realizzare lo stesso effetto con semplici movimenti del corpo macchina, in fase di scatto, con la giusta combinazione di apertura diaframma e tempo, Tale combinazione potrebbe offrirci un risultato sovrapponibile a quello richiesto nella creazione di un’opera d’arte, ed esattamente alla foto painting. Oppure, se otteniamo foto molto sotto esposte o sovraesposte, osservandole meglio, spesso, ci risaltano agli occhi, dei tratti che si rifanno a degli oggetti/soggetti leggibili, riconoscibili nonostante non si sia di fronte ad una foto ben eseguita, con tutti i suoi colori e la sua composizione, come da regola. Quindi sta nell’occhio di chi guarda riconoscere quei tratti artistici necessari per attribuire a quello scatto caratteristiche di opera d’arte. 

Sappiamo bene che esistono software in grado di rendere uno scatto unico, di renderlo magico attraverso filtri, oppure adoperando accorgimenti sull’effetto cromatico d’insieme o meglio ancora, modificandone effetti focali per creare sfumature calde e avvolgenti. Quanto di tutto questo è in grado di fare la sola esperienza dell’operatore in sede di cattura e congelamento del momento?

Sicuramente di programmi di editing fotografica ce ne sono, ci aiutano ed oggi con l’arrivo della AI si fanno cose inimmaginabili, ma se si vuole creare già in fase di scatto, tutto dipende dalla padronanza che si ha dello strumento fotografico. Ovvio, ci sono diverse tecniche fotografiche che ti permettono di avere da subito un’immagine artistica, come ho detto in precedenza, portando alcuni esempi. Persino con gli smartphone è possibile giocare con varie app che generano o migliorano le foto mentre le realizzi, e questo ha portato a un’elevata diffusione di massa dell’arte fotografica, laddove soprattutto i giovani realizzano cose ancora più esilaranti, essendo lo smartphone molto più snello, immediato nella gestione e disponibile per chiunque. Tale cambiamento ha dato agli stessi la possibilità di scoprire e sviluppare una creatività davvero affascinante. La fotografia realizzata comunque non resterà mai “grezza” così come viene generata, un minimo di ritocco è obbligatorio.

Credo di poter affermare che la natura è la massima fonte d'ispirazione per un fotografo, anche se spesso, scatti riguardanti opere derivanti dall’intervento antropologico sul territorio possano possedere particolari peculiarità, tali da sfidare il rigoglioso e sempre sorprendente insieme dato dal creato più selvaggio. Il tuo pensiero?

Sicuramente la natura è la scuola migliore per iniziare ad approcciarsi alla fotografia, essendo una fonte inesauribile di colori, di forme, giochi di ombre, di luce, di texture, di situazioni che stimolano la voglia di possedere per sempre una determinata. L’elemento naturale lo si trova in un posto visitato, nei colori davanti ai quali siamo rimasti incantati come in contemplazione, nelle persone che hanno condiviso con noi dei momenti irripetibili. Altrettanto affascinante è giocare con le geometrie di opere realizzate dall’ingegno umano, ulteriore fonte inesauribile e dove esercitarsi in modo creativo quasi illimitato con strutture storiche ma anche moderne, molto più lineari ma non meno interessanti da fotografare e trasformarle in opere d’arte, e ne abbiamo tantissimi esempi. Mi permetto di aggiungere o non dimenticare il cibo. Dalle nature morte dei dipinti che dalla storia ci sono arrivati, adesso fotografare un piatto ricco di decori o anche solo invitante è diventata una divertente consuetudine. Sempre più spesso ci si mette il tocco personale per curare l’inquadratura di una portata o anche solo di una bevanda ben presentata, aggiungendo dettagli che, in modo armonico con il soggetto principale, completano il racconto fotografico, rendendolo meno asettico, meno statico e facendo spostare lo sguardo in ogni angolo della composizione fotografica.  La luce comunque è la fonte primaria, senza non avremmo la foto.

Ringrazio Viki per questa piacevole chiacchierata e spero che qualche buona idea per apprezzare l'arte fotografica, al pari di qualsiasi disciplina artistica sia stata resa. A Viki, auguriamo di ottenere risultati sempre più prestigiosi nella realizzazione delle sue opere di raffinata bellezza e di pregevole realizzazione.